Recensione

La premessa che bisogna fare prima di mettersi all’ascolto di Ricomincio da Tre è che il target che i Vithra hanno voluto colpire è quello degli adolescenti; quello di ragazzi che hanno voglia di ascoltare qualcosa di comodo, meglio dire facile. Gli stessi arrangiamenti sono di non complicata assimilazione e il cantato italiano aiuta in questo, i temi trattati sono quelli dei problemi dell’adolescente che va verso la vita.
I Vithra fanno un punkrock con un sentore pop che rende l’album un po’ anonimo, piatto, quasi commerciale. Gli stessi testi trattano tematiche strasentite, e questo rende scarso il coinvolgimento emotivo. Pochi sono i picchi che suscitano interesse, e tra questi il pezzo di apertura Previsione e, paradossalmente, L’uomo che Sbadiglia. Anche la ghost track sa di muffa giovane, le battute sul Papa sono un po’ inflazionate e sicuramente non arricchiscono il contenuto del platter. Originali invece gli inserti elettronici in pezzi come Chi Lo Sa. La produzione rende molto bene i suoni sia nelle parti ritmiche che nella chitarra presente ma non invadente. Le linee vocali sono quelle tipiche del genere anche se il cantato in lingua madre le rende troppo melodiche smorzando l‘aggressività necessaria. L’influenza delle grandi bands si sente e ciò tarpa le ali di chi sarebbe comunque capace di volare. Mi piacerebbe risentire i Vithra tra qualche anno quando le capacità che adesso sono latenti verranno fuori dando loro più personalità e sostanza.

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