Intervista: Edenshade

Nessuna Descrizione Metal Wave incontra il loquace e simpaticissimo Stefano Wosz, chitarrista e leader dei virtuosi Edenshade, che ha saputo fondere, con gli altri membri del combo italico, in modo magistrale, le diverse influenze che li hanno ispirati. Ernando

 

Ciao ragazzi,iniziamo subito con il parlare di voi: che ne dite di presentarvi sinteticamente?

Che dire? Beh, ci siamo formati nel 1998 e dopo un paio di demo abbiamo pubblicato il nostro debut “Ceramic Placebo for a Faint Heart” nel 2003, album che avuto dei responsi davvero otti... dopo di che abbiamo suonato un po’ in giro (non troppo a dire il vero, o almeno non quanto avremmo voluto!) e nel frattempo abbiamo scritto i pezzi che sarebbero finiti sul nostro secondo album. Persi per strada un tastierista (Matteo Belli, al quale è subentrato mio fratello Massimiliano) e la casa discografica (Atrheia Records che nel frattempo ha chiuso i battenti) abbiamo registrato i pezzi e trovato un nuovo accordo discografico con la My Kingdom Music… il resto è storia recente con l’uscita di “the LESSON betrayed” in queste settimane e i responsi spettacolari che sta ottenendo in giro!

Qual è la proposta musicale che offrite e a quale target vi proponete?

La definizione “ufficiale” è quella di progressive death metal, o extreme progressive metal… non starò qua a dirti che la nostra musica non può essere qualificata e che non mi piacciono le etichette, perché rischierei di sembrarti banale! Ahimé bisogna trovare un modo sintetico per spiegare anche a grandi linee alla gente cosa troverà all’interno dell’album, no?
Diciamo che tra le due preferisco la seconda, aggiungendo che se in “Ceramic…” c’erano molti più riffs e idee che potevano rimandare alla scena svedese (la nostra etichetta ci definisce con il perfetto punto d’incontro tra Dream Theater e Dark Tranquillity, per intenderci…) e soprattutto c’era molta più voce growl, “Lesson…” per noi sta rappresentando un punto di svolta interessante. Ci siamo infatti liberati dallo schema imbrigliante di avere strofe cantate in growl e ritornelli con la voce pulita; vocalmente questo album è stato concepito all’insegna della totale libertà artistica, concentrandosi semplicemente sull’apparato melodico e emozionale dei pezzi e mettendolo al primo posto al momento in cui si trattava di operare delle scelte.
Anche la parte musicale ha “risentito” di questo tipo di filosofia, risultando molto più pesante e contemporaneamente melodica del suo predecessore; diciamo che ormai a mio parere death metal e progressive metal sono delle influenze paritarie nella definizione del nostro sound, dove potrete trovare, insieme a queste, la pesantezza di certi riff dei Nevermore o dei Korn (come tu stesso notavi nella recensione) e la melodia e l’emozionalità dei Pain of Salvation… il tutto rielaborato in un’ottica personale, ovviamente!
Spero di non essermi dilungato troppo! eheh

Come per il precedente album “Ceramic Placebo for a Faint Heart” anche per questo “The Lesson Betrayed” vi siete avvalsi degli Outer Sound Studios di Giuseppe Orlando e Massimiliano Pagliuso dei Novembre con risultati altamente professionali: come vi siete trovati ad incidere con due figure storiche del metal italico?

Non sai che enorme complimento mi stai facendo, davvero non ti rendi conto! Ho le lacrime agli occhi, non sto scherzando!
In realtà infatti “Lesson…” l’ho prodotto interamente io nel mio studio e vedere che qualcuno pensi sia stato registrato agli Outer e si complimenta per la resa sonora, mi rende davvero orgoglioso!!! Peppe e Massimiliano, sono stati i miei “maestri” per quanto riguarda la produzione, e in generale hanno avuto un ruolo fondamentale nella nostra formazione come band: come ho spesso detto nelle interviste, lavorare con Peppe e Massimiliano per “Ceramic…”, e per il nostro demo “Love Injuring Criteria” prima, ci ha fatto maturare tantissimo e senza aver lavorato con loro sicuramente non saremmo dove siamo ora come band!
Se vuoi una piccola chicca, ti posso però raccontare che, nonostante avessi già lavorato con altre band in veste di produttore prima di cimentarmi col nostro album, ho voluto la “benedizione” di Peppe su quanto stavo facendo sul nostro disco, altrimenti assolutamente non sarei stato tranquillo: non appena impostati i suoni di basso batteria e chitarre sono corso con Lorenzo a Roma agli Outer a fargli ascoltare un rough mix di un paio di pezzi e per avere un suo parere! E ti giuro che finché il “maestro” non ha dato il suo benestare non ero assolutamente tranquillo!!!

Oltre alle registrazioni avete dato giusta importanza anche alla veste grafica: quali sono i significati delle illustrazioni inserite nel booklet e quello della copertina?

Ho lavorato al booklet subito dopo aver terminato le registrazioni dell’album, e non ti nascondo che ho faticato non poco per trovare la giusta “ispirazione” nel focalizzare quale sarebbe dovuto essere il mood della copertina e dell’artwork in generale.
Sicuramente volevo vi fossero rappresentati tutti gli elementi contenuti nel concept: il ragno, gli elementi religiosi e sacri e soprattutto l’immagine della ragazza… Ho vagato un bel po’ in rete alla ricerca delle immagini giuste che potessero in qualche modo aiutare l’ascoltatore ad immergersi nelle atmosfere che volevamo trasmettere con la musica, ho fatto parecchie prove e poi finalmente mi sono imbattuto nell’immagine della ragazza che poi abbiamo utilizzato… da lì in poi il cammino è stato in discesa e ho terminato tutto il lavoro nel giro di pochissimo tempo!

Quali influenze, musicali e ambientali, avete avuto in passato, quali sono quelle attuali e quali troveremo sul prossimo lavoro degli Edenshade?

Oddio...quelle del passato sono sicuramente quelle che da sempre tutti indicano come le nostre “basi”, ovvero Dark Tranquillity, In Flames, Dream Theater, Novembre… ai quali aggiungo i Gardenian (che forse pochi ricordano, ma hanno sformato almeno un album incredibile!)… ultimamente ascolto parecchio metal moderno e parecchia roba “extra metal”, come ad esempio Depeche Mode e anche Subsonica… riguardo al futuro… non so proprio che dirti! Per tranquillizzare chi legge comunque ti posso assicurare che, nonostante certi ascolti sicuramente non sforneremo un lavoro electro pop!

Con questo secondo full-lenght avete cambiato etichetta passando alla My Kingdom Music: questa nuova sinergia soddisfa appieno le vostre richieste? In che modo state lavorando per promuovere il disco?

Per il momento le cose vanno alla grande con Francesco e la My Kingdom Music! Stanno uscendo parecchie recensioni (praticamente tutte ottime tra l’altro) e stiamo facendo molte interviste! Il prossimo passo sarà l’organizzazione delle date di supporto all’album: è una cosa sulla quale sto insistendo parecchio con Francesco, visto che per “Ceramic…” non eravamo riusciti a suonare quanto avremmo voluto!

Nella vostra regione d’appartenenza esistono delle realtà strutturali in cui c’è la possibilità di esibirsi?

Non c’è praticamente un bel niente! Fino ad un paio di anni fa c’erano due locali dove suonare, ma hanno chiuso entrambi! Per la prossima stagione comunque sembra che le cose si muovano in maniera interessante, e, parallelamente all’apertura al live di una struttura già esistente, uno dei due locali di cui ti parlavo dovrebbe riuscire a riaprire...incrociamo le dita!

Avete in progetto una serie di date, anche se di supporto ad un gruppo più altisonante? E se sì come si articoleranno?

Come ti dicevo ci stiamo iniziando ora a preoccupare dell’aspetto live, nell’ottica di organizzare delle date nei club italiani per l’autunno. Nel frattempo saremo presenti al S-Hammer Metal Fest di Castel Volturno il 26 Agosto, insieme a Sadist, Node e Sodom!

In passato i gruppi estremi della nostra penisola vivevano degli attriti che si rivelavano deleteri per la scena tutta: come sono invece oggi i rapporti tra le varie band?

Non so davvero che dirti, siamo in ottimi rapporti con tutti i gruppi che abbiamo conosciuto e con cui abbiamo avuto il piacere di dividere il palco… con alcuni sicuramente c’è un legame più profondo, con altri solo reciproco rispetto, ma semplicemente perché magari non abbiamo avuto l’occasione di approfondire!

Che importanza ha internet per gli Edenshade, o in generale per un gruppo musicale, e in che modo?

E’ sicuramente un ottimo modo per farsi conoscere, ed un mezzo efficacissimo per ridurre i tempi di divulgazione del tuo materiale e per mettere in contatto le persone! Ancora mi ricordo quando le fanzine erano tutte cartacee, i demo su cassetta e si spedivano per posta demo e ciclostili! Sicuramente il passo avanti è stato notevole!

E quali sono gli svantaggi che la stessa rete può apportare ad un gruppo come il vostro danneggiato, per esempio, dal “peer to peer”?

Il problema è proprio questo, soprattutto per gruppi “piccoli” come noi! Già si fatica tantissimo solo per riuscire a vendere poche centinaia di copie… il peer to peer ha ucciso le vendite dei dischi, e praticamente ormai è già un miracolo se si rientra nelle spese per la registrazione dell’album… per quanto si può andare avanti se far uscire un album è, a tutti gli effetti, solo una spesa per band ed etichette?

Qual è l’ambizione degli Edenshade?

Qualche tempo fa ti avrei detto vivere di musica, ma vista la situazione attuale sarò più realista: direi poter continuare a fare musica e fare dei bei concerti...sono troppo disilluso?

Avete un messaggio da mandare ai lettori di MW?

Sono banale se dico comprate il nostro album e venite a vederci dal vivo? Mi sa di sì, eheh...per cui aggiungo: ascoltate più musica possibile e siate sempre assetati di conoscere cose nuove, senza paraocchi o pigrizia mentale!

Adesso vi concedo due righe per poter esprimere tutta la vostra creatività oratoria...

Beh, grazie per l’intervista e la recensione! Ci vediamo allo S-Hammer Metal Fest!

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