Golem «One Bullet Left» (2011)

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Cynicalsphere »

 

Recensione Pubblicata il:
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Visualizzazioni:
2179

 

Band:
Golem
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Titolo:
One Bullet Left

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Matteo De Bellis - vocals, guitars
Ottavio Marzo - guitars
Domenico Bottalico - bass
Rino Ricco - drums

 

Genere:

 

Durata:
43' 14"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2011

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Non è mai stato un mistero che il patrimonio metallico scandinavo abbia fatto proseliti un po’ dappertutto, Italia compresa. Men che meno il fatto che in tanti abbiano provato da un decennio a questa parte a calcare le orme di artisti divenuti veri e propri punti di riferimento nei generi in cui si sono cimentati, dal thrash/death al modern metal e via discorrendo. Ora, prima di apprestarci a parlare del lavoro in questione, va fatta subito una doverosa precisazione introduttiva. L’originalità è un criterio di valutazione che sta da tempo perdendo colpi, vuoi perchè al giorno d’oggi nessuno più inventa niente, vuoi perchè è realmente difficile riuscire a creare qualcosa che spicchi al di sopra di tutto l’universo conoscibile (musicalmente parlando). Quello che oggi conta davvero, dunque, non è tanto l’inventiva, o quantomeno la ricerca dell’idea originale a tutti i costi, ma piuttosto la personalità, cioè la capacità di saper rivisitare quanto già fatto e proposto da altri attraverso una propria ottica ed una propria interpretazione. Di questi tempi si possono idealmente distinguere due categorie di gruppi: quelli che di personalità ne hanno da vendere e quelli che, invece, si dimostrano perfette copie dei tanti già in circolazione. E se da un lato le sorti dei primi non potranno che essere rosee, dall’altro il destino dei secondi appare inesorabilmente segnato a calcare l’oblio insieme alle loro produzioni. E, purtroppo, questo è il caso dell’ultima fatica in studio dei baresi Golem.
Non me ne vogliano i quattro pugliesi, ma da una formazione in attività da una decade, precedentemente autrice di un bel lavoro come “Black Era”, ci si aspettava davvero qualcosa in più rispetto a questo “One Bullet Left”, terzo capitolo sulla lunga distanza della loro discografia. Rispetto al suo precedessore infatti, il nuovo album dei Golem risente in modo anche fin troppo evidente delle influenze dichiarate dal gruppo, tanto che i brani qui presentati sembrano essere usciti direttamente da album come “Figure Number Five” o “A Sense Of Purpose”. Già da un primo giro in piastra, le soluzioni stilistiche adottate riportano alla mente quelle di cui gente come Soilwork o In Flames sono diventati maestri: struttura dei brani classica (semplice e lineare) con particolare predilizione per la ricerca della melodia, utilizzo di bridge pre-chorus, incastri chitarristici melodici “a là svedese”, appunto, e synth dal sapore industrial a condire il tutto su puntualissimi ritornelli “catchy”. Tutto questo viene ripetuto in quasi tutti i dodici episodi del disco, senza che venga mai apportata una qualsivoglia variazione per togliere un grigio senso di piattume generale altrimenti percepibile per oltre quaranta minuti. Pezzi come la title-track, “It’s a Long Night” o “Sometimes” infatti, pur risultando immediati e costruiti appositamente per inserirsi nel trend odierno inaugurato dalle band di cui sopra, nulla aggiungono a quanto già detto, fatto, usato e abusato in altre sedi. Ed è un peccato, vista pure la buona preparazione tecnica del quartetto di Bari e l’ottima produzione del disco, curata nei Golem Dungeon Studios di proprietà della band stessa
Le uniche due tracce che un po’ si differenziano stilisticamente dalle altre, “No Remorse” e “The Joker”, e le poche idee valide presenti qua e là lungo il platter purtroppo non bastano da sole a risollevare le sorti di un album scialbo e privo di sostanza. Come già detto in apertura di recensione, oggigiorno è la personalità a fare la differenza e sarà bene che i Golem la recuperino in fretta, se non vogliono finire in un marasma già abbondantemente popolato da gruppi mediocri. Comunque, se il thrash/death moderno di scuola scandinava fa parte del vostro DNA, date pure un ascolto a “One Bullet Left”. Altrimenti, lasciate pure perdere.

Track by Track
  1. One Bullet Left 50
  2. It's A Long Night 50
  3. No Remorse 60
  4. Psyco Born 60
  5. Sometimes 50
  6. A Second Life 60
  7. We Say No 60
  8. The Joker 65
  9. My Race 50
  10. The Dance Before 50
  11. End Of Days 55
  12. The Remain 50
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 40
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
58

 

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