Warnerve «No One Survives» [2005]
Warnerve
Titolo:
No One Survives
Nazione:
Italia
Formazione:
Andre - Chitarra
Simo – Chitarra/Voce
Dani – Batteria
Mitch – Basso
Genere:
Durata:
39' 25"
Formato:
2005
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Vive una seconda vita il lavoro dei Warnerve uscito alla metà dello scorso anno con un ottimo No One Survives e che la stampa di settore aveva parzialmente tralasciato. Il gruppo valdostano nasce dalle ceneri dei Thrash Or Die, dedito, come si può facilmente intuire, ad un thrash di scuola Bay Area; queste influenze e, soprattutto, questa attitudine, non è stata del tutto persa e rinasce sotto altra forma all’interno delle composizioni del four-pieces. Il disco comincia con un incedere figlio dei Pantera, dei Machine Head, degli Skinlab e del loro power-thrash vitaminico che ha imperversato in tutti i novanta nell’ambito estremo. Nel secondo capitolo l’approccio e la struttura è più legata al thrash, come nel suo riff iniziale, e ai Down e ai Kyuss nella parte centrale in cui prende vita l’assolo dalle esplicite tinte southern. She è un pezzo basato, come del resto tutto il platter, su tempi medi ed in questo specifico sembra trovarsi di fronte a qualcosa dei nuovi Metallica, quelli più ispirati e che strizzano l’occhio ai C.O.C., anche grazie ad una voce legata a doppio filo a quella di Hetfield. Ulteriore viaggio verso lidi più alternativi è quello intrapreso con Prisoners, nonostante le parti legate agli assoli siano vicine alle origini della band; anche l’impostazione delle linee vocali è meno aggressivo rispetto alle tracce precedenti. Ma la vera gemma è The Robbery, che, con i suoi oltre dieci di minuti mai noiosi, esplora un sound più dolciastro fatto di wah wah di atmosfere rarefatte e di assoli melodici figli sia dei Metallica dei bei tempi che di Down, C.O.C., Kyuss e compagnia cantante, il tutto condito da break d’impatto che ricalcano quanto fatto in precedenza; così come rimangono sulle stesse direttive anche le restanti tre tracce, sempre dalla qualità eccelsa e che si distinguono o per un riff alla Bay Area come in Injustice, in cui è presente un incedere simile al gruppo di Robb Flynn, o dal cantato in italiano, perfettamente amalgamato al suono e alla struttura del pezzo, di Infedele. Insomma, un gran bel disco che forse avrebbe avuto una fortuna maggiore se avesse cavalcato l’onda della moda ma che ha comunque tutte le caratteristiche per essere apprezzato e per creare un certo proselito intorno a sé. Non snobbateli!
Track by Track
- Welcome 64
- Day after Day 65
- She 66
- Prisoners 64
- The Robbery 83
- 2012 65
- Injustice 68
- Infedele 64
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 78
- Qualità Artwork: 85
- Originalità: 80
- Tecnica: 80
Giudizio Finale
72Recensione di Ernando pubblicata il --. Articolo letto 1255 volte.
Articoli Correlati
Recensioni
Interviste
- Spiacenti! Non sono disponibili Interviste correlate.
Live Reports
- Spiacenti! Non sono disponibili Live Reports correlati.
Concerti
- Spiacenti! Non sono disponibili concerti correlati.