Intervista: Fear Of The Storm

Nessuna Descrizione I Fear Of The Storm, pionieri e portabandiera della musica dark della scena italiana hanno pubblicato, lo scorso mese di dicembre, un box contenente la loro l’intera discografia A parlarci della loro musica, dei progetti e fare quattro interessanti chiacchiere in generale ci sono Carlo, Antonio (aka MAd) e Tony.

 

Ciao ragazzi, prima di tutto grazie per essere a disposizione nello rispondere alle domande per Metalwave. Per me è un vero piacere avere l’opportunità di potervi intervistare, in quanto sono cresciuta ascoltando anche la vostra musica. Fa davvero piacere che lo spirito dark non si è perso, come ho scritto nella recensione per il vostro Madness Splinters (1991-1996), la darkwave non è stata solo una moda passeggera ma uno stile di vita, un modo di pensare e vedere la vita. 1. Madness Splinters (1991-1996), celebrazione del vostro venticinquesimo anno di attività, la prima domanda, sorge spontanea, a cosa si deve la longevità dei Fear Of The Storm?

Carlo: sono contentissimo che ci sia ancora interesse per i "Fear of the storm", nonostante siano passati tutti questi anni.
Tuttavia, riguardo alla longevità artistica, soltanto io e Valeria possiamo fregiarci di questo appellativo, dato che soltanto noi due abbiamo continuato a suonare con lo spirito di quel periodo. Tony si è cimentato in altri generi musicali, per dedicarsi anche ad altre forme di espressioni artistiche, pittura e letteratura [ ha pubblicato svariati romanzi ]. Antonio si è dedicato totalmente ad un lavoro che lo impegna moltissimo; ha appeso il basso al chiodo, anche se, recentemente, ci siamo ritrovati a casa mia, a strimpellare qualcosa assieme.
MAd: Al fatto che non ci vediamo spesso. ;) No, scherzo, il fatto che siamo tutti molto simili e molto diversi allo stesso tempo, c'è comunque sempre stata l'amicizia/fratellanza che ci ha tenuto uniti nonostante gli scazzi e i problemi che ci sono stati. Dobbiamo però sottolineare la estrema determinazione di My Kingdom Music a volere fare in modo che si arrivasse veramente a pubblicare Madness Splinters.
Tony: La band ha sospeso le attività nel lontano 1996, non parlerei di longevità. Ovviamente i rapporti personali sono stati mantenuti nel tempo. Ciò ha fatto sì che si sia pensato a questo box.

Se doveste, in tre parole, definire la vostra carriera, che aggettivi usereste?

Carlo: se dovessi parlare dei "Fear of the storm", non basterebbero tre aggettivi per descrivere il periodo più bello della mia vita. Per come sia finita, solamente uno: "delusione"...Ancora oggi non riesco a capacitarmene. Io e Valeria abbiamo impiegato anni per riprenderci e ricominciare come "Dperd".
MAd: Caotica, Anarchica, Catartica.
Tony: Frustrante, Rivelatrice, Divertente.

Avete in programma un tour per promuovere questa uscita?

Carlo: farei volentieri un concerto in un contesto appropriato. Anche Antonio e Valeria sarebbero d'accordo; Tony, invece, mi sembra quello meno motivato dei quattro
MAd: Siamo troppo vecchi per queste cose. ;) Diciamo che in questa fase della nostra vita era importante chiudere con il nostro trapassato remoto. Ci è stato fischiato di qualche possibile data, ma ne dobbiamo ancora parlare seriamente. Penso che potrebbe capitare qualche cosa ma ancora niente di certo, fattibile e tangibile.
Tony: No. l’idea del box è nata, anni fa, come modo per porre l’ultimo punto alla nostra storia, rimasta, secondo noi incompleta, per la mancata uscita di quello che avrebbe dovuto essere il nostro primo cd a lunga durata, registrato nel 1996 e presente nel box nella sua interezza.

C’è qualcosa nella vostra carriera che vi sarebbe piaciuto esplorare musicalmente e non avete fatto?

Carlo:mi sarebbe piaciuto cimentarmi anche nel rock progressivo, ma non ho mai avuto le capacità tecniche che richiede questo genere. Inoltre, i brani eccessivamente lunghi, mi stancano oggi più che in passato.
MAd: Per me 2 (il cd 3 di Madness Splinters) rappresenta una direzione ben precisa che si era delineata molto bene tra il 1994 e il 1996. per noi quel periodo è stato foriero di molta sperimentazione che spesso non è stata capita ed apprezzata, diciamo che eravamo troppo fuori dal coro e probabilmente in anticipo con i tempi. La nostra dimensione live era molto particolare, quando gli impianti audio luci e video ci assecondavano riuscivamo a fare magie. Ora mi piacerebbe vedere l'effetto che fa con le nuove tecnologie applicate allo spettacolo, ma per fare questo ci vorrebbe tempo e dedizione, oltre che alla certezza di potere portare a termine il progetto. Dal punto di vista musicale mi piacerebbe tornare ad avere la follia di quei tempi.
Tony: Tante cose, troppe da elencare. Gran parte delle quali, di certo, non sarebbe stata apprezzata dalla “scena.”

Quali sono state e quali sono le vostre Influenze musicali?

Carlo: in gioventù mi ha influenzato tutta la wave degli anni ottanta, anche se non ho mai fatto mistero di essere sempre stato un fan dei "King Crimson", da sempre. Oggi, forse, le commistioni tra generi, hanno reso la musica meno etichettabile. Ascolto svariate band, non tutte wave...
MAd: Le mie passano da Cure, Siouxsie and the Banshees, Joy Division, Bahuaus, Virgin Prunes, Fields of the Nephlim a Brian Eno, David Sylivian, Pink Floyd, King Crimson, Yes ecc... Non sono un onnivoro, né mi piace per forza tutto quello che è dark, anzi. Come nella nostra musica mi piace spaziare senza pormi il problema di quello che è di moda in questo momento. Forse sono troppo attaccato al mio passato, ma se non trovo subito qualcosa che mi stimola nel modo giusto non riesco ad andare oltre i trenta secondi.
Tony: troppe. La famosa “list” contenuta sul primo album dei Nurse With Wound potrebbe essere un buon punto di partenza, ma a quella bisognerebbe aggiungere tante altre cose “non ortodosse.”

Com’è nata la collaborazione con Christian Montagna che ha realizzato l’artwork del disco?

Carlo: non è merito nostro, ma di Francesco Palumbo della My kingdom music, la nostra label (ed anche quella dei "Dperd"), che si è occupato personalmente dell' art work del box. E' rimasto folgorato dal quadro dell' artista e si è messo in contatto con lui. Noi, ovviamente, abbiamo approvato all'unanimità la sua straordinaria scelta.
MAd: La collaborazione è nata attraverso Francesco di My Kingdom Music che ci ha proposto la copertina e a noi è piaciuta subito. Ho visto altre sue opere e sono molto belle e intense.
Tony: E’ stato Francesco di MKM a proporci l’artwork. Ci è piaciuto e lo abbiamo utilizzato.

Gruppi, per lo più stranieri, vengono apprezzati pur non proponendo nulla di nuovo ma attingendo palesemente a band che hanno fatto storia come Einstürzende Neubauten, Sisters Of Mercy e via discorrendo, abbracciando una fetta di pubblico giovane. A vostro parere, quanto è cambiato il genere dark?

Carlo: secondo me non è cambiato granché. Certo, la tecnologia ed il pc aiutano i giovani nel filone elettronico del dark. Ma certi canoni sono classici del genere e rimangono, per me, intramontabili. Mi piacerebbe vedere band più originali e meno cloni di gruppi famosi. In Italia la wave è, oggi più che in passato, un genere musicale di assoluta nicchia, molto più di altri generi quali metal, hardcore etc.
MAd: Non so rispondere a fondo a questa domanda mi sono tenuto molto lontano da tutto per vent'anni, appunto perché non sopportavo più questo ambiente. Credo che purtroppo non sia cambiato più di tanto, sicuramente sono cambiate un po' di facce, ma l'atteggiamento è spesso uguale e questo mi dispiace. Ovviamente la cosa cambia quando si parla di mostri sacri, l'anno scorso ho visto dal vivo Peter Hook and the Lights a Genova, sembrava di vederlo nel 1978, sono stati una forza della natura e lui non si è atteggiato per niente, ha fatto avvicinare il pubblico al palco (con grandissimo disagio della proprietà della sala) perché erano tutti ai posti a sedere, alla fine ha tirato su un po' di gente sul palco (cercate il video di Love Will Tear Us Apart online), dopo il concerto scherzava, rideva e firmava autografi a tutti. Questo per dire che spesso è meglio andare alle fonti e non guardare i cloni. L'attitudine dark non c'entra con il divertimento che provi quando fai una cosa che ti piace. Non devi per forza apparire pallido ed emaciato per farti ascoltare.
Tony: praticamente non seguo più la “scena” da quando i FOTS hanno cessato le attività. Quando, ogni tanto, mi capita di ascoltare qualcosa, gli stimoli si mantengono a livelli bassissimi.

Sempre restando in tema di cambiamenti, con l’era di internet, cosa si + perso e cosa si è guadagnato nel ascoltare la musica? Non si è persa la magia della ricerca dei dischi da parte dell’ascoltatore?

Carlo: internet rappresenta per me la possibilità di ascoltare e conoscere band di cui leggo su fanzine e webzine. L'elemento positivo, a differenza del passato, è che adesso acquisto i dischi soltanto dopo aver ascoltato un gruppo sul web e non basandomi esclusivamente sulle recensioni, poichè alcune band, magari osannate dalla cosidetta "critica musicale", mi lasciano indifferente, mentre altre valutate negativamente, mi aggradano ...
L'elemento negativo di internet, invece, è rappresentato dal calo vertiginoso delle copie vendute: un danno per label e artisti.
Parlando di underground, diventare musicisti professionisti, oggi, è una chimera !!
MAd: Ti assicuro è cambiato l'universo, almeno per me. Prima si aspettava la trasmissione radio dove il tizio proponeva cose strambe oppure ti confrontavi con i tuoi amici per vedere cosa avevano scoperto nel frattempo, poi si cercava il negozio o il catalogo dove quei vinili li potevi trovare, poi li dovevi aspettare giorni e quando alla fine arrivavano li mettevi a ripetizione con immensa soddisfazione dei vicini. ;) Oppure si facevano cassette che andavano a ripetizione in macchina. La qualità del suono era buona, anche le cose peggio registrate avevano dinamica, avevano spessore. Adesso è tutto più semplice, così attraverso internet ho scoperto dei gruppi che mi piacciono tipo i Sex Witch, i Balthazar, i Godspeed You! Black Emperor (che dal vivo sono devastanti!!!), però in generale non c'è dinamica nelle nuove generazioni, non c'è emozione reale tangibile, ti rendi conto ascoltando con attenzione adeguata che si limitano tutti a fare un bel compitino. L'ascolto attraverso internet lo trovo frustrante, anche se ovviamente utile e comodo.
Tony: la magia s’è persa, senza dubbio, ma per chi, come noi, abita ben lontano dai grossi centri di diffusione musicale, internet è stato sicuramente manna dal cielo. Magari solo l’1% di ciò che internet propone è valido, ma data l’enorme quantità delle proposte musicali che ogni giorno vengono avanzate, persino quell’1% di roba buona basta e avanza.

“The Little Girl” è uno dei vostri brani che amo particolarmente, com’è nato questo brano?

mentre suonavo con Antonio. Tony non si era ancora unito al gruppo e a quel tempo mi cimentavo anche come singer. Valeria, allora, centellinava i suoi interventi canori; si sarebbe, finalmente, convinta a diventare "cantante" soltanto svariati anni dopo, con i " Dperd".
Per quanto mi riguarda, non ho mai gradito la mia voce e, riascoltandomi oggi, mi fa uno strano effetto.
Il testo del brano in questione è di Antonio e la "The litte girl," a cui il titolo si riferisce, è la "fantasia".
MAd: Come molti altri brani nostri, esisteva un testo scritto da me e mentre eravamo nella nostra sala prove abbiamo cominciato a suonare all'infinto i riff fin quando non ne potevamo più!!! Il nostro modo di comporre è sempre stato questo, riff ripetuti per ore fin quando ci rendevamo conto che avevano un loro perché, poi le volte successive si cercava di dargli struttura e forma canzone. La cosa fondamentale in quei frangenti è seguire le proprie emozioni e sensazioni, fin quando non si ha tutti quanti la quadra che è rappresentata dal fatto che tutti abbiamo le medesime emozioni e sensazioni a quel punto si può dire che il brano è nato. Quando mi chiedono cosa per me è la musica è questo a cui penso, non al genere o all'etichetta che poi gli altri inesorabilmente vorranno affibbiarti. Little Girl dal vivo poi era molto speciale, perché è molto difficile, usando la drum machine, riuscire a trovare il tempo corretto perché parte dopo il basso, quindi dovevo fare molto attenzione a non sbagliare il tempo, e all'epoca non avevo un tac in spia per potere essere preciso era l'emozione che mi portava a essere preciso.
Tony: all’epoca della composizione, non facevo ancora parte della band, sorry.

Potete anticipare qualche novità che riguarda la band?

Carlo: posso soltanto anticipare le notizie riguardanti i "Dperd"....... io e Valeria stiamo lavorando ai nuovi brani.
Per quanto concerne i Fear of the storm", non faccio mistero che una reunion mi sarebbe gradita, almeno per una esibizione live...vedremo....
MAd: Al momento l'unica cosa che ti posso anticipare è che sono successe delle cose che non succedevano da oltre vent'anni fra di noi, (e poi spulciando nel nostro archivio abbiamo trovato altre pepite luccicanti che avevamo completamente dimenticato) quindi, stay tuned, sperando di non fare passare altre decadi prima di fare altro. Come dicevo stiamo valutando tante cose, vedremo ... giuro che vi faremo sapere (questa è una minaccia!!!).
Tony: niente di definito.

Ringraziandovi ancora per questa intervista, vi lascio a disposizione lo spazio per concludere come volete.

Carlo: vorrei ringraziare te per l'attenzione ed il tempo che ci hai dedicato per questa intervista e tutti i vecchi e nuovi appassionati di musica, che ci hanno seguito e continuano a seguirci ancora oggi.
Un ringraziamento particolare va ai giovani ascoltatori. Anche da loro dipende la possibilità che le band possano continuare a suonare: se non c'è seguito o interesse, anche le persone più motivate al mondo potrebbero disilludersi e desistere.
MAd: Io vorrei ringraziare tutti quelli che hanno fatto parte della nostra storia di gruppo e personale, sopratutto Francesco di My Kingdom Music perché è da anni che cerca di fare uscire questo box, e si deve alla sua determinazione se siamo riusciti finalmente a portare a termine questo sogno.
Tony: grazie alla MKM, buon ascolto e … via i paraocchi dalle orecchie!

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Intervista di Ladystardust Articolo letto 2930 volte.

 


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