Kvlt of Hiob «Thy Kingly Mask» [2012]

Kvlt Of Hiob «Thy Kingly Mask» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
824

 

Band:
Kvlt of Hiob
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Titolo:
Thy Kingly Mask

 

Nazione:
Germania

 

Formazione:
Deathkvlt Prayer :: All instruments
Human Antithesis :: Vocals

 

Genere:

 

Durata:
42' 13"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2012

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

La Blut und Eisen ritorna sul mercato, e stavolta ci propone il full length di debutto dei Kvlt of Hiob, duo tedesco semidebuttante, che dopo un demo di due semplici pezzi dell’anno scorso ritorna con questo “Thy kingly mask”, proponente 7 brani più 3 intermezzi di un black metal abbastanza sui generis. Non è facile inquadrarlo musicalmente: i KOH si rifanno infatti al black metal moderno, lo incrociano con forti quantità di doom, arpeggi e disarmonie, ma su di un’atmosfera sempre caustica, sfocata e malvagia, che poco ha a che vedere con i gruppi che si rifanno a sonorità stoner; piuttosto, qui l’atmosfera che si respira è molto ultimi MayheM e probabilmente qualcosa degli Abgott, sulle quali canzoni il cantante Deathkvlt Prayer spesso declama litanie strazianti, più che cantare con il consueto screaming. E i brani colpiscono positivamente, non c’è che dire, quando ad esempio i KOH toccano ritmi e andamenti quasi ritualistici quali ad esempio quelli contenuti in “Sacrament”, mentre “Witches wine” sfoggia la carta della melodia appena accennata, con arpeggi desolanti che però non distolgono neanche per un secondo dall’andamento tetro della canzone. La seconda parte del disco è meno black metal e più tipicamente doom, con il brano “Theos” volutamente claustrofobico e assordante, con soluzioni stilistiche inusuali nel black, come la chitarra lenta sulla batteria veloce, o gli arpeggi di “Abominations of the earth”, per un disco globalmente riuscito a livello di composizione dunque, e con la conclusiva “The beholder” più tipicamente black metal, anche se lenta.
Ciò che non mi piace granché di questo disco, per la verità, è la qualità sonora. Certo, alcuni artisti proponenti questo tipo di BM evoluto sono soliti sfocare il muro sonoro delle chitarre per rendere il tutto paragonabile a qualcosa di meno intellegibile e più fosco (come gli Axis of Perdition), ma direi che questa produzione è troppo sbilanciata nell’enfatizzazione delle parti lente a scapito di quelle veloci, e forse è troppo studiata per far risaltare la componente doom e poco quella black. Il risultato è che nelle parti veloci “Thy kingly mask” ha un suono del rullante direi troppo invadente e alto, con i piatti poco ascoltabili e dei volumi troppo saturi. Capisco il giocare a fare i meno intellegibili con i suoni, ma direi che qui forse si è andati un po’ oltre e anche troppo a favore della componente doom.
Qualità sonora a parte, tuttavia, “Thy kingly mask” è comunque un buon disco, caratterizzato dall’avere buone composizioni e una buona dose di innovazione che non può che fare allegri gli amanti del black metal moderno, asettico e delle sonorità tipo ultimi Mayhem, Dodheimsgard, Arcturus et similia. A queste persone in particolare è consigliato l’acquisto dell’album, oltre che agli amanti dell’industrial più contorto e meno convenzionale, e agli amanti del doom più acido e tetro.

Track by Track
  1. The Lords Prayer 80
  2. Witches Wine 85
  3. Sacrament 85
  4. Le Moine 65
  5. Procession of the Burning Eyes 75
  6. Ultima Tempestas 65
  7. Abominations of the Earth 70
  8. Theos 80
  9. Conclave Ends 65
  10. The Beholder (bonus track) 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 60
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
74

 

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