Ossian «The Slow Fade of Loving Things» [2005]

Ossian «The Slow Fade Of Loving Things» | MetalWave.it Recensioni Autore:
FallenAngel »

 

Recensione Pubblicata il:
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Visualizzazioni:
1166

 

Band:
Ossian
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Titolo:
The Slow Fade of Loving Things

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Rao :: shout, cries & low frequencies
Elo :: all distorted moods
Dan :: all distorted noises
Lex :: terrorbeats

 

Genere:

 

Durata:
44' 18"

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2005

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Gli Ossian, quartetto di provenienza ignota, ci propongono questo “The slow fade of loving things”, distribuito dalla nostrana Self.
Si tratta di un full-lengh di nu-metal con qualche influenza thrash old style; brani come “A cold July” e “Blue wool fields” ricordano molto da vicino gli Slipknot degli esordi sia per quanto riguarda il suono di chitarra marcio e stridente, sia per la voce del cantante urlata e parlata al tempo stesso. La melodia ha lasciato quasi completamente le lande di questo cd lasciando spazio alla rabbia urlata con estrema violenza; i due brani in questione sono molto complessi e ben suonati, cosa che denota una notevole capacità della band come strumentisti.
“By your own band” e “In vitriol” sono invece caratterizzati da cadenzati riff di chitarra lenti ma al tempo stesso estremamente potenti che riescono nell’impresa di affascinare l’ascoltatore e di coinvolgerlo; molto buoni i passaggi da voce pulita a quella urlata, quasi a simboleggiare una rabbia repressa che stenta ad uscire per poi esplodere in un terremoto di emozioni.
Il brano migliore del cd è sicuramente “Incorporeal” che riesce a far convivere la melodia di una voce pulita pressoché perfetta con un sound ruvido e violento; questa contrapposizione è il fulcro della canzone che risulta stupenda in tutte le sue parti.
Con “Noir” e “Terrobeast” ci distanziamo dal nu metal per avvicinarsi a ritmi più tranquilli e cupi che riprendono alcuni cliché del gothic senza però farne parte completamente; gli arpeggi di chitarra dai suoni alquanto tristi riescono a creare un’atmosfera davvero piacevole che viene interrotta qua e là solo da momenti più ritmati che però non mancano di interesse e pathos.
La giusta combinazione tra nu e gothic arriva con “Oleander” in cui i due generi, normalmente distanti anni luce, riescono a convivere dando vita ad una canzone molto originale e di indubbio interesse.
Unico brano che invece si avvicina notevolmente al thrash senza però lasciare completamente in disparte le influenze nu metal è “The place of strawberries”, canzone di potenza incredibile che riesce ad essere valida in tutti i suoi punti senza cadute di stile né di ritmo innalzando ancora di più il valore di una band che si è già dimostrata preparata.
Questo “The slow fade of loving things” è un’ottima prova degli Ossian che riescono a convincere e a travolgere l’ascoltatore già fin da un primo sommario ascolto. Energia che sprizza da tutti i pori cavalca a suon di riff al fulmicotone e di urla strazianti che rendono il tutto ancora più valido. Aspettando di vederli in sede live a sprigionare dai loro amplificatori la potenza immane delle loro canzoni, ascoltate questo platter di sicuro interesse. Consiglio vivamente a tutti gli amanti del genere questo lavoro.

Track by Track
  1. The place of strawberries 80
  2. The vitriol 75
  3. The slow fade of loving things 74
  4. Incorporeal 90
  5. By your own band 77
  6. Penicillin 70
  7. Oleander 88
  8. Noir 85
  9. A cold July 74
  10. Blue wool fields 75
  11. Terrorobeats 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 91
  • Qualità Artwork: 90
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 85
Giudizio Finale
80

 

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