Recensione

Non solo metal tra le pagine di Metalwave, come affermano i Katrine Hash, band veneta composta da Massimo Di Leo e Stefano Calore. L’album "Metropomorphic" è un inno rigoglioso al trip hop e all’elettronica immersiva, al sound fatto di sussurri ora distorti ora puliti, loops, cori e arrangiamenti melodici che coinvolgono e trasportano l’ascoltatore. L’esperimento riesce in pieno e fa piacere che qualche musicista ispirato si misuri, con ottimi risultati, in un genere che, se poco curato, rischia solo di sembrare il gioco di un bambino con un sintetizzatore appena comprato.
Per farvi un’idea sui Katrine Hash, citerò bands come i Portished in primis, i Nine Inch Nails nella loro ultima e più intimistica fase, ma è presente anche qualche sfumatura che ricorda molto gli Arcana. In sostanza, si tratta di un’ottima promessa, un viaggio verso una meta che si consiglia per esperienza. I Katrine Hash non annoiano, non si disperdono in suoni ripetitivi durante l’ascolto, né trasuda freddezza dalla loro elettronica, bensì una certa consapevolezza di mezzi e una forte ispirazione. Con la speranza che proseguino per questa strada e che raggiungano presto i livelli che meritano, vi congedo, cari lettori, con un caldo invito all’ascolto. Bastano forse un divano, un bicchiere in mano e un silenzio rotto solo dalla voglia di non esserci. Per un po'.

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