Gardens Of Grief «Storm» [2005]
Gardens Of Grief
Titolo:
Storm
Nazione:
Italia
Formazione:
Cristobal: Voce
Ciccio: Chitarre
Morgan: Chitarre
Davide: Basso
Stefano: Batteria e Percussioni
Genere:
Durata:
16' 27"
Formato:
2005
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Premetto di non avere nessunissima informazione biografica su questi Gardens of Grief, so solo i nomi dei componenti e il fatto che questo Demo Cd è uscito nel 2005. Il nome della band mi ha ovviamente ricordato l’esordio dei quelli che per me sono i maestri assoluti del Death svedese, cioè gli At The Gates, e per una mia associazione mentale aspettavo di trovarmi di fronte a una proposta musicale di un genere simile e l’associazione non era del tutto sbagliata. Questo “Storm” si apre con “Veritas”, una breve intro atmosferica di chitarra con parlato marcio sussurrato e si passa al primo brano vero e proprio “Happy Carnage”. La resa sonora purtroppo è carente, chitarre molto fuzz, batteria un poco asciutta e basso quasi assente. Il risultato globale è un po’ confuso, ma è una demo e non si può valutarla per la produzione. Il pezzo genere proposto è assimilabile a un death-black, suonato con i toni del mid tempo. Il riffing è semplice così come le linee di batteria ma qualche idea qua e là buona c’è. La voce spazia un po’ in tutti i registri usati nel metal estremo, dal growl catacombale allo scream, purtroppo non tutti sono usati con la dovuta padronanza. Il growl è buono ma le parti in screaming sono a volte eccessive e prive di controllo, quasi grind. Ora non so se è una scelta, però a me non hanno convinto affatto. Il secondo pezzo “Bulyt-Tagh” mantiene le caratteristiche stilistiche del primo, con un poco più di dinamicità data dai cambi di path di batteria. La voce è sempre estrema e vomita rabbia incontrollata. Storm Vs Void è il terzo pezzo, la velocità rimane da mid tempo anche se la durata è molto limitata, la voce è qui più apprezzabile ma il resto è molto minimale con un tempo spezzato sul ritornello che dà un po’ di dinamicità. Il quinto e ultimo brano, “Waiting” si apre con un arpeggio di basso e poi parte più sostenuta dei pezzi precedenti. Il pezzo è forse il migliore del lotto, un po’ più vario nelle soluzioni ma il riffing rimane banale, quasi core. Il giudizio finale è insufficiente, il demo è sicuramente penalizzato da una resa sonora non adeguata ma anche la costruzione dei brani non è adatta al caso. Il cantato porta a pensare al death ma la semplicità dei brani fa pensare al grind, eppure il minutaggio (a parte nella quarta traccia) è decisamente elevato per il genere. Non so, si trovano lì nel mezzo e io non riesco a capire la direzione che vogliono prendere. A parere mio si devono ridefinire meglio le coordinate stilistiche, curare si più la struttura dei brani e l’impostazione vocale. Gioverebbero anche una migliore cura della registrazione e della parte grafica del demo, anche questa ridotta all’osso. Oggi la scena è inflazionata di prodotti, questo è risaputo, è necessario quindi curare la massimo tutti gli aspetti della proposta per destare l’attenzione e uscire dalla massa. Ci sono qua e là buone idee ma vanno sviluppate e ci si deve lavorare su sodo.In bocca al lupo e a presto Gardens of Grief.
Track by Track
- Veritas 55
- Happy Carnage 55
- Bulyt-Tagh 50
- Storm Vs Void 55
- Waiting 55
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 50
- Qualità Artwork: 60
- Originalità: 50
- Tecnica: 50
Giudizio Finale
53Recensione di Maglor pubblicata il --. Articolo letto 1044 volte.
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