While Sun Ends «The Emptiness Beyond» [2011]
While Sun Ends
Titolo:
The Emptiness Beyond
Nazione:
Italia
Formazione:
Serena Caracchi - Voce
Massimo Tedeschi - Chitarra
Carlo Leone - Basso
Enrico Brugali - Batteria
Genere:
Durata:
48' 0"
Formato:
CD
2011
Etichetta:
Distribuzione:
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Agenzia di Promozione:
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Recensione
E’ momenti di debutto per i bergamaschi While Sun Ends, che ci propongono una musica le cui influenze, a detta dello stesso gruppo, sono da cercarsi tanto nel death progressivo di Opeth e Novembre, quanto nel post metal a la Isis. In effetti mi sono trovato ad ascoltare un album ricco di stili ed idee, che in alcuni momenti mi ha tenuto piacevole compagnia, così come mi ha lasciato perplesso in altri.
La forma canzone tipica del gruppo è un cambiare costante da momenti di death moderno, ferino e cadenzato, a momenti più melodici, riflessivi, carichi di atmosfere distorte post-rock . Il tutto arricchito da tanta progressione, più o meno classica.
Parlando di difetti, sono costretto a far notare una certa disomogeneità nei passaggi tra i vari stili (purtroppo già da subito evidente nell’opener), che ogni tanto mi hanno fatto chiedere se la carne al fuoco non sia un po’ troppa, e se il gruppo sia in effetti in grado di gestirla. Le parti death, inoltre, ogni tanto mi sono sembrate un po’ monotone e prive di originalità, anche se gli episodi notevoli in questo senso non mancano (l’apertura di Winter è davvero brutale, l’ho amata). Ultimo problema il lavoro in studio, che ci fa sovente ricordare il suo essere un autoproduzione.
Ma quando il gruppo ottiene ciò che si è proposto, i risultati ci sono, e sono pure notevoli. I While Sun Ends si dimostrano maestri nel creare atmosfere in continuo mutamento, che un momento prima ci abbandonano in divagazioni sognanti (grazie ad un utilizzo intelligentissimo della melodia, sempre sulla soglia della dissonanza, tanto che non è mai chiaro cosa aspettarsi dalle aperture melodiche) e subito dopo ci trascinano inermi in mondi da incubo.
Menzione finale alla cantante: il lavoro svolto è davvero ottimo, le scream vocals sono ricche e mai noiose, e la disinvoltura con cui passa al pulito (anch’esso curato e vario) mi ha lasciato piacevolmente interdetto.
In sostanza una proposta più che interessante, che merita un ascolto (anzi, ben più d’uno, non è certo musica di facile assimilazione), e che mostra come la scena nazionale sia in ottima salute, nonostante penso la band debba interrogarsi ulteriormente sulla direzione da intraprendere, e sul cosa voglia essere la sua musica.
Track by Track
- Last Moments 60
- The stage 70
- Reminescence 65
- Winter 75
- Self Made God 70
- Concubine 65
- Sarvar 75
- No Door Room 65
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 65
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 75
- Tecnica: 80
Giudizio Finale
70Recensione di Zoro pubblicata il --. Articolo letto 1560 volte.
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