Intervista: Dejanira
Intanto benvenuti Dejanira e complimenti per il vostro primo lavoro “A Vent Of Rage Against...”, che abbiamo avuto modo di ascoltare ed apprezzare su Metalwave nelle scorse settimane. Partiamo dalla madre di tutte le domande, la più banale: a cosa è dovuto il nome Dejanira?
Diego :: Grazie per i complimenti e per l'ottima recensione che ci è stata fatta! Dopo tanti sforzi e sacrifici per arrivare a questo Ep, avere delle risposte così positive dall'esterno da veramente un sacco di carica. Passando a parlare del nome vi posso dire che non è stato facile! Come sapete la band esisteva già da qualche anno con il nome di “Diatriba”, ma con l'uscita del nostro primo lavoro volevamo far sì che si ripartisse da capo in tutto: “A Vent Of Rage Against...” doveva essere la rinascita, una sorta di nuovo battesimo della band. Così è stato. Parlando invece del significato vero e proprio di Dejanira...beh, letteralmente significa “colei che infiamma”.
Bene, passiamo a cose più serie. Dato per scontato quali siano i vostri modelli e padri putativi musicali, ricordate quali furono i vostri primi ascolti, quando in tenera età vi avvicinaste al mondo del metal?
Mirco :: Diciamo che la prima ”iniziazione” al mondo del metal è avvenuta sicuramente attraverso gruppi come Metallica, Iron Maiden ed In Flames, oltre ai più classici Deep Purple o Black Sabbath; naturalmente poi con gli anni il confine dei nostri ascolti nell’ambito si è sempre più allargato, spaziando dall’ alternative dei Rage Against The Machine ai Death di Chuck Schuldiner; poi beh...dischi come “Master Of Puppets” o “Cowboys From Hell” penso siano stati resi fisicamente inascoltabili con il passare del tempo!
Cosa pensate di avere ereditato da queste fonti di ispirazione?
Diego :: Oltre a ciò che avete potuto notare nel disco, penso che ciò che ci accomuna di più a quelle band è la sana rabbia interiore che ci ha sempre spinto fin dall'inizio. A quindici anni forse era semplice spirito di emulazione, poi col passare del tempo è diventato bisogno di esprimere noi stessi attraverso la musica: nei testi infatti trattiamo tematiche che ci sono vicine o che ci stanno particolarmente a cuore, anche di carattere sociale; diciamo che vediamo la musica come un mezzo per dire veramente ciò che vogliamo. Più nel particolare poi, da gruppi come Metallica o In Flames per citarne giusto un paio, credo che la migliore eredità sia stata aver capito che a volte sperimentare e rimettersi in gioco non è sempre un’ esperienza negativa, sia per chi suona che per chi ascolta.
Ho avuto modo di notare una certa attenzione anche verso sonorità un pò più “attuali”, cosa apprezzate delle nuove correnti e cosa sentite vostro?
Mirco :: Quello che dici è sicuramente vero. Pensiamo che sia terribilmente sbagliato essere conservatori, quando si parla di musica (anche quando si parla d'altro); riconoscersi in qualcosa di passato è sacrosanto, ma farne un unico credo penso sia un errore enorme. Ci riteniamo piuttosto aperti alle contaminazioni dei generi e, per quanto riguarda le nuove correnti, abbiamo cominciato ad apprezzare e a fare nostra la componente “melodica” con gruppi come Nevermore, gli stessi In Flames o più attuali come Trivium e gli ultimi Lamb Of God. Il processo poi è del tutto automatico: suoniamo e componiamo sulla scia di quello che ci piace ascoltare, e l’alternanza, oltre che la fusione, tra la melodia e aggressività ci diverte, oltre a permetterci di esprimerci più liberamente come musicisti.
C’è qualcosa invece del “nuovo” metal da cui fuggite e rivendicate emancipazione?
Diego :: Qualcosa da cui fuggire non c’è ancora per fortuna, anche se le sperimentazioni portate all’estremo non ci hanno mai convinto molto: aperti sì ma a fino ad un certo punto. Poi, anche se potrebbe sembrare un discorso da “paraculo”, in realtà non ci siamo mai posti nessun tipo di paletto in fase di composizione; penso che ciò che scriveremo da qui in avanti lo scriveremo perchè in quel momento ci rappresenta o semplicemente ci da un sacco di gusto nel suonarlo. Detto questo, una cosa criticabile del metal “moderno” è sicuramente la troppa importanza che si dà ad una buona produzione di un disco rispetto alle idee che ci stanno dentro: sempre più spesso si ascoltano dischi di gruppi diversi che suonano esattamente allo stesso modo...suoni enormi ma poche idee insomma. Forse questa tendenza è figlia del fatto che al giorno d'oggi se non impressioni al primo ascolto potresti essere facilmente cestinato: è anche l'ascolto della musica che è cambiato e, per quanto se ne dica, anche il metal ne subisce le conseguenze.
Detto dei vostri influssi, dove puntate ad arrivare? Quali sono i vostri obiettivi?
Mirco :: Nell’immediato i nostri obiettivi sono suonare il più possibile, cercare di promuovere dal vivo il nostro lavoro, conoscere gente e fare esperienze. Inutile dire che il cosiddetto “dream come true” sarebbe vivere della nostra musica, dedicandoci una vita; poi è logico che l’entusiasmo è alto e la voglia di fare è tanta, ma viviamo la giornata coscienti del fatto che la strada è parecchio in salita, quindi nessuno di noi tende a farsi false speranze: prendiamo tutto ciò che ci capita come un’occasione per imparare, dalla più stronza alla più entusiasmante delle situazioni, poi vedremo anche se la fortuna sarà dalla nostra!
Siete attualmente senza contratto, tra le vostre ambizioni c’è quella di essere notati da una label? E se sì, cosa pensate di poter dare alla scena underground attuale che già non abbia?
Diego :: Si, attualmente siamo senza contratto discografico, anche se comunque legati da Settembre 2010 ad Alkemist Fanatix Europe, agenzia di Management & Promotion, proprio per avere più visibilità nel mondo delle labels, sperando che il prossimo disco possa essere rilasciato tramite un’etichetta e distribuito su più larghi confini. Purtroppo sappiamo bene che la discografia italiana, a parte poche e significative eccezioni ovviamente, privilegia altri tipi di generi al metal e, per gruppi come noi e tanti altri che in paesi come Stati Uniti, Regno Unito o Germania avrebbero più fortuna, è un gran pacco! Nonostante ciò la scena underground è decisamente viva e questo ci incoraggia a fare sempre meglio per poterne occupare un posto di rilievo, sempre verso qualcosa che si distacchi dall’impiego dei soliti cliché.
Quali sono state le difficoltà più grosse che avete dovuto affrontare finora per cercare di emergere e portare avanti il vostro progetto?
Mirco :: Beh, oltre le difficoltà di cui abbiamo parlato prima, ci sono anche quelle relative alla promozione live: sembra paradossale per una band come la nostra che dovrebbe nutrirsi di live, ma purtroppo capita sempre più spesso che molti gestori di locali preferiscano contare su cover bands, piuttosto che su gruppi emergenti che probabilmente non garantiscono gli stessi guadagni; questo va a tutto svantaggio della promozione del proprio progetto: se nei locali suona sempre la stessa musica far sentire la propria voce, diventa inevitabilmente più difficile e qualsiasi cosa che non sia quello che “a tutti piace ascoltare” rimane di nicchia ed in questo caso il metal purtroppo paga il conto più salato.
Avete già in cantiere qualcosa di nuovo? Se sì, quando pensate potremmo ascoltare il vostro prossimo lavoro?
Mirco :: Sì, stiamo già lavorando sodo su qualche pezzo nuovo: naturalmente vogliamo che il prossimo disco sia un gradino sopra al lavoro fatto fin’ora e non vogliamo perdere tempo; nonostante ciò non si possono ancora fare previsoni precise e quindi se ne riparlerà nel 2011.
Bene, siamo giunti al termine di questo spazio. Fate un saluto ai nostri lettori e fatevi un ultimo augurio! In bocca al lupo Dejanira e a prestissimo!
Diego e Mirco :: Un abbraccio a tutti i metallers di Metalwave e un ringraziamento particolare a te, Alessandro, della redazione! L’augurio è di vedervi tutti ai prossimi live della band! Cheers!
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Intervista di Ojumalu Articolo letto 1649 volte.
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