Guernica «Guernica» [2005]
Guernica
Titolo:
Guernica
Nazione:
Italia
Formazione:
Tony d'Alessio: voice and chorus
Enzo Scorzeto: drums and samples
Diego Iannaccone: bass
Goffredo de Prisco: guitars and piano
Massimo Testa: guitars
Antonio Iandolo: guitars and samples
Enzo di Somma: cello
Genere:
Durata:
50'
Formato:
2005
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Questa band è una vera rivelazione, tanto di farmi chiedere come sia possibile che siano giunti alla terza autoproduzione e non abbiano ancora fatto il “grande botto”. Ma andiamo per ordine: i Guernica nascono nel gennaio 2002, e pian piano plasmano il loro crossover in Italiano (passando anche per una fase acustica), fino ad arrivare a qualcosa di davvero originale ed ispirato, che può ricordare i Linea 77 per alcune sonorità, ma la band allo stesso tempo si discosta dalla maggioranza delle band del genere, ponendosi una spanna al di sopra per creatività ed inventiva. Forte di una esecuzione dei singoli (specialmente del cantante, Tony D'Alessio -parente di Gigi?- davvero impressionante per espressività, bellezza delle armonizzazioni e tecnica, sia nelle parti più delicate che in quelle più arrabbiate) praticamente perfetta ed una produzione scintillante, quest'album è praticamente inattaccabile; tutti i pezzi scivolano via scorrevoli ma allo stesso tempo sono capaci di stupire per le trovate (come il pianoforte retrò di “Picasso” o le atmosfere inconfondibilmente parigine di “LesYeux”, solo per fare un esempio), ricchi di intrecci melodici e ritmici interessanti, ma allo stesso tempo sempre facilmente digeribili anche in previsione di un'eventuale rotazione mainstream. L'album parte a ritmi piuttosto sostenuti con “Picasso” e “Venus”, dai testi complessi ed intellettualoidi (altra componente che distacca lo stile della band dai soliti testi di matrice hardcore-sociale di gran parte delle band crossover in giro) ed i pezzi scorrono fino ad “Adrenocromo”, a mio parere il fulcro dell'album ed il pezzo più riuscito, con il suo sound sognante, per poi riprendere i giri fino alla rabbiosa “Icaro”, che presenta un azzeccato chorus in inglese, ultimo colpo di coda prima della conclusiva ”Eden”. Cosa dire, per la prima volta ho ben poco da consigliare tranne il constatare con rammarico che l'Italia è un terreno poco fertile per il vero talento, che non puzza di vecchio e di raccomandato, dato che la band ha tutte le carte in regola eppure è ancora ingiustamente confinata nell'underground.
Forse il mio consiglio è proprio il puntare di più sull'estero, ricordando che i Linea 77 sono dovuti esplodere in un terreno paradossalmente ancora più ostile come l'Inghilterra prima di ottenere un briciolo di riconoscimento in Italia. Unica nota di rammarico l'artwork, davvero bruttina la cover, anche se il booklet all'interno migliora un po'le cose.
Track by Track
- Picasso 75
- Venus 65
- Di Raffinata Inconsistenza 65
- Respiro di Noia 73
- LesYeux 80
- Adrenocromo 90
- Mai 75
- Ferito 70
- Icaro 75
- Eden 68
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 85
- Qualità Artwork: 50
- Originalità: 90
- Tecnica: 85
Giudizio Finale
75Recensione di AtoragoN pubblicata il --. Articolo letto 1002 volte.
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