Yass-Waddah «Cities Of The Red Night» [2012]

Yass-waddah «Cities Of The Red Night» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1189

 

Band:
Yass-Waddah
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Titolo:
Cities Of The Red Night

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Gabriele De Rossi :: Vocal
Graziano Stefanutti :: Bass
Corrado Linzi :: Drums
Pietro Baldan :: Guitar

 

Genere:

 

Durata:
14' 2"

 

Formato:
EP

 

Data di Uscita:
2012

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Il Veneto torna ad essere presente sulle pagine di metalwave, e stavolta tocca ai veneziani Yass Waddah con questo loro EP di debutto chiamato “Cities of the red night”, composto da 5 canzoni per appena 14 minuti di musica proposta come Death/Black Metal.
Scorrendo la loro biografia, appare curiosa la loro eterogeneità musicale, col chitarrista che ha un gruppo acoustic new wave, un gruppo black metal, e un gruppo neofolk dove fa il violoncellista, il batterista fa sia hardcore che black metal, il cantante canta per un gruppo industrial/drone, mentre il bassista suona per un gruppo punk/metal da Milano ma anche per un gruppo hardcore/metal/progressive da Londra. Tante influenze musicali dunque, e questo in parte si nota, ascoltando questo EP. Sì perché COTRN è un disco che cerca molto la carta dell’originalità, puntando su entrate di synth e su una musica prevalentemente black metal sulla quale poi si stagliano alcune influenze death/thrash.
E il risultato è carino, ma ancora in fase di sviluppo. Ciò che anzitutto non va molto in questo cd sono i suoni, buoni ma con la chitarra non molto nitida rispetto alla batteria, una voce troppo alta e staccata dal resto (oltre che a volte poco originale metricamente) e poche sovraincisioni, che avrebbero reso il cd più gradevole. La musica poi, è buona il più delle volte, ma un bilanciamento delle influenze e una maturazione entrambe ancora da sviluppare rendono questo disco ancora acerbo, black metal ma dotato di sparute influenze death (ma proprio sparute) che variano un po’ troppo lo stile. E quando tutto va per il meglio, come all’inizio di “Qasbah”, la band si ferma dopo appena 1’20” e inizia un assolo su stacco arpeggiato del quale non si sentiva il bisogno.
In conclusione: prova superata sulla breve distanza, ma per staccarsi da una situazione di sviluppo e da una sufficienza formale gli Yass Waddah devono lavorare e maturare un po’. In bocca al lupo per il futuro, nel frattempo me li segno.

Track by Track
  1. Invocation 65
  2. B – 23 70
  3. Transmigrants and receptacles 70
  4. Moves and checks and slays 65
  5. Qasbah 65
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 60
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
66

 

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