Vow Dreams «Dead Two Times» [2004]
Vow Dreams
Titolo:
Dead Two Times
Nazione:
Italia
Formazione:
It:: vocals e bass
Manomix:: guitars e drums
Genere:
Durata:
24' 20"
Formato:
2004
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Dopo i Morphia Drops, ecco un altro gruppo della scena sarda, i Vow Dreams sono una band proveniente dalla provincia di Nuoro, in attività dal 1997 (anche se allora si chiamavano Ombra), che attingono il proprio bagaglio sonoro da un death/black di matrice melodica.
Sinceramente “Dead Two Times” non mi ha mai impressionato, è un disco in cui emerge molta confusione, soprattutto per la produzione non certo eccelsa e per la mancanza di un batterista vero che lascia un vuoto immediatamente percepito nell’ascolto del demo. Infatti, la produzione e gli arrangiamenti, non riescono mai a far risaltare quelle qualità, che pure a tratti e dopo innumerevoli ascolti si intravedono, ad esempio, le vocals vengono quasi nascoste impedendo la percezione delle qualità del singer, inoltre i riff di Manomix molte volte si perdono tra il rumore generale e questo è un vero peccato, poiché, quando può il chitarrista sardo, dimostra di godere di ottima salute. Tuttavia, come ho accennato prima, qualche aspetto positivo salta fuori, intanto It riesce a spremere il suo basso in maniera convincente, producendo degli ottimi groove e poi all’interno del demo troviamo anche delle porzioni sonore interessanti come “Angush” che con la sua melodia disperata risulta uno dei pezzi piu’ azzeccati dell’album e la title track che è l’unico pezzo tirato del disco, che riesce ad attirare l’attenzione, grazie ai cambi di tempo ben curati dal duo e alle melodie malsane che si respirano. Non è comunque da buttare, nemmeno l’opening act “A Visit From Soul” che nei suoi oltre 7 minuti di durata, offre spunti interessanti, come le lacrime di una donna in sottofondo che provoca una certa souspence nel proseguo della track, una seconda parte costituita da una malinconica melodia ideale per una giornata piovosa e il finale attacco sonoro che però viene distrutto dai già citati difetti nella produzione. Il resto scorre da se, quasi solo per inerzia, senza mai innalzare il livello medio del lavoro dei sardi, senza mai sorprendere, senza mai convincere.
Insomma, la sensazione che si ha alla fine dell’album è quella di avere tra le mani un disco, che se non fosse uscito nessuno lo avrebbe reclamato, spero tuttavia di risentire i Vow Dreams in un demo realizzato in condizioni più consone, sia sotto il punto di vista dei mezzi di produzione e di registrazione, sia riguardo ad una line up che al momento è fortemente incompleta.
Track by Track
- A Visit From Souls 55
- Garden of the Spirit 40
- Nightmare in the Night 45
- Angush 65
- Dead Two Times 60
- Outro 40
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 30
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 50
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
53Recensione di Painkiller pubblicata il --. Articolo letto 1280 volte.
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