Intervista: The Wavers

Nessuna Descrizione Dopo l'uscita del loro album full-length e la recensione del loro primo Ep, i The Wavers si sono prodigati in un'interessante intervista in esclusiva per noi. Buona lettura!

 

Benvenuti sulle nostre pagine. Innanzitutto ci piacerebbe conoscere il perchè del vostro particolare progetto e le sue finalità.

I The Wavers sono nati per puro caso quattro anni fa, come seconda band per tutti gli elementi del gruppo, e in un mese abbiamo composto i pezzi del primo Ep. Abbiamo così registrato e subito abbiamo visto che c'era grande interesse attorno alla band. Inizialmente il gruppo aveva solo lo scopo di farci passare qualche sera in più in sala prove. Adesso invece ci piacerebbe che il surf venisse sdoganato un po' come lo è stato lo ska qualche anno fa e vorremmo contribuire attivamente nel far sì che questo accada.

Ho avuto modo di ascoltare qualche nuovo brano del vostro ultimo album full-length. A differenza dell'Ep, la voce qui è presente. C'è un motivo particolare che vi ha spinto a scegliere questa scelta?

La scelta di includere le voci è stata inizialmente un po' obbligata dagli eventi, visto che facevamo concerti di più di un'ora completamente strumentali e anche noi dopo un po' solamente suonare ci annoiava. Così abbiamo cominciato ad inserire le voci già nel primo disco con una sola canzone scritta da noi, e nell'ultima ne abbiamo scritte tre...diciamo che le voci e scrivere testi è diventato uno stimolo in più all'interno dei Wavers e una sfida che ci piace affrontare, visto che prima dei The Wavers nessuno di noi aveva mai cantato.

Il connubbio tra registrazione "antica" e brani molto personali è perfetto. Volete emulare il passato o preferite rilanciare il vostro surf'n roll?

La registrazione old style è stata usata solo per il primo album "Welcome to Waverland", perchè volevamo ricreare un po' l'atmosfera anni '60 registrando tutti insieme live and direct. L'ultimo "Calavera" invece è stato registrato in modo “moderno”, appunto per cercare di rilanciare il genere e poi si avvicinava molto di più allo stile e al suono che stiamo cercando di ottenere.

Quale messaggio volete passare al popolo musicale con questo vostro sound? Volete far rivivere la spensieratezza dei gloriosi anni '60 o altro?

Non c'è nessun tipo di messaggio o altro all'interno della nostra musica. Vogliamo solo che la gente venga ai nostri concerti e si diverta.

Siete convinti di continuare a portare il surf'n roll nell'underground oppure volete affacciarvi al cosiddetto mainstream?

Sarebbe falso dire che non ci piacerebbe affacciarci al mainstream, e credo che a nessuna band faccia schifo la cosa...non è forse il sogno di tutti i musicisti far conoscere il proprio lavoro a più gente possibile? Noi adesso rimaniamo underground, e per farci conoscere facciamo tanti concerti cercando di portare in giro il nostro lavoro il più possibile. Ma assolutamente non schifiamo l'idea di entrare nel mainstream. Probabilmente ci porterebbe a destinare ancora più tempo al progetto The Wavers e magari a migliorare a livello compositivo.

Vedo dal vostro tour che non siete (giustamente) "schizzinosi" a suonare, oltre che nei locali, anche nei centri sociali. E pure il vostro cd viene venduto a prezzi popolari. C'è un perchè in tutto questo?

Noi suoniamo ovunque perchè è quello che ci piace fare; dalla piazza, al locale, al centro sociale. Tante volte ci consideriamo più punk noi di molte altre punk band nostrane. Ci siamo ritrovati a suonare anche in situazioni difficili, ma l'abbiamo sempre fatto con la massima professionalità. In questo siamo molto old style. Siamo cresciuti con band come Bad Religion o i nostrani Negazione, quindi abbiamo ereditato un po' la stessa attitudine per quanto riguarda il fare musica. Il low cost del cd è stata una scelta per far sì che la gente torni a comprare il cd fisico ai concerti e non scaricarlo da internet. Il momento economico non è dei più felici, e nemmeno quello musicale, quindi ci sembra corretto nei confronti delle persone che vengono a sentirci suonare ai concerti di vendere il nostro cd ad un prezzo più che politico. Visto che sappiamo benissimo i costi che ci sono per permettersi un concerto nei locali (birrette, ingressi locale, benzina...).

Ma torniamo alla musica. Cosa vi porta la vita a creare suoni così allegri e spensierati quando vi ritrovate in studio?

La vita non ci porta certo a creare suoni spensierati ed allegri. Forse la cosa che ci porta a fare questa musica, è perchè ci piacerebbe portare un po' di allegria e qualche momento felice alla vita degli altri. Vorremmo solo regalare un po' di spensieratezza e allegria proprio perchè la vita in pochi momenti ti porta ad essere allegro e spensierato, e la musica ha - tra i suoi molteplici effetti sulla vita delle persone - anche quello di svago. Ci sono parecchi artisti che hanno la capacità di mandare messaggi e far riflettere su temi importanti , noi siamo capaci a regalare un po' di spensieratezza, ed è quello che ci porta a fare quando suoniamo con i The Wavers.

Da quale genere musicale in particolare traete fuori la vostra originalità?

Noi abbiamo ascoltato e suonato diversi generi, e forse la nostra originalità deriva proprio da questo.
Suoniamo tutti da tantissimi anni, e abbiamo suonato e studiato dal metal al reggae, dal punk al blues. Adesso non facciamo altro che attingere dal nostro background e riportarlo nei The Wavers.

Ultime due domande: a che cosa vi siete ispirati quando avete composto "Surfin' Mosquito" e cosa dovrebbe trasmettere questa traccia dell'Ep?

"Surfin Mosquito" è stata semplicemente fatta pensando ai film di Tarantino, e ci sembra una canzone che può far parte della colonna sonora di un suo film.

Siete soddisfatti della dedizione che il pubblico vi dedica oppure no? E soprattutto, siete riusciti a far riempire qualche locale durante il tour?

Siamo più che soddisfatti. Il nuovo tour sta andando veramente bene, ottenendo sempre più consensi e vedendo i locali sempre più pieni. Ma vedendo soprattutto che le situazioni live stanno diventando sempre più grosse e importanti. Per noi è una bella soddisfazione se si pensa che la scena surf è ancora rinchiusa nella stretta cerchia di appassionati del genere.

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Intervista di Fabio HC Articolo letto 1987 volte.

 


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