A Buried Existence «The Dying Breed» (2011)

A Buried Existence «The Dying Breed» | MetalWave.it Recensioni Autore:
June »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1609

 

Band:
A Buried Existence
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Titolo:
The Dying Breed

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Gianluca Molè - guitar
Marco Veraldi - vocals
Alessandro Vinci - drums
Giuseppe Tatangelo - bass

 

Genere:

 

Durata:
26' 15"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2011

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Questi A Buried Existence sono una delle band più interessanti che mi sia capitato di ascoltare negli ultimi tempi; una scarica elettrica, ricca per altro di un certo pathos, composta di episodi brevi, ma intensi, che s'insinuano subito nel cervello, mandando un forte impulso di scuotersi come dei malati psichiatrici in preda agli spasmi.
Questo disco nasce dall'unione di piccole dosi di death metal integrate con ingenti parti di hardcore, in cui la banalità e la noia sono evitate con cura, senza la pretesa di utilizzare sperimentazioni intellettualoidi, commistioni azzardate con il pop o altre ruffianerie di sorta. Il suono del gruppo si regge su una sezione ritmica agile e accattivante su cui si stagliano le fantasiose chitarre, la vera forza espressiva di ogni traccia. Se proprio dovessi fare un paragone calzante eviterei sia i gruppi death, sia quelli hardcore; perché le composizioni qui sono molto compatte, non c'è modo di dire quale parte è sfacciatamente legata ad un genere piuttosto che all'altro. La band a cui mi viene più facile accostarli sono i newyorchesi Unsane. Il suono nervoso venato di noise che crea atmosfere algide e divulga sensazioni tormentate; le ritmiche groove che si fermano un passo prima, rifiutandosi di essere “trendy”, ma contribuiscono alle gelide visioni apocalittiche; la voce esasperata, sono meccanismi che s'incastrano alla perfezione. Ogni episodio meriterebbe di essere citato, ma mi soffermerò solo su alcuni; l'urgenza di “Revenge” che in coppia con “Perverted Church” disegnano paesaggi ansiosi sfruttando i suoni dissonanti delle chitarre; l'agile violenza senza tregua di “Public Enemies”; e la stumentale in chiusura “28 Weeks Later”, qui il mondo è già finito, e la band, come novelli Goblin di "Zombi" (il film) vi accompagnerà tra i suoi resti, in uno scenario tetro, di un luogo distrutto da radiazioni dove la vita umana è sparita in seguito a malati esperimenti biologici. Un disco da ascoltare assolutamente.

Track by Track
  1. Family Ties 80
  2. Revenge 85
  3. Perverted Church 85
  4. The Dying Breed 80
  5. Reborn In The Sick 85
  6. Public Enemies 85
  7. Unite (Throdown) 75
  8. New World Desaster 80
  9. Combat Shock 80
  10. 28 weeks Later 90
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
80

 

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