Madkin «Perdone La Molestia» [2011]

Madkin «Perdone La Molestia» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Zoro »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
805

 

Band:
Madkin
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Titolo:
Perdone La Molestia

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
El Pais - Bass/shouts
Serena Jejè - Vox/guitars
Flavio - Drums/chorus
Peppe - Guitars/chorus

 

Genere:

 

Durata:
50' 0"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2011

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

I romani Madkin arrivano ad un primo full lenght carico di distorsione, che ci ricordano quanto può essere bello il rock sotto acidi. I nostri si muovono infatti sui binari dello stoner inventato dai Kyuss una decina d’anni orsono, reinterpretato con una graffiante attitudine punk e con la consapevolezza di un gruppo che opera negli anni duemila, e che ha visto gli eccessi dello sludge e le sperimentazioni del rock di ultima generazione. Quindi coltri di grasse distorsioni e ritmi di basso e batteria invischiata in loop ossessivi, che evocano un vuoto cosmico in cui riecheggia la voce ispirata e abrasiva della bravissima cantante Serena.
Qualcuno chiamava la musica dei Kyuss desert rock, e in effetti la loro musica evocava l’aria tremolante di calore di Palm Desert, tramonti sulla sabbia infuocata e strade polverose. Un calore che non traspare dalla musica dei Madkin, molto più simile nel suo umore alla desolazione della copertina dell’album. Non certo un difetto, quanto una presa di posizione e l’affermazione di un carattere personale, un’ispirarsi più alla realtà urbana in cui è nato il gruppo che uno scimmiottare atmosfere americane a lui estranee. Quindi, tanto di cappello, anche se a volte alcuni passaggi ricordano veramente troppo i grandi maestri americani, citati, purtroppo, a volte in un modo troppo ripetitivo. Spero che in futuro il carattere del gruppo cresca, e ci regali un secondo album più personale.
Persone la Molestia è un succedersi vario e ben calibrato di spirali lisergiche, cavalcate acide (un po’ troppo derivativa ma irresistibile Speeding Bullets) e anche momenti di più intima melodia (gli umori incerti di Orange Milagres). Un bel viaggio insomma, che consiglio caldamente a tutti i fan della psichedelica più moderna e oscura. Perdoniamo la molestia, e ne vogliamo ancora.

Track by Track
  1. Bathtube Monologue 65
  2. Bandwagon 70
  3. Warrior 75
  4. Shihong 70
  5. Speeding Bullets 80
  6. Orange Milagres 80
  7. St. Louis Casino 70
  8. Intro for Lovers in Flames 65
  9. Silk Dance 75
  10. Psycho popular Shit 70
  11. Letter from an Unknown 75
  12. Room 87 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 80
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 85
Giudizio Finale
74

 

Recensione di Zoro pubblicata il --. Articolo letto 805 volte.

 

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