Intervista: Dynamic Lights
Ciao Marco, vuoi introdurre ai nostri lettori il vostro disco, “Shape”?
E’ difficile descrivere a parole il proprio lavoro musicale, in ogni caso posso dire che il nostro obiettivo con questo disco era quello di creare pezzi intensi, a tratti profondi e ricercati e a tratti più d’impatto e melodici. Abbiamo seguito il lavoro dall’inizio alla fine in modo costante, a partire dagli arrangiamenti fino ad arrivare al mixaggio e ora speriamo che il prodotto finale convinca il pubblico. Noi siamo molto contenti del risultato e siamo felici degli apprezzamenti ricevuti fin’ora, in ogni caso il consiglio che mi sento di dare è di ascoltare con attenzione e più volte il disco poichè i pezzi sono ricchi di dettagli e di sfumature.
Ho notato che avete optato per suoni molto naturali, in controtendenza con la massa che usa ed abusa di campioni, trigger e simulatori digitali di amplificatori valvolari. Come mai?
Il nostro obiettivo era creare pezzi che fossero emozionalmente carichi e per fare questo abbiamo valorizzato anche aspetti come la dinamica dell’esecuzione e il calore degli strumenti acustici, quindi, pur lavorando molto sul mixaggio in modo da avere suoni ben distinti e chiari, abbiamo scelto di non utilizzare campioni per la batteria o amplificatori digitali che tendono ad appiattire il tutto e ad omogeneizzare il prodotto. Ovviamente questo è stato possibile anche grazie all’ottima strumentazione dello studio nel quale abbiamo registrato (Fear Studio) e al perfetto lavoro del fonico Riccardo Pasini.
In occasione dell’uscita del disco alcuni vi hanno paragonato ai Pain Of Salvation. Trovi delle similitudini tra la vostra band e la loro?
Stilisticamente parlando non credo ci siano molte similitudini tra noi e loro, nonostante il paragone ci faccia ovviamente piacere...penso invece che l’accostamento sia dovuto al fatto che anche noi, come i Pain Of Salvation, cerchiamo una dimensione del progressive metal calda ed emotivamente carica. Inoltre la nostra strada si è incrociata in più occasioni con la loro, visto che abbiamo suonato assieme a Milano e in Olanda al ProgPower Festival, e questo può aver attirato l’attenzione degli appassionati.
In occasione del concerto di Milano è successo qualcosa di particolare che vi ha anche portato parecchia visibilità, vuoi parlarcene?
Quella di Milano è stata una serata magica per noi: abbiamo suonato, infatti, alla festa organizzata dal fan club Italiano dei Pain Of Salvation, i quali si sono esibiti subito dopo di noi in una affascinante veste acustica. L’evento già così sarebbe stato fantastico, ma ciò che l ha reso veramente unico per noi è il fatto che Daniel Gildenlow ha cantato assieme a noi dal vivo la sua “Inside” dall’album “One Hour By The Concrete Lake”. Un’emozione indescrivibile, un ricordo bellissimo che tra l’altro abbiamo filmato e che ora è scaricabile tramite il nostro sito internet.
Tornando a Shape, anche l’artwork è molto ricercato ed elegante, ma quale idea si nasconde dietro l’immagine astratta della copertina?
L’astratto in copertina è legato, così come il titolo del disco, al concetto di “forma - non forma” della musica ed è stato realizzato dal nostro bassista Raffaele Mariotti che ha sempre curato la grafica dei nostri lavori. Ci piace il suo modo di fare proprio perchè è originale e elegante, inoltre essendo parte della band Raffaele può capire meglio di chiunque altro l’atmosfera e le idee che i nostri brani vogliono trasmettere.
In che modo state lavorando per promuovere il disco?
Nei giorni in cui Shape veniva distribuito nei negozi abbiamo preso parte al tour celebrativo dei dieci anni di carriera dei Nightingale di Dan Swano ed abbiamo suonato in Danimarca, Germania e Olanda: è stata un’esperienza fantastica che ci ha permesso di vivere momenti splendidi, ci ha unito come band e soprattutto ha dato parecchia visibilità al disco. Inoltre abbiamo fatto qualche data in Italia, facendo anche da supporto ai Labyrinth, e ad Ottobre 2005 siamo ritornati in Olanda per suonare alla settima edizione del ProgPower festival, dove abbiamo condiviso il palco con artisti eccezionali come Wolverine, Pagan’s Mind e Pain Of Salvation.
Come è stato partecipare ad un festival rinomato come quello?
E’ stato il concerto più bello della nostra carriera! La gente ci ha sostenuto durante tutta l’esibizione e tutto è stato perfetto, suoni, luci, palco, così lo show è andato alla grande. Il pubblico però ha fatto veramente la differenza e l’atmosfera che si respirava era incredibile. Trovarsi a stretto contatto con artisti come quelli sopraccitati è sicuramente motivo d’orgoglio e uno stimolo a fare sempre meglio, inoltre anche gli Aurora Project, che hanno aperto la serata, si sono distinti e hanno contribuire ad alzare il livello del festival che già era notevole.
In generale quindi avete dato molta importanza all’attività live e avete avuto occasione di dividere il palco con artisti di grande levatura. Ma preferite le esibizioni “on stage” oppure le registrazioni in studio?
Non c’è una preferenza, almeno da parte mia: sono due modi diversi e complementari per esprimersi, sono due mezzi forti che il gruppo ha per rapportarsi con il pubblico e sono fondamentali entrambi per la crescita di una band. del live è bella la risposta immediata che si ha dalla gente, il contatto diretto che si sente con i presenti, mentre quando si registra in studio si ha la possibilità di sentire le proprie composizioni valorizzate al massimo dai suoni e da un’esecuzione perfetta e si può discutere del risultato con tutti quelli che supporteranno il gruppo acquistando il disco.
Il mercato discografico, nonostante ogni tanto mostri qualche segno di ripresa continua nella sua costante caduta e a risentirne sono spesso anche le band emergenti che non trovano distribuzioni valide o gente disposta ad investire. Ma il problema non può essere risolto dando la colpa agli mp3 che invece stanno dando importanti risultati in quanto a vendite legali. Cosa ne pensi?
Effettivamente quella degli mp3 e dei programmi peer to peer è una questione abbastanza articolata e complessa, comunque internet rappresenta una via incredibile di promozione per le band emergenti e sono tante le cause del crollo del mercato. Escono duecento dischi al giorno ed è difficile trovare tra questi i pochi lavori validi, poi in generale la musica è considerata come un oggetto di poco valore da molti, e si preferisce la pirateria ad una spesa di 15e...la colpa è probabilmente delle stesse major che si sono concentrate per anni sui tormentoni dell’estate dimenticando di proporre anche cose durature, di qualità, ma non saprei, è sicuramente un argomento complesso da analizzare: dalla nostra parte proviamo a fare condizioni vantaggiose per gli appassionati, si possono scaricare infatti dei sample di Shape direttamente dal nostro sito e il cd viene venduto per 12e direttamente dalla DVS Records senza spese aggiuntive di spedizione.
Quali sono i vostri progetti per il futuro?
Per ora la priorità è la promozione di Shape e speriamo quindi di fare qualche concerto in Italia nei prossimi mesi. Stiamo inoltre continuando a scrivere musica e quindi a preparare il materiale che formerà il nostro prossimo disco, ma di questo parleremo in futuro.
Grazie per l’intervista, concludi come vuoi.
Grazie a te ed ai lettori per l’attenzione: fate un giro su http://www.dynamiclights.net , scaricatevi i nostri mp3 (quelli ufficiali possibilmente) e se siete interessati all’album ordinatelo nel vostro store di fiducia o fate un giro qui http://www.dvsrecords.com . Speriamo di poterci incontrare dal vivo in occasione di qualche bel concerto, a presto!
Intervista di Nde Articolo letto 848 volte.
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