Division VIII «Division Hate» [2011]
Division VIII
Titolo:
Division Hate
Nazione:
Italia
Formazione:
Herr 413 - Voce, Chitarra, Basso, Batteria
Genere:
Durata:
24' 0"
Formato:
Demo MC
2011
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Il demo dei Division VIII (otto come odio) è impacchettato con classe, artwork con aquila da stendardo semplice ed efficacissimo e frase nichilista sul retro. Inizio ad ascoltarlo incuriosito da cosa mi troverò davanti, poichè ho pure appena scoperto che il demo è progetto di una one man band, in cui il misterioso Herr 413 si è preso l’incarico di comporre, arrangiare e suonare ogni parte del disco.
Quello che penso essere il primo pezzo del demo è in realtà un intro di ben tre minuti, in cui ritmi bellici e voci perlopiù incomprensibili si alternano, introducendoci nello spirito dell’album: un black-death metal marziale, veloce e che non disdegna la melodia. Purtroppo, fin dalla prima traccia, i difetti sono evidenti: le percussioni sono affidate ad una drum machine plasticosa e monotona, e nonostante il signor 413 non se la cavi malaccio al microfono, e i riff sono più di una volta azzeccati, le idee sono poche. Tutto è arricchito da campionature, effetti, voci e sprazzi orchestrali, che nonostante diano carattere al disco, appaiono a tratti un po’ avulse dal contesto. La penultima traccia è quella che mi ha più colpito, grazie ad un inaspettato inserto in clean vocals dotato di un certo carisma, e ad una batteria finlamente non più (troppo) fastidiosa. L’ultima pure non è male, ma il riff portante, molto classico, ed il ritmo sincopato danno un tono poco serio al tutto, e la fanno un po’assomigliare ad una canzone dei Dethlok (non conoscete il cartone? Ebbene, dovreste).
Poi non capisco una cosa: un musicista, nel momento in cui decide di comporre da solo un album, vuol dire che ha qualcosa di originale da comunicare. Per dirvi, Mike Oldfield, Devin Townsend con i primi SYL, oppure i più misconosciuti Mirrorthrone. Si parla di buone idee, e molta sicurezza nei propri mezzi, tanto che si decide di registrare da soli il progetto. Ma queste sono tutte caratteristiche che mancano al disco sotto recensione. So che è un demo autoprodotto, non voglio essere troppo crudele, ma in sostanza se l’artista e liberissimo di esprimersi, io sono liberissimo di non ascoltarlo.
In sostanza Herr 413 non è certamente la nuova speranza del metal tricolore, a meno che la prossima volta abbia, se non una produzione all’altezza, qualche idea in più.
Track by Track
- Gott ist Tot 55
- Worlds behind the World 60
- Un-saviour 65
- Gotterdammerung 70
- Division hate 65
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 45
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 55
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
62Recensione di Zoro pubblicata il --. Articolo letto 604 volte.
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