Seventh Will «Ordinary Li(f)e» [2010]
Seventh Will
Titolo:
Ordinary Li(f)e
Nazione:
Italia
Formazione:
Francesco Bassoli: Chitarra Elettrica Ed Acustica
Tiziano Cofanelli: Batteria;
Luca Guidobaldi: Voce
Luca Parca: Basso Elettrico, Synth
Claudio Stasi: Pianoforte, Tastiere.
Genere:
Durata:
1h 10' 0"
Formato:
CD
2010
Etichetta:
Distribuzione:
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Agenzia di Promozione:
---
Recensione
C’era una volta un paese che era famoso per essere patria di gruppi colossali, dediti all’amore per la progressione, una passione che si era propagata dal regno unito e aveva raggiunto tutto il mondo. Gruppi ancora esistenti, ma ormai relegati in un angolino, e dimenticato se non da noi innamorati della musica, almeno dal mondo dei media. Ma un disco come questo Ordinary li(f)e fa pensare che il prog scorra ancora potente, per dirla a la Jedi, nelle vene degli italiani, e che suonarlo non sia solo un lavoro archeologico, ma anche un opera di aggiornamento, un abbracciare sempre più nuove influenze e nuove idee.
Il debut dei Sevent Will unisce con abilità un prog rock molto tradizionale, dal sapore italiano e giocoso, a irruente intrusioni metalliche, parti jazzate, e ad una psichedelica “simpatica”, quasi naiv, ben lontana da quello che la musica lisergica è diventata negli stati uniti del sud in questi anni. Quindi i piedi ben piantati nel passato, e lo sguardo rivolto al futuro. Devo dire che ero partito molto prevenuto rispetto a questo disco, vuoi per una mia passione non proprio sfrenata per il prog, vuoi per un introduzione al disco scritta dalla band stessa, verbosa e un po’ supponente. Ma in realtà mi sono trovato davanti ad un prodotto solido (un concept album dai sapori filosofici, sono dispiaciuto che in redazione non siano pervenuti i testi e io abbia capito poco di cosa parlino le canzoni), piacevolissimo da ascoltare e con picchi emozionali davvero rari, che si muove tra umori cangianti e costruiti con tecnica da dieci e lode. Purtroppo però il tutto risulta un po’ troppo convenzionale, buono ma non straordinario. I Nostri sfoderano le armi della tecnica e dell’istrionismo, ma senza carisma: non siamo davanti ai nuovi Le Orme, o i nuovi Genesis, i grandi gruppi del passato (ma anche alcuni moderni, su tutti i Bigelf) hanno fatto la storia del genere non solo con tecnica e idee, ma anche con un attitudine che li rendeva inconfondibili. E questa purtroppo ancora manca ai Seventh Will.
L’album resta comunque un viaggio affascinante, un ottimo regalo a chi pensa che il prog non sia morto, e che possa ancora raccontare una bella storia.
Track by Track
- Ordinary li(f)e 70
- A sea without shores 65
- In circle 70
- Lying on a pink cloud 75
- Acid carousel 65
- Ashes 60
- Night euphoria 65
- Outside the train 70
- Colliding 65
- Starseeing on the shore 65
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 75
- Originalità: 70
- Tecnica: 80
Giudizio Finale
69Recensione di Zoro pubblicata il --. Articolo letto 1328 volte.
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