Neurasthenia «Return Under Neurasthenia» [2006]

Neurasthenia «Return Under Neurasthenia» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Atoragon »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
3170

 

Band:
Neurasthenia
[MetalWave] Invia una email a Neurasthenia [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Neurasthenia [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Neurasthenia [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina MySpace di Neurasthenia

 

Titolo:
Return Under Neurasthenia

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Neil (Vocals/rhythm guitar)
Lhemann (bass),
Simone (lead guitar),
Leo (drums)

 

Genere:

 

Durata:
14' 18"

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2006

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

La band è nata nel 2004 dalle ceneri di un precedente progetto e questo disco sotto esame è il loro secondo demo. Cominciamo col dire che la band sembra abbastanza smaliziata sotto il profilo tecnico/compositivo, pezzi efficaci e diretti senza essere stucchevolmente amelodici o forzatamente pesanti; le chitarre sono precise e mischiano bene il thrash moderno a melodie che mi hanno riportato alla mente i Judas priest (specie nel primo pezzo, “Into Eternity”), mentre il secondo pezzo “Blue hole” è uno strumentale strano, che inizia con una sorta di riff hendrixiano, per esplodere a metà in un mid tempo lungo un minuto molto simile a “Orion” dei (compianti) Metallica, con tanto di accordi rivoltati. Il secondo pezzo cantato del disco è “Amon”, indubbiamente il più pesante del disco, ha un incedere terzinato sottolineato da una voce alla Testament “periodo di mezzo”, quando ancora non era growl, con linee vocali semplici ed appena accennate ma al contempo molto aggressiva. A conclusione del disco il terzo pezzo cantato su cinque (prima ho omesso l'intro, a dire il vero un po'inutile), rispunta un'apertura alla Metallica, con un fade in memore dei tempi d'oro del thrash, che conduce ad un pezzo velocissimo, quasi hardcore, in cui la voce esplora territori in growl e il riff principale convince per melodia ed efficacia. Passando all'analisi delle prestazioni la voce è buona e particolare, anche se mostra di essere tuttora in evoluzione, mentre la sezione ritmica convince dal punto di vista del basso, preciso anche nei passaggi più veloci, mentre la batteria è elettronica, o triggerata e poi pesantemente quantizzata, e anche se ben elaborata non mi ha convinto appieno la scelta dei suoni, un po' troppo “midi”. Le chitarre sono buone, creano riff interessanti e anche la solista ha una buona fantasia e una tecnica adeguata, le uniche piccole sbavature che ho notato sono nella precisione dell'esecuzione dei fraseggi più veloci. In conclusione questi tre pezzi sono buoni, potenti e composti con molta attenzione per le dinamiche e l'efficacia live, la band ha potenzialità e sa dove mettere le mani, ora aspettiamo un disco con più di tre pezzi veri (poi, consiglio personalissimo, la batteria, anche se la dovete semplificare per fargliela eseguire perfetta, provate a registrarla acustica, i pezzi potrebbero acquisire il doppio del tiro!), che sono troppo poco per dare una valutazione oggettiva, e nel frattempo facciamo un imbocca al lupo per questa nuova promessa dell'underground!

Track by Track
  1. Intro 60
  2. Saving Your Brain 75
  3. Blue Hole 70
  4. Amon 70
  5. Into Eternity 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 60
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
69

 

Recensione di Atoragon pubblicata il --. Articolo letto 3170 volte.

 

Articoli Correlati

News
Live Reports
  • Spiacenti! Non sono disponibili Live Reports correlati.
Concerti
  • Spiacenti! Non sono disponibili concerti correlati.