Kailash «Kailash» [2006]

Kailash «Kailash» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Kleo »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
923

 

Band:
Kailash
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Titolo:
Kailash

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Marco Basili (Guitar, Bass)
Andrea Basili (Drum)
Gabriel Vittori (Voice)

 

Genere:

 

Durata:
33' 24"

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2006

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Se solitamente è la line up del gruppo a cambiare vorticosamente (soprattutto in ambito metal), in questo caso sono i progetti musicali di questi ragazzi viterbesi che sembrano non trovare pace.
Nata nel 1998 come Hastur, in seguito divenuti Korm (2002) per poi passare all’attuale Kailash affiancato da un nuovo Hastur rivisitato e corretto, la band formata dagli storici Marco Basili alla chitarra e al basso, Andrea Basili alla batteria e la new entry Gabriel Vittori alla voce ha partorito il primo full lenth omonimo dopo ben quattro Ep autoprodotti.
Kailash si inserisce in un contesto underground scuro e tenebroso circondato da chiari riferimenti death, senza rinunciare però a qualche lieve bagliore di innovazione.
Le cinque tracce che compongono questa release si dipanano tra lucidi richiami al mondo black e brutal ed inserti destabilizzanti di fattura jazz (merito della collaborazione con il sassofonista Francesco Allulli e del pianista Fabio Recchia).
Si parte con “The Sleepers” in cui la voce ruggente di Gabril si mescola ad assoli di fattezze heavy metal; si prosegue con “Wind Under the Door” che ricalca il percorso già tracciato dalla precedente canzone con l’aggiunta di un piacevole intro arpeggiato ed un pizzico di doom.
L’album si chiude con “Spectrum”, “Token” e “Shift”, già usciti nel 2004 sotto il segno dei Krom (tempi in cui il basso era in mano ad Andrea Vacca e la chitarra ad Albione di Pietrantonio), dove, al groove sempre aggressivo e tagliente, si aggiunge il sound caldo e avvolgente del sax di Francesco Allulli. “Shift” in particolare rende onore al sassofonista il cui merito è di riuscire a trascinare la mente dell’ascoltatore in un piccolo ed intimo locale di periferia.
Un lavoro interessante, che deve maturare ancora prima di trovare la strada giusta per convincere definitivamente, ma le cui premesse lasciano ben sperare.

Track by Track
  1. The Sleepers 65
  2. Wind Under the Door 70
  3. Spectrum 70
  4. Token 65
  5. Shift 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 65
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
68

 

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