Lelio Padovani «The Big Picture» [2005]
Lelio Padovani
Titolo:
The Big Picture
Nazione:
Italia
Formazione:
Lelio Padovani - guitars, programming
Max Scaccaglia - bass (su un brano)
Genere:
Durata:
34' 0"
Formato:
2005
Etichetta:
Distribuzione:
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Agenzia di Promozione:
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Recensione
Inusuale posto dove recensire un disco strumentale di un guitar-hero–wannabe, Metalwave! Ma bando alle ciance e passiamo al sodo… Lelio Padovani è un chitarrista attivo da molti anni nella zona di Parma, dapprima con un gruppo metal, i The Legacy, poi come artista solista e insegnante di musica (attualmente è docente all’accademia di Musica Moderna di Modena, dopo aver avuto come “guru” il noto Alex Stornello).
Il disco qui recensito, come ho detto completamente strumentale, si chiama “Big Picture” ed è composto da 8 tracce di rock-fusion che ovviamente hanno, come perno centrale, la chitarra di Lelio. Nella sua biografia, il Padovani cita tra le sue principali influenze Eric Johnson, Lynch, Satriani e Vinnie Moore, dimostrando già nelle intenzioni una predilezione quindi per l’approccio solistico più classico, dove la chitarra è l’unica primadonna della composizione, ed il resto degli strumenti serve solo come soppalco dove snocciolare i fraseggi.
Questo approccio viene messo in opera sin dalla opener del disco, “Escape”, dove la chitarra imbastisce trame single note senza soluzione di continuità sopra un tappeto di accompagnamento molto… didattico. E’ questo il principale limite di questo lavoro, ovvero l’assenza di temi portanti di facile lettura e la mancanza di un “perché” delle canzoni, se non quello di mostrare l’abilità di Lelio nel seguire progressioni di accordi quasi mai standard, e quindi a volte un po’ ostiche (se non quasi cacofoniche a volte) non solo all’orecchio del neofita ma anche a chi di modi, progressioni e apreggi ha fatto il proprio credo giornaliero.
L’esecuzione di Lelio è quasi sempre impeccabile e pulita, e mostra il grande pregio di sapere quando premere sull’acceleratore e quando no (a differenza di tanti biribirari italici ed europei in generale), oltre ad una veramente grande conoscenza della teoria e della musica – ma come ho già detto in quasi tutte le canzoni manca il “tema”, il “grip” che ha reso famose, adorate, memorizzabili e perché no, “fischiettabili”, tante canzoni di Joe Satriani. Inoltre spesso la progressione e l’andamento dei temi delle canzoni forza Lelio a prodursi in passaggi che ad un primo (ma anche ad un secondo) ascolto possono sembrare sbagliati o fastidiosi… Non mi va di analizzare il disco canzone per canzone, in primo luogo perché ciò che ho detto risulta applicabile alla totalità delle composizioni di questo cd, in secondo luogo anche perché andando avanti col disco si ha spesso una sensazione di deja-vu, di aver già ascoltato quella frase in una qualche canzone precedente. Fanno storia a sé la title track, piuttosto movimentata come atmosfere e come scelta di temi, e “22 Novembre”, canzone delicatissima e tutta giocata sulle pause create da Lelio alla chitarra acustica.
Sorprendenti invece, i rari ma efficaci momenti in cui Lelio decide di abbandonare la strada “didattica” fin qui seguita per darsi a brevi schegge di follia che tanto mi hanno ricordato l’operato dei fratelli Jarzombek nelle psicotiche tracce dei dischi degli Spastic Ink.
In definitiva il consiglio che posso dare a Lelio, non da chitarrista, per carità, ma da ascoltatore di dischi, è quello di abbandonare la visione didattica e fredda dell’assolo per come ce l’ha mostrata su questo cd, perché la tecnica c’è, la conoscenza della teoria idem. Ciò che manca per scrivere un disco strumentale che possa non sfigurare accanto a un “Alien Love Secrets” o a un “Surfing with the alien” è un po’ più d’amore per la forma e il significato di “canzone”, vista come momento di intrattenimento per l’ascoltatore e non come sterile dimostrazione di conoscenza dell’argomento chitarra.
Track by Track
- Escape 55
- The Novel 70
- On the Beach 70
- The Brave Melody 50
- Serena s Diary 65
- The Big Picture 70
- 22 Novembre 75
- Into the Unknown 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 60
- Qualità Artwork: 40
- Originalità: 55
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
63Recensione di HatewerK pubblicata il --. Articolo letto 950 volte.
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