Inner Shrine «Pulsar» [2013]
Recensione
Per coloro che non li avessero ancora sentiti nominare, la formazione fiorentina degli Inner Shrine è attiva sul territorio italiano dal 1995 e rappresenta una delle realtà Gothic Metal più serie e creative nel nostro paese tanto da essere considerati quasi una colonna. Una demo omonima nel 1996 e poi il via ad una pubblicazione semi-costante di full-length dal 1997 (anno di ‘Nocturnal Rhymes Entangled in Silence’) in poi fino ad approdare alla soglia del quinto album (‘Pulsar’), un corposo concept sulla fine del mondo e conseguente rinascita.
‘Pulsar’ si pone in modo forse un po’ diverso dai dischi passati, vuoi per l’assestamento della line-up che ha visto l’ingresso di Francesco Betti David Cangi, rispettivamente chitarra e basso, vuoi per una scelta stilistica che ora vede gli Inner Shrine meno cervellotici e più diretti.
I brani che compongono il platter appaiono immediatamente interessanti e il songwriting maturo conferisce a ‘Pulsar’ un luccichio da tenere in stretta considerazione per eventuali acquisti del genere. E’ un disco che riesce a convincere, a far riflettere, a tenere compagnia e a farci apprezzare le armonie struggenti e melanconiche presenti in brani come ad esempio ‘Last Day On Earth’ o ‘The Rose In Wind’ oppure la rappresentativa title-track.
‘Peace Denied’ è un brano che riesce a stuzzicare l’ascoltatore anche grazie al bel solo di chitarra ma è con ‘Four Steps In Gray’ che, a mio parere, gli Inner Shrine hanno raggiunto il picco massimo nell’album. E’ una composizione che nasconde moltissimo dietro alla sua semplicità: ha un’intenzione particolare, mostra sperimentazioni (l’uso del vocoder per citarne una) e genera atmosfere surreali. Sicuramente il pezzo migliore del lotto, a mio a gusto. Il tutto termina con la lunga ambient ‘Between’ che chiude ‘Pulsar’ in modo quasi trascendentale-meditativo.
Concludendo non posso non pensare di appiccicare addosso a ‘Pulsar’ il bollino di ‘Top 10 Gothic Metal of the year’. Troppe ne sento, troppe ne ascolto ma di musica Gothic veramente valida ce n’è poca, per fortuna gli Inner Shrine sono una felice eccezione.
Track by Track
- Black Universe 75
- Last Day On Earth 80
- The Rose In Wind 75
- Pulsar 70
- Peace Denied 75
- Four Steps In Grey 85
- Immortal Force 75
- Between 65
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 65
- Originalità: 70
- Tecnica: 80
Giudizio Finale
73Recensione di Carnival Creation pubblicata il 22.11.2013. Articolo letto 2007 volte.
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