Durnovariah «The Beginning» [2005]
Durnovariah
Titolo:
The Beginning
Nazione:
Italia
Formazione:
Antonino Sidoti - voce, chitarra
Giuseppe Lionello - basso
Giusy Milazzo - tastiere, flauti
Ettore Nicosia - batteria
Genere:
Durata:
15' 38"
Formato:
2005
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Il demo d’esordio: la croce e delizia di ogni musicista o gruppo agli esordi, nonché di noi addetti ai lavori che ce lo vediamo recapitare. Non sempre ad un artista riesce facile cimentarsi nella sua prima prova in studio, specie se alla base del suo progetto si trova un genere non proprio da novellini, come può esserlo il progressive metal. Alle volte si incontrano lavori pregevoli, che seppur manchino di una certa qualità produttiva, del tutto comprensibile per chi ha pochi mezzi economici a disposizione, riescono comunque a dare un certo credito alle idee delle band underground. In altre occasioni però si è già convinti di essere il Padre Eterno, di avere delle doti innaturali per destare tutte le attenzioni del mondo e quindi di presentare un prodotto che, per quanto esso possa essere ritratto articolato, emozionante e complesso, si rivela in realtà sconclusionato e privo di un qualunque filo logico. Ora, non me ne vogliano assolutamente i Durnovariah, progetto scaturito dalla mente del chitarrista siciliano Antonino Sidoti, ma la sensazione che ho avuto leggendo dapprima la loro biografia ed ascoltando poi il loro “The Beginning” è stata proprio questa appena descritta. Con un interrogativo a seguire: che senso ha parlare di “voglia di trasmettere emozioni all’ascoltatore”, se poi non si è in grado di crearne? Il nocciolo della questione sta proprio qui: è vero che la musica è anche emozione, ma questa, oltre ad essere un fatto primariamente soggettivo, deve figurare come il risultato ultimo di tutto un processo che parte dalla stesura di un pezzo e che arriva alla sua elaborazione finale. Di questo meccanismo i Durnovariah si sono dimenticati alcuni passaggi, come ad esempio quelli di elaborare meglio le idee in loro possesso e di dare una trama a tanti riff sparsi qua e là nei quindici minuti scarsi di durata del disco. E come logica conseguenza, ne esce fuori una prova scialba, poco compatta e piena di arrangiamenti frammentati e derivativi (tra cui uno clamorosamente identico a “The Crimson Sunrise” di “A Change Of Seasons” dei Dream Theater).
Si salva sostanzialmente poco di questo “The Beginning”, giusto l’intro strumentale “Etereal Light”, caratterizzata da una base di basso e tastiera su cui la chitarra di Antonino Sidoti è libera di esprimersi, e qualche sporadica buona idea incontrata su “The Taven”. Per il resto, un miscuglio tra l’imbarazzante, come le linee vocali ed il testo di “Iniquità”, e l’opprimente, ovvero l’eccessiva lunghezza di due brani incapaci di destare sia l’interesse, che la voglia a volerli riascoltare di nuovo.
Per i Durnovariah c’è ancora molto da lavorare prima della quadratura del cerchio. Si possono consolare comunque con il fatto che la prima si può anche “steccare”, ma servono spunti e idee più quadrate per far scaturire davvero emozioni a chi ascolta la Musica con la M maiuscola. Soltanto il futuro ci saprà dire se il messaggio sarà stato percepito. Per il momento, rimandati.
Track by Track
- Scene I - Etereal Light 60
- Scene II - Iniquità 45
- Scene III - The Taven 55
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 45
- Qualità Artwork: 60
- Originalità: 55
- Tecnica: 60
Giudizio Finale
54Recensione di Cynicalsphere pubblicata il --. Articolo letto 1133 volte.
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