Ossian «The Slow Fade of Loving Things» [2005]
Ossian
Titolo:
The Slow Fade of Loving Things
Nazione:
Italia
Formazione:
Rao :: shout, cries & low frequencies
Elo :: all distorted moods
Dan :: all distorted noises
Lex :: terrorbeats
Genere:
Durata:
44' 18"
Formato:
2005
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Gli Ossian, quartetto di provenienza ignota, ci propongono questo “The slow fade of loving things”, distribuito dalla nostrana Self.
Si tratta di un full-lengh di nu-metal con qualche influenza thrash old style; brani come “A cold July” e “Blue wool fields” ricordano molto da vicino gli Slipknot degli esordi sia per quanto riguarda il suono di chitarra marcio e stridente, sia per la voce del cantante urlata e parlata al tempo stesso. La melodia ha lasciato quasi completamente le lande di questo cd lasciando spazio alla rabbia urlata con estrema violenza; i due brani in questione sono molto complessi e ben suonati, cosa che denota una notevole capacità della band come strumentisti.
“By your own band” e “In vitriol” sono invece caratterizzati da cadenzati riff di chitarra lenti ma al tempo stesso estremamente potenti che riescono nell’impresa di affascinare l’ascoltatore e di coinvolgerlo; molto buoni i passaggi da voce pulita a quella urlata, quasi a simboleggiare una rabbia repressa che stenta ad uscire per poi esplodere in un terremoto di emozioni.
Il brano migliore del cd è sicuramente “Incorporeal” che riesce a far convivere la melodia di una voce pulita pressoché perfetta con un sound ruvido e violento; questa contrapposizione è il fulcro della canzone che risulta stupenda in tutte le sue parti.
Con “Noir” e “Terrobeast” ci distanziamo dal nu metal per avvicinarsi a ritmi più tranquilli e cupi che riprendono alcuni cliché del gothic senza però farne parte completamente; gli arpeggi di chitarra dai suoni alquanto tristi riescono a creare un’atmosfera davvero piacevole che viene interrotta qua e là solo da momenti più ritmati che però non mancano di interesse e pathos.
La giusta combinazione tra nu e gothic arriva con “Oleander” in cui i due generi, normalmente distanti anni luce, riescono a convivere dando vita ad una canzone molto originale e di indubbio interesse.
Unico brano che invece si avvicina notevolmente al thrash senza però lasciare completamente in disparte le influenze nu metal è “The place of strawberries”, canzone di potenza incredibile che riesce ad essere valida in tutti i suoi punti senza cadute di stile né di ritmo innalzando ancora di più il valore di una band che si è già dimostrata preparata.
Questo “The slow fade of loving things” è un’ottima prova degli Ossian che riescono a convincere e a travolgere l’ascoltatore già fin da un primo sommario ascolto. Energia che sprizza da tutti i pori cavalca a suon di riff al fulmicotone e di urla strazianti che rendono il tutto ancora più valido. Aspettando di vederli in sede live a sprigionare dai loro amplificatori la potenza immane delle loro canzoni, ascoltate questo platter di sicuro interesse. Consiglio vivamente a tutti gli amanti del genere questo lavoro.
Track by Track
- The place of strawberries 80
- The vitriol 75
- The slow fade of loving things 74
- Incorporeal 90
- By your own band 77
- Penicillin 70
- Oleander 88
- Noir 85
- A cold July 74
- Blue wool fields 75
- Terrorobeats 80
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 91
- Qualità Artwork: 90
- Originalità: 70
- Tecnica: 85
Giudizio Finale
80Recensione di FallenAngel pubblicata il --. Articolo letto 1166 volte.
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