Sedition «Melt Down The Idols» [2012]

Sedition «Melt Down The Idols» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Gods Hammer »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1142

 

Band:
Sedition
[MetalWave] Invia una email a Sedition [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Sedition [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Sedition [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina MySpace di Sedition

 

Titolo:
Melt Down The Idols

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Leonardo-vocals
Gianluca-bass
Fabio-guitar
Stefano-drums

 

Genere:

 

Durata:
30' 0"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2012

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Secondo Ep per gli Udinesi Sedition, brutallers che si presentano con sei pezzi nuovi di zecca dal sound decisamente interessante. In Melt Down the Idols i nostri non si esibiscono in un brutal scolastico, tutto blast e poche idee, per capirci: il loro è un mix potentissimo di Death metal grooveggiato, che sa passare agevolmente dall'assalto furioso in blast-beat a rallentamenti asfissianti dominati da pregevoli assoli (vedi Eye of the Desert), a momenti in cui sono i groove di doppia cassa a farla da padrone all'unisono con basso (che purtroppo non esce più di tanto dal mixing, comunque pregevole) e chitarra. A parlare di influenze, sembra che i quattro di Udine abbiano voluto donare un po' dell'epicità dei maestri Nile a strutture che fanno molto Decapitated, con chitarre furiose sopra a serrati groove di batteria. Se i primi tre pezzi suonano piuttosto "canonici", nonostante il growl personale e il tiro notevole, è in The Stoned Sun e Eye of the desert che il gruppo mette una marcia, in più...rallentando! Le atmosfere si fanno più cupe e oppressive, e il growl straziante di Leonardo si staglia sulle chitarre pesantissime per poi lasciare spazio a lead davvero pregevoli. A questo punto mi chiedo però: perché concludere un lavoro che può essere un'ottima spinta dall'underground Death moderno con una ballad malinconica che di Death proprio non ha alcunché? D'accordo con la volontà di mostrare una certa versatilità a livello vocale, ma la canzone in sé è scontatina, e lascia il lavoro senza la ciliegina sulla torta che potrebbe continuare coerentemente il discorso dei cinque brani precedenti. Attenti a non deragliare!

Track by Track
  1. Painted Face Of A Savage 70
  2. Krakatoa 70
  3. Fucking Retox 70
  4. The Stoned Sun 85
  5. Eye of the Desert 80
  6. The Man Forever big 50
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
73

 

Recensione di Gods Hammer pubblicata il --. Articolo letto 1142 volte.

 

Articoli Correlati

Interviste
  • Spiacenti! Non sono disponibili Interviste correlate.
Live Reports
  • Spiacenti! Non sono disponibili Live Reports correlati.
Concerti
  • Spiacenti! Non sono disponibili concerti correlati.