Stormo «Ere» [2018]
Recensione
Secondo album per gli Stormo da Belluno (scritto senza le parentesi per semplicità), che con questo “Ere” ci propongono 29 minuti di ciò che potremmo definire musica molto più math/hardcore che Post/HC. Di sicuro le influenze e le astrazioni Post ci sono, ma la brevità dei brani evidenzia inequivocabilmente quale dei due generi prevale sull’altro. Magari con dello sludge come ulteriore influenza.
E infatti “Ere” è così, con una musica a volte tumultuosa, molto più spesso parossistica e raramente con quell’introspezione tipica del post puro, confinato a Intermezzi musicali e a mezzo che aumenta il climax delle composizioni. L’opener “Taxidermia” è un buon esempio di questo, con un inizio più soffuso a cui si sussegue poi un deciso cambio d’umore, e “Lama” conferma tutto questo, aggiungendo un altro trademark: le ritmiche musicali sghembe che spesse volte ci accompagneranno in questo “Ere”. Il che è bello, ma purtroppo ci sono anche alcuni difetti: primaditutto, lo stile musicale è molto ripetuto in tutti i brani con sostanzialmente poche variazioni, rendendo il disco molto omogeneo, ma soprattutto tendente alla lunga un po’ al caos, cosa favorita dall’altra cosa che non mi piace: le metriche del cantante, che spesse volte trovo standard e altre volte casuali, rendendo i brani quindi un po’ troppo cacofonici. Se a questo si aggiunge il fatto che la voce e la batteria sono ciò che si sente di più in questo disco, ecco come “Ere” degli Stormo si rivela essere un disco sicuramente spezzettato e dal mood variabile, ma anche purtroppo un po’ troppo caotico, il cui assalto musicale da i suoi risultati nei brani più da attacco full face più tipici come “Meteorite” e “Attacco”, o “Mantra”, anche per via di parti più suggestive. Tutto ciò che sta in mezzo finisce per suonare un po’ confuso ed indistinto, ed è questo ciò che penalizza questo disco.
In conclusione: “Ere” non è un brutto album, ma credo che alcuni difetti e mancanza di equilibrio rendano l’album un po’ che pesta alla cieca e in maniera scoordinata, e per questo poteva fare di più. Ad ogni modo, i fans dell’hardcore/post/math più caotico potrebbero provare a dargli un ascolto.
Track by Track
- Taxidermia 65
- Lama 65
- Porta dell'attimo 60
- Praticamente intero 60
- Preludio - Intermezzo S.V.
- Meteorite 70
- Organismo 60
- Mantra 65
- Metafora del distacco 60
- Cenere 60
- Stasi 60
- Mimesi 60
- Attacco 65
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 60
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 60
- Tecnica: 65
Giudizio Finale
63Recensione di Snarl pubblicata il 02.07.2018. Articolo letto 2284 volte.
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