Low Profile «Cola» [2006]
Low Profile
Titolo:
Cola
Nazione:
Italia
Formazione:
Lorenzo Baretti - Basso
Luca Benzoni - Batteria
Francesco Novelli - Chitarra, Voce
Davide Maida - Chitarra
Daniele Ferrari - Voce
Genere:
Durata:
32'
Formato:
2006
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
I Bergamaschi Low Profile, attivi dal 1999, approdano solo ora con “Cola” al secondo demo, interamente registrato e mixato dal chitarrista Francesco. Il genere proposto è, come suggerito dalla bio, un misto di metalcore, nu metal (influenza che si evince più che altro dal cantato quasi interamente rappato e dalle ritmiche spezzate di derivazione funky) e alternative, post rock, che emerge soprattutto nei passaggi più sperimentali. L'esecuzione è buona, la sezione ritmica è molto solida ed affiatata, e la voce anche se non brilla per tecnica lascia intendere una personalità molto coinvolgente soprattuto in sede live. Il messaggio lanciato a livello lirico è profondamente politico, come testimoniato dagli intermezzi tra le tracce, che riportano parole del Presidente del Consiglio, del comico Beppe Grillo e di molti altri, e questo messaggio impregna le liriche dell'intera opera, cantata in italiano, inglese e francese; buoni i testi, anche se a volte la ricerca dell'intellettualoide a tutti i costi porta a risultati grotteschi. Originale invece si presenta l'ironica “Rèvolution”, cantata in francese, ma con un ritornello in italiano che purtroppo la smorza molto. I pezzi più interessanti sono “Kaleido-scoop”, che strizza l'occhio alla rotazione nelle radio rock, “Rèvolution”che al di là delle connotazioni liriche già trattate mostra un lato inedito della band, dotata di un ottimo gusto per le melodie delicate, anche grazie all'uso di strumenti etnici interessanti, come l'ukulele, ed infine “Slave Mind”, forse la più metal del lotto, che mette in mostra un buon cantato aggressivo del singer, Daniele, al limite del growl. Per quanto riguarda gli altri, e questo è l'unico difetto che si può davvero imputare alla band, il songwriting è purtroppo molto “chiuso” nel genere, privo dei colpi di genio che saprebbero davvero fare la differenza, e nella maggior parte dei casi ci si trova alle prese con rap su ritmiche funkeggianti, sempre alla ricerca di dissonanze che ricordano l'indie rock che se da un lato possono risultare interessanti, dall'altro risultano prive di quel quid che rende il pezzo interessante, privo delle melodie e delle soluzioni che che colpiscono lasciano il pezzo stampato nella mente dell'ascoltatore (e non è impossibile, basti vedere i Guernica, o i Linea77). Il consiglio è quindi continuare a variare i pezzi, a sperimentare e a snellire il lavoro, diversificando il più possibile il contenuto del disco (più l'album è lungo e più deve risultare eterogeneo per non annoiare), perchè le potenzialità ci sono tutte e la voglia di fare non vi manca, quindi datevi da fare; per il momento promossi con riserva.
Track by Track
- Bonita Vida Burguesa 65
- Elephant's Rush 60
- Kaleido Scoop 70
- Engage! 60
- Prototype 60
- Rèvolution 70
- Slave Mind 65
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 65
- Qualità Artwork: 50
- Originalità: 65
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
64Recensione di AtoragoN pubblicata il --. Articolo letto 1095 volte.
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