Black Land «Evil Of Mankind» [2005]

Black Land «Evil Of Mankind» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Maglor »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
850

 

Band:
Black Land
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Titolo:
Evil Of Mankind

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Willer:Voce, Chitarre
Carlo: Basso
Nicola:Batteria

 

Genere:

 

Durata:
48' 57"

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2005

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

I Black Land nascono nel 2001 dall’unione dei Willer, Nicola e Carlo ed assumono all’inizio il monicker Wizard per passare poco tempo dopo al nome attuale pur senza nessuna variazione nella line up. I tre puntano a creare un proprio stile ben definito miscelando i propri back ground che si rifanno a esperienze musicali precedenti ed in particolare mescolano lo stoner rock al misticismo del doom. La stesura dei brani e la ricerca di uno stile continuano per un lungo periodo durante il quale i nostri non incidono alcun demo e si dedicano alla sola attività live a Roma ma non solo, Nel 2005 il trio arriva infine alla registrazione di questo primo full-lenght: Evil of Mankind, appunto. La veste grafica del cd, a noi consegnato in versione promozionale, è discretamente curata e ben rappresenta l’atmosfera del disco. La registrazione è avvenuta al Random Studio sotto la guida di Valerio di Lella e Giuseppe Orlando, quest’ultimo ha curato anche il mastering presso gli Outer Studios. Queste informazioni ci fanno subito capire che un grande sforzo è stato profuso per curare l’impatto sonoro del prodotto, impatto sonoro che è alla prova dei fatti esente da qual si voglia difetto. Anche la prova dei singoli non presenta imperfezioni nell’esecuzione e si attesta su un livello tecnico buono e decisamente adatto al genere. I ragazzi come già detto ci propongono un doom-metal (figlio di Candelmass ma soprattutto Cathedral) con contaminazioni stoner lisergiche (Electric Wizard su tutti) e un cantato che è per la maggior parte dei brani una sorta di screaming rauco bello marcio (mi ha ricordato un po’ i vecchi Coroner), efficace anche se a volte un po’ monocorde. I brani sono infatti mediamente lunghi e una maggiore varietà nelle parti vocali avrebbe giovato. Raramente spuntano delle parti in clean vocals che invece non mi hanno convinto pienamente. La sezione ritmica è precisa e varia entro i limiti consentiti dal genere ed è valorizzata da ottimi suoni e missaggio che creano un bel wall of sound che si muove sempre su velocità da mid tempo con qualche accelerazione, niente di eccessivo, e ampi rallentamenti. La chitarra tesse ritmiche precise e abbastanza lineari che qua e là si fanno più serrate; su tali ritmiche poi si aprono gli squarci solisti. Di veri e propri squarci si tratta, l’uso di una distorsione abbastanza leggera (per l’ambito metal ovviamente), che valorizza il tocco del chitarrista, mescolata a un frequente utilizzo del wah dà proprio questa sensazione di sofferenza nei soli, discretamente strutturati e ben eseguiti, con qualche episodio decisamente riuscito. Di solito durante le recensioni prediligo lanciarmi in un track by track ma si tratta sempre di demo e con un full-lenght verrebbe fuori una recensione immensa che pochi avrebbero il coraggio di affrontare… L’atmosfera del disco credo sia già stata resa, scelgo ora qualche brano che ritengo più significativo per dare l’idea del lavoro complessivo. Doom’s Day è la seconda track del disco,che segue la lunga intro strumentale; si apre con suoni di campane e vento, presentando si come un pachidermico mid tempo dove si intrecciano armonie di basso e chitarra, il tempo poi accelera ed entra l’urlo di Willer, violento e disperato spadroneggia su tutto il brano che mescola rallentamenti e accelerazioni; niente solo e dritti fino alla chiusura. Memoiries of poisons è un mid tempo che si apre con la voce pulita e presenta un pregevole intreccio di melodie vocali e di chitarra. Un break strumentale e un solo in perfetto stile stoner chiudono il brano. Shadow’s Messenger è il 5 brano della track list ed è per il sottoscritto forse il più riuscito del CD in virtù di una maggiore varietà al proprio interno che rende i suoi quasi sette minuti interessanti e avvincenti. Molto bello il break con un gran lavoro della sezione ritmica. In definitiva questo Evil Of Mankind è un discreto esordio; molto buono dal punto di vista della registrazione e dell’esecuzione presenta margini di miglioramento da quello del songrwiting che deve raggiungere un più alto tasso di varietà e di incisività come già i tre hanno mostrato di sapere fare in alcuni episodi del presente lavoro come la già citata Shadow’s Messanger o la massicce No More Grief, Horror’s Civilization e Dea Sun. Evil of Mankind merita sicuramente l’attenzione degli amanti del doom, che invito a visitare il myspace della band(un ascolto è comunque consigliato a tutti), e delle etichette che hanno qui pronto un prodotto superiore per molti versi a tanta roba che si distribuisce in Italia e non solo.

Track by Track
  1. Wizard (Intro) 70
  2. Doom's Day 75
  3. Memories of Poisons 75
  4. Mankind is the Devil 70
  5. Shadow's Messenger 85
  6. No More Grief 80
  7. Horror's Civilization 80
  8. Dead Sun 75
  9. Vortex 70
  10. Madness is Wisdom 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 85
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
76

 

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