Lo scatolino Sporco «Lo Scatolino Sporco» [2005]

Lo Scatolino Sporco «Lo Scatolino Sporco» | MetalWave.it Recensioni

Autore:
FallenAngel »

Recensione Pubblicata il:
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Band:
Lo scatolino Sporco

Titolo:
Lo Scatolino Sporco

Nazione:
Italia

Formazione:
Marcello Ghiretti : basso
Claudio Ghiretti : voce e piano
Michele K.Meneghini : chitarra
Massimo Porta : voce
Alex Faini : batteria

Genere:

Durata:
24' 22"

Formato:

Data di Uscita:
2005

Etichetta:

Distribuzione:
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Agenzia di Promozione:
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Recensione

Gli Lo Scatolino Sporco, gruppo con componenti che giungono da Lombardia, Veneto e Emilia Romagna ci propongono questo demo di nu-metal molto personale e particolare con alcune puntate nel thrash, nel funky e nel rock.
Ottima l’opener “Agrodolce” la cui bellezza è aumentata anche dal cantato in italiano che in questo caso migliora decisamente il brano che ha quel non so che di protesta unito ad un duettare di voce che rende ancora più interessante. La canzone risulta decisamente potente e convincente soprattutto nella parte finale in un crescendo di emozioni e con un ritmo che farebbe agitare chiunque.
Decisamente diverso il discorso per “Jasmine” che mischia un crossover alla Linea 77 a momenti più tranquilli che rasentano quasi il blue’s. Questo ottimo accostamento tra potenza e melodia rendono assai interessante un brano carico di concetti e di personalità caratterizzato da stacchi precisi e da un cantato quasi rappato che ben si adatta al tappeto musicale.
Con “Blueberry” ci spostiamo verso territori decisamente rock con influenze ambient e stacchi molto particolari che ricordano i Primus e i Red Hot Chili Peppers del primo periodo. Devo ammettere con dispiacere che il cantato in inglese fa perdere un po’ di interesse nella canzone che non risulta troppo convincente soprattutto per gli stacchi lenti che ammosciano a lungo andare.
Concludendo questi Lo Scatolino Sporco hanno inciso un buon cd che fa dell’originalità e della bravura tecnica dei sui componenti il punto di forza. L’alternanza di stili e generi musicali al suo interno è quasi sempre piacevole e non scade mai né nel banale né nel già sentito. Il cantato in italiano, quando presente, fa apprezzare ancora di più brani di per sé ottimi anche se non facilmente digeribili e assimilabili.