Talisman Stone «Lovecraftopolis» [2012]
Talisman Stone
Titolo:
Lovecraftopolis
Nazione:
Italia
Formazione:
Andrea Giuliani :: Vocals, Bass, Sitar
Erica Bassani :: Vocals, Bass, Flute
Lucia Centolani :: Drums, Tabla
Genere:
Durata:
46' 32"
Formato:
CD
2012
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Credo che senza alcun dubbio alcuno “Lovecraftopolis” diventerà un disco che terrò molto caro, sostanzialmente per due ragioni: in primo luogo amo ogni racconto di Lovecraft e questo colosso di quattro tracce per tre quarti d’ora è una colonna sonora eccellente per ogni mia fantasticheria a riguardo, in secondo luogo è un disco geniale.
Partendo dalla formazione che compone il progetto si può dire tranquillamente che è piuttosto atipica nel suo genere: due voci (maschile e femminile), due bassi, un sitar, un flauto, una tabla e una batteria più effetti vari campionati o meno. Chitarre? Zero. Tastiere? Zero. Originalità? Enorme ma non solo per come è composta la line up chiaramente dato che di creatività, i Talisman Stone, ne posseggono da vendere.
Surreale ad ogni incedere, “Lovecraftopolis” apre un universo di oscurità assoluta in cui le atmosfere sono costruite da elementi davvero essenziali, minimali per così dire. Ci sono equilibri che si toccano, si sfiorano solo per un attimo e poi tornano a danzare in questa dimensione onirica del tutto. E’ sensazionale come da tre sole persone tutto questo nasca con una naturalezza spaventosa, invidiabile. E’ un continuo mood per elevarsi ad una consapevolezza più grande, più distaccata dalla realtà e subito dopo tornare negli abissi terrificanti ed indicibili tanto descritti da Lovecraft e “musicati” dal trio nostrano.
Contestualizzando potremmo dire di trovarci di fronte ad una sorta di simil-Doom Metal vagamente derivante dai Black Sabbath per quanto riguarda le cadenze lente, vertiginose e claustrofobiche delle ritmiche ma di certo i due bassi distorti si incrociano eseguendo riff in modo particolareggiato e le voci interessantissime dei due cantanti creano due facce della stessa medaglia eppure separate, apparentemente incontrollabili e distanti mentre sitar, tabla ed effetti che potremmo trovare in band come Earth e Sunn O))) fanno il resto.
Le composizioni sono lunghe anche 18 minuti e potrebbero stufare chi ha poca dimestichezza con materiale sonoro così creativo e fantasioso, per questo esorto ad un ascolto lento e progressivo altrimenti premere su “stop” diventerebbe l’unica via di salvezza. Non stiamo parlando di un disco dalla semplice fruibilità; “Lovecraftopolis” è un album difficile da digerire ma ha un fascino che stende, questo è garantito! Chiudete gli occhi, respirate in modo lento, liberate la mente e vi ritroverete nella “Città Senza Nome” oppure dinnanzi a Yog Sototh.
Track by Track
- By The Sun Of The Light Keeper 85
- Internal Dictatorship 80
- Power Is a Splendid Shroud 85
- Lovecraftopolis (Part I) 95
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 80
- Qualità Artwork: 75
- Originalità: 85
- Tecnica: 85
Giudizio Finale
84Recensione di carnival creation pubblicata il --. Articolo letto 1274 volte.
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