Ater «De Aeterna Tragoidia» [2012]

Ater «De Aeterna Tragoidia» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
726

 

Band:
Ater
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Titolo:
De Aeterna Tragoidia

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
F : Chitarra Solista
Nebiros : Chitarra Ritmica
Samael : Voci
I : Basso
Acharnoth : Batteria

 

Genere:

 

Durata:
20' 18"

 

Formato:
EP

 

Data di Uscita:
2012

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

I torinesi Ater ritornano con questo EP chiamato “De aeterna tragoidia”, composto da 3 tracce più intro di un black metal prevalentemente di materica svedese alla Dark Funeral, ma che per tutta la durata del disco ricerca una personalità delle composizioni che fanno distaccare questa band dall’essere un clone della band in questione. Nonostante infatti la batteria velocissima e certi riffs siano evidentemente nello stile dei Dark Funeral tra “Diabolis Interium” e “Attera…”, la chitarra solista esegue in continuazione dei riffs su note medie o anche alte, in pieno stile melodico e tragico, come il titolo dell’EP fa presuppore.
Il risultato per la verità, nonostante non sia male, non mi ha neanche fatto fare i salti di gioia, se devo essere sincero. Certo, la band è personale e ce l’ha messa tutta, ma per quanto l’EP non sia brutto, mostra dei limiti che me lo fanno apprezzare di meno: anzitutto, la produzione pulita e potente, ma della quale distinguo una chitarra sola, poco basso e poche sovraincisioni che avrebbero sicuramente enfatizzato il muro sonoro degli Ater, poi la chitarra solista che disegna in continuazione delle trame interessanti a volte, e banali altre. Ci sono alcuni tonfi che rovinano “Kariot” in parte, e che rendono la migliore del lotto “Oltre le stelle” dotata di alcuni riffs abbastanza banali e scontati, poco interessanti, anche se poi si riprendono con parti più lente e tumultuose in questa canzone che riescono a centrare il bersaglio. La terza canzone, inoltre, per quanto bella, lascia un po’ interdetti perché in realtà propone un diverso stile compositivo, molto meno alla Dark Funeral e più epico, anche se pur sempre veloce, che sembra mutuato da certe cose dei primi Lord Belial, ma tuttavia anche qui si ha l’idea che non sempre la chitarra solista voli sulle composizioni, quanto piuttosto che a volte le subisca.
Insomma, un EP discreto, capace di trovate brillanti, come le soluzioni incisive e graffianti della bella “Oltre le stelle” (nonostante finora si sia parlato solo di difetti, il cd è discretamente bello), notevole anche per capacità tecniche e per standard di registrazione, ma con una riuscita generale che non mi pare così integra, o che perlomeno presenta delle trovate che non ho gradito più di tanto e che rendono questo EP alternato sotto molti punti di vista da parti egregie ad altre quasi dozzinali. Il giudizio finale è abbastanza fine a sé stesso, perché secondo me occorre ascoltare cosa sa fare la band sulla lunga distanza (ammetto che il loro primo full length non l’ho sentito), e consiste in un voto medio che rispecchia quanto detto. Se lo trovate in vendita, se ne consiglia l’acquisto insieme a qualcos’altro da loro fatto per capirne al meglio la proposta musicale.

Track by Track
  1. Prologo 60
  2. Kariot 65
  3. Oltre le stelle 75
  4. La caduta del re di Tebe 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 55
  • Qualità Artwork: 55
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
65

 

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