Their Ocean of Words «Circles» [2012]
Their Ocean of Words
Titolo:
Circles
Nazione:
Italia
Formazione:
Jacopo Pesciarelli-vocals
Giacomo Pizza-guitar
Mattia Panini-guitar
Manuel Tarquini-bass
Danilo Menna-drums
Genere:
Durata:
24' 42"
Formato:
EP
2012
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
I Their Ocean of Worlds arrivano dalla capitale e sono nati da appena un anno, per cui il fatto che abbiamo già pubblicato un EP con ben 6 tracce è lodevole. Inoltre “Circles” è possibile scaricarlo interamente e gratuitamente dalla loro pagina SoundCloud, altro punto a loro favore. Il loro metal è una di quelle nuove forme che al giorno d’oggi si stanno plasmando sempre di più che verrebbe classificato probabilmente come metalcore (sbaglio? Loro per il momento non si sono inseriti all’interno di una corrente precisa); genere di tutto rispetto per carità, ma personalmente non lo amo molto ed in questo lavoro non ci trovo nulla di nuovo: la carica dei cinque ragazzi si sente, l’impegno pure, sanno il fatto loro certo, ma devo dire che le canzoni risultano un po’ ripetitive e povere di melodia. Spesso quello che ci si trova ad ascoltare è un insieme di strumenti fusi in maniera a tratti confusionaria, con una voce pulita che in “Above The Empire” non ha molto a che fare con il resto della canzone, potrebbe essere benissimo il ritornello di un’altra traccia piazzato lì in mezzo al marasma generale. “Building Their Own Gomorrah”, insieme a “Circles”, è probabilmente la traccia migliore dell’EP con una maggiore ricercatezza nel suono e nella struttura della canzone che risulta quindi molto più curata. Probabilmente a tradire questo lavoro è la ripetitività: dopo un po’ che si susseguono le tracce si ha come l’impressione che si stia fermi sempre sulla stessa, non si sentono delle novità e/o delle sperimentazioni. L’anima maggiormente melodica ed originale della band la si può trovare in “Circles” con una sorta di coro in sottofondo a dare maggiore colore al pezzo, azzeccato probabilmente per le esibizioni live. Fossi in loro continuerei su questa strada. Anche “June, 1957” non è male, l’avrei messa prima nella tracklist. Ritengo che questa band il potenziale ce l’abbia, la tecnica pure e la voglia di fare e spaccare fuoriesce dall’EP in maniera evidente, ma credo anche che con tutte le band che popolano il nostro paese ed il mondo bisogna cercare di puntare più sulla sostanza. Dal vivo fate tutto il casino che vi pare, ma ovviamente l’EP si ascolta e non si vede...
Track by Track
- Intro 60
- A Son Of Hatred 70
- Above The Empire 70
- Building Their Own Gomorrah 75
- Outspoken 70
- Circles 80
- June, 1957 75
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 80
- Qualità Artwork: 75
- Originalità: 65
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
72Recensione di Vincent pubblicata il --. Articolo letto 1100 volte.
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