Intervista: Federico Puleri

Federico Puleri - Fabio Lione (Vision Divine) E' con grande piacere che vi presento il ritorno sulle pagine di MetalWave del Pule, chitarra dei Vision Divine e mastermind dei rinati Exence, attivissimo professionista della scena metal toscana.

 

Ciao Federico, innanzitutto bentornato su MetalWave e grazie per averci dedicato un po’ del tuo tempo; parleremo del nuovo album con gli Exence, la tua “creatura” ma prima di tutto indaghiamo un po’ sul Pule musicista : come ti sei avvicinato al metal, come è nata la passione per la chitarra…

Eheh, devo pensarci bene perché è passato un po’ di tempo.
Nasco come musicista abbastanza giovane: cominciai a suonare la chitarra alle scuole medie dove ebbi la fortuna di incrociare nel mio percorso scolastico un professore molto open-mind che faceva scegliere lo strumento da studiare (a differenza delle scuole odierne dove ti mettono il flauto in mano) e quindi scelsi la chitarra classica.
Eravamo una ventina di chitarre classiche, qualche tastiera e un batterista coi quali studiavamo brani dai libri di musica.
In realtà io ero il più negato e fu proprio questa la scintilla che fece scoccare in me la passione; ricordo un episodio specifico in cui non riuscivo a suonare un accordo specifico (il sol!) e l’insegnante per spronarmi mi trattò abbastanza male.
Tornai a casa con le lacrime agli occhi e scoccò qualcosa in me: cominciai a suonare in modo così assiduo ed aggressivo che dopo poche settimane macinavo un pò di assoli!
Il mio approccio allo strumento è stato prevalentemente da autodidatta, non ho frequentato accademie.

Avvicinarsi al metal invece è stato naturale, sono sempre stato appassionato di buona musica, quella SUONATA, genuina.
Nonostante avessi sempre ascoltato molta musica sin da piccolo, capii che c'era un livello superiore dopo aver ascoltato i Queen e lì fu una specie di svolta verso la musica "intelligente".
Come spesso accade a molti musicisti poi seguì il fatidico incontro con l’heavy metal che per me avvenne a 13 anni ascoltando una ballata dei Metallica (una delle più famose) e fu quello l’input che mi spinse ad ascoltare il resto del disco, di cui mi innamorai. Il primo acquisto dopo questo incontro casuale fu invece una cassetta di un certo gruppo chiamato Sepultura. “Roots”, e da lì è stato tutto in discesa: era il mio territorio.

La strumentazione del Pule?

Chi mi conosce sa bene che sono un maniaco delle Jackson, negli anni ho fatto delle follie comprandone diversi esemplari.
Poi nel 2009 ho avuto la fortuna grazie ai Vision Divine di incrociare il mio percorso professionale con Jackson Guitars USA e ne divenni endorser finendo pure sul catalogo ufficiale cosa che ovviamente mi riempie di orgoglio!
Diciamo che sono il mio strumento definitivo ma come tutti i musicisti ho avuto diverse fasi dove ne ho provate veramente tante.
Sono stato in scuderia per un breve periodo anche con Schecter Guitars tramite Gold Music però il mio marchio, quello che meglio rispecchia il mio suono e la mia identità è sicuramente la Jackson.

Per quanto riguarda l’amplificazione uso Engl Savage e Peavey 5150 che alterno a seconda delle esigenze di suono con entrambi i gruppi in studio e in sede live; mentre per quanto riguarda l’effettistica ho una filosofia abbastanza basilare... non voglio dire jack->chitarra->amplificatore però poca roba.
Giusto un un g-major e (colgo l'occasione) un pedale signature che Ignite Amps ha realizzato per gli Exence: un Tube Screamer, il TABULARASA SCREAMER 808 che spacca il culo.

Cinque album di cui non puoi fare a meno, che ti hanno segnato, con cui sei cresciuto?

Gli album che hanno segnato il mio percorso personale, il mio background sono tanti, cerco di mettere a fuoco quelli che veramente forse hanno dato una svolta nella mia crescita: il “Black Album” è stato il primo album che ho consumato, sebbene poi a conti fatti dei Metallica ne preferisco altri però devo riconoscere che quello è stato il più influente per indirizzarmi verso certe sonorità... “Painkiller” dei Judas Priest, Pantera “Vulgar Display of Power” , Nevermore “Dead Heart in a Dead World” e "Symbolic" dei Death.
Se si parla di percorso personale devo aggiungere per onestà Labyrinth “Return to Heaven Denied” e il primo ononimo Vision Divine.
Sono sempre stato un thrasher convinto ma quei 2 album mi hanno aperto la mente verso orizzonti più melodici.

Da lì inoltre sono nate una serie di situazioni che mi hanno portato ad essere quello che sono oggi, poiché la mia strada 12 anni fa si è incrociata con quella di Olaf (Thorsen) e Fabio (Lione), e ho preso parte ad una realtà professionale che mi ha formato e fatto vivere esperienze che mai avrei immaginato.

Chitarristi di riferimento?

Dunque, a livello didattico quelli su cui ho speso più tempo sono Paul Gilbert e Jeff Loomis.
Ritengo che Paul abbia la plettrata più bella di tutti in ambito hard rock.
Jeff Loomis ritengo abbia impostato un nuovo standard soprattutto a livello ritmico e dal 2000 in poi penso sia uno dei veri grandi chitarristi metal rimasti dopo la scomparsa di Dimebag.
Come dicevo, a mio avviso, ha dettato un nuovo standard ritmico e trovo riduttivo sentirne parlare esclusivamente per le doti soliste, che sono senza dubbio bestiali.
Penso che abbia qualcosa da dire oltre che da eseguire (l'ha dimostrato in parte coi Nevermore) e spero che abbia modo di continuare non soltanto a livello solista come sta facendo adesso, ma magari di formare un suo gruppo o rifondare proprio i Nevermore... Chiaramente poi ci sono chitarristi che ho apprezzato tantissimo e ho studiato (via, suonicchiato...) negli anni come Yngwie Malmsteen, oltre a Dimebag Darrell.

Questi sono i miei idoli della sei corde, o sette, dipende. È bene guardarli e ammirarli ma non cercare di imitarli altrimenti ci si scoraggia e si appende lo strumento al chiodo!

Arriviamo finalmente ad approfondire il discorso Exence, band rinata dopo un periodo un po’ turbolento, qualche membro ha splittato, siete restati in due rispetto alla formazione originale, c’è stato l’ingresso di nuovi elementi..

Sono contento di questa domanda perché è un progetto di cui vado molto orgoglioso. Nasce nel lontano 2000 sostanzialmente con l’intento di suonare musica estrema ed è quello che abbiamo sempre fatto.
Il primo disco è molto diverso da quest'ultimo e dipende dal fatto che l'ho scritto quando avevo 18 anni nonostante sia uscito molto più tardi.
Ci sono altre influenze, le più lampanti sono quelle dei Death di “The Sound of Perseverance” (disco che peraltro avrei voluto inserire nella lista pocanzi, faccio un asterisco e lo inserisco adesso...).
In quel momento l’obiettivo era suonare ciò che mi piaceva e non c’era alcun tipo di ragionamento o ispirazione: è stato un processo molto naturale che ci ha portato ad avere un suono simile all'album citato poco fa ma penso dipendesse anche dal fatto che Massimiliano avesse praticamente la voce identica! (risata) Se mi guardo alle spalle, siamo stati molto pigri.

Forse inconsciamente mi ritenevo già abbastanza impegnato e soddisfatto del successo dell'altra band, che mi ha dato opportunità importanti. E nonostante fossi sempre stato molto legato al progetto è come se per anni avessimo vissuto una situazione di stand by, sicuramente aggravata dal fatto che nel gruppo o facevo qualcosa io o si poteva anche far festa e questa cosa alla lunga mi aveva stancato.

Dopo l’uscita di “Hystrionic” nel 2009, guardandoci negli occhi abbiamo deciso di alzare un po’ l’asticella ma a quel punto non ci siamo trovati d’accordo sulla la direzione musicale da intraprendere e quindi, in modo molto amichevole e maturo abbiamo deciso di chiudere.
Questa morte apparente però è durata ben poco... non ce l’ho fatta. La passione per suonare thrash death era troppo grande e quindi ho detto <basta, riprendo tutto in mano> .
Ho voluto creare una situazione nuova, cominciato a scrivere nuovo materiale e con entusiasmo cercato di ripartire... Ripartire da zero, era questo l'obiettivo. Volevo una nuova band sotto tutti i punti di vista e così è stato infatti nel 2010 hanno presto parte al progetto Ritchie Dario e Riccardo.
Nuovo cantante, nuovo bassista che si è occupato di una larga fetta pure dell'editing, un altra chitarra per rinforzare il suono e Francesco alla batteria unico elemento della vecchia line up.

A conti fatti è stata una sfida vinta perché il gruppo ha ingranato e siamo soddisfatti dell'operato, la testardaggine per una volta mi ha ripagato! Si è creata una bella situazione e atmosfera di band, ci divertiamo... perfetto!
Abbiamo registrato “Tabula Rasa”, che stiamo portando a giro un pò in tutta Italia e la nostra storia al momento si ferma qui, sebbene spero ci sia ancora molto da scrivere...

Ho visto anche molte recensioni positive….

Sì, siamo contenti di come sta andando a livello mediatico, è stato accolto direi alla grande anche in relazione al fatto che si tratta di una sterzata brusca alla proposta precendete.
Le vendite sono un’altra cosa, ormai si può dire che la musica sta morendo se non è già morta da quel punto di vista.
Lo si fa per la soddisfazione e per la passione non per vedere i numeri.
Abbiamo prodotto anche un videoclip ufficiale ("Chitterlings for Vultures" http://www.youtube.com/watch?v=K0dKffBjKJY) che ha ottenuto molti apprezzamenti. In generale senza fare dei sensazionalismi ci possiamo ritenere soddisfatti di quanto stiamo ottenendo.

Per quanto riguarda il sound rispetto al primo album…

È cambiato, molto cambiato. Il primo album come ti dicevo era un death thrash molto progressivo. Con l’ingresso di Ritchie alla voce che rispetto al vecchio cantante è molto più “americano”, alla Anselmo per intenderci, abbiamo virato verso un territorio che puntavo da anni... un thrash più grezzo e incazzato.
Gli elementi progressivi sono diminuiti a favore di riff più heavy metal nel senso classico del termine, non è un album serratissimo come il primo... vi si può respirare un po’ di più.
Ma è quello che più mi rispecchia attualmente e che soprattutto calza a pennello sulla nuova line-up.

A livello compositivo quindi ti occupi principalmente tu sia della parte strumentale, sia dei testi?

Si, mi occupo io della composizione dei brani. Mi piace e ho bisogno di scrivere le singole parti perché vedo il brano come una cosa unica dove uno strumento non è slegato dall'altro, quindi non riuscirei a scrivere a più mani o dove ognuno mette del suo, penso che sia così quasi per tutti a dire il vero.
E' il mio modo di lavorare, l'ho sempre avuto e non ho molta intenzione di cambiarlo (risata)... anzi dal prossimo disco su determinate scelte ho intenzione di fare le cose a modo mio al 101%.
Chiaramente non si tratta di essere dittatori ma solo di determinazione e di trovare prima sintonia con le idee di tutti, per poi conseguire un risultato.

Con i Vision Divine il discorso è molto diverso, esistevano già prima del mio ingresso e ci sono dinamiche differenti.

Gli Exence per me sono una vera e propria tavolozza bianca su cui mi posso sbizzarrire a dipingere, colorare e mettere tutto quello che mi viene in mente e mi piace farlo senza scendere a compromessi, a costo di risultare antipatico agli altri membri della band ahahaha!
Metà band comunque è impegnata a sua volta in progetti esterni quindi diciamo che il modo di sfogarsi artisticamente ce l'abbiamo un pò tutti!

“Tabula Rasa” ha un messaggio?

“Tabula Rasa” non è un vero e proprio concept; ha un tema predominante ovvero, come da titolo, la proiezione catastrofica di quello che potrebbe accadere al globo.
La distruzione totale, in parte già avviata, attraverso le mani dell’uomo stesso che non sa gestire intelligentemente le proprie capacità.
Basti pensare alle risorse importanti come l’energia nucleare: potrebbe essere utilizzata in tanti modi eppure siamo a costante rischio di botto collegato a tensioni politiche; è dunque una visione amplificata dell'intrinseca malvagità dell'uomo, capace di creare e potenzialmente distruggere la razza stessa e l'intero pianeta su cui vive.

Il titolo TABULA RASA ironicamente si è rivelato perfetto, sia per la tematica del disco che per la nostra storia... dove appunto tutto è rinato dopo un reset totale. Dominion of Silence infatti, chiude il disco dopo the Nuclear Reset e ciò lascia intuire che con la fine del disco si chiuda definitivamente un concetto. Al contrario, mi piace vederlo come un punto di ripartenza; la rinascita dopo una fine apparente. Dei testi se ne è occupato anche Ritchie.
Io ho trattato più l’aspetto appena spiegato, mentre lui ha fatto testi un po’ diversi, sui quali preferirei rispondesse direttamente lui. Scrive testi ambigui, con messaggi poco chiari in modo che possano essere interpretati con varie chiavi di lettura.

Come è cambiato il modo di fare e promuovere la musica da quando hai iniziato? Sei in questo mondo da un po’ di anni, più di dieci album nel curriculum quindi di esperienza ne hai fatta..

È cambiato molto, purtroppo si tocca un tasto dolente, Internet... chiaramente è stata la svolta di tutto ma come molte cose non è utilizzato sapientemente, e questo ha portato la musica ad un inevitabile cambiamento in peggio. I dischi da dieci anni a questa parte non si comprano più, è cambiato tutto il modo di intendere la musica e su questo si dovrebbe aprire una parentesi molto lunga.

Prima alla registrazione di un disco precedeva l’incisione di una demo che veniva vagliata dalle case discografiche che se ti ritenevano abbastanza interessante ci investivano su: questo ormai è utopia.
Nessuno è più disposto ad investire a parte che su poche band affermate, e per una band emergente è difficilissimo perché oggi, con l’ausilio del computer, chiunque può fare un disco anche in casa e molte volte senza neppure esserne capace... cosa impensabile 15 anni fa quando per fare un disco si doveva andare in uno studio vero, e per andare in studio ci volevano dei soldi, e quindi una casa discografica alle spalle.

Oggi invece è semplice autoprodurre, con una scheda audio in camera sono tutti produttori e a colpi di mouse tutti Dream Theater dello strumento quindi si è creato un polverone, sono spuntate migliaia di band e chiaramente è Il Caos; è difficile farsi spazio ma paradossalmente, l’unico modo per farsi notare oggi resta proprio internet perché anche la carta stampata ha avuto un calo esponenziale... quelli della nostra generazione sono cresciuti con MetalHammer, Metal Shock, Flash e le news e le recensioni le leggevano lì.
Certo internet ha i suoi vantaggi, si può parlare con una persona dall’altra parte del mondo in tempo reale però il piatto della bilancia pende dalla parte negativa perché guardandomi indietro è morta l’atmosfera... quella magia che c’era attorno alla musica, come per esempio l’attesa fuori dal locale il pomeriggio prima del concerto per vedere passare il musicista...
Son cose che non ci sono più, con internet siamo tutti un po’ più vicini ed è possibile parlare col musicista preferito su facebook piuttosto che su myspace... 15 anni fa era impensabile un cosa del genere, ma proprio per questo c’era un alone di magia indescrivibile.

Spero che questa sia una fase di transizione, credo si debba trovare una quadratura e spero che la musica cominci ad essere più tutelata perché adesso non lo è assolutamente.
E' l’unica forma d’arte a non essere tutelata in modo così assurdo: scaricare un disco non è reato, tutti scaricano album da internet ma nessuno va in una galleria d’arte a rubare un quadro. Magari è un discorso più vasto, però mi piacerebbe che i musicisti fossero un po’ più tutelati perché investiamo tanto in passione e denaro, e nessuno garantisce una tutela di qualsiasi tipo da questo punto di vista.
Dato che i dischi non si vendono più e gli introiti sono calati notevolmente l’unica fonte di entrata può essere il live ma anche il live sta subendo una crisi e questo a mio avviso è più inspiegabile della vendita del disco.
Non mi spiego come possa essere svanita la passione di andare a vedere un concerto e di provare quel brivido, l’adrenalina che soltanto davanti al palco si può riscontrare con l’impianto sparato in viso e i capelli che ti vanno indietro a causa del volume altissimo, è una cosa insostituibile.

Non riesco a capire tante cose, spero sia soltanto una fase transitoria e che tutto possa rinascere, la speranza è l’ultima a morire però è possibile che i tempi d’oro siano finiti e non tornino mai più, e questo mi dispiace molto. Soprattutto vedendo cosa cazzo fanno passare oggi in tv e alla radio, roba da decerebrati a dir poco imbarazzante.

Con i Vision Divine sei reduce da una tournèe in Sud America, lì la situazione è un po’ diversa, c’è ancora un po’ più di passione rispetto all’Italia, all’Europa, so che lì avete un pubblico incredibilmente caloroso..

Si, lì è molto diverso, lì è come se ancora non fossimo arrivati al 2013, è come se da questo punto di vista niente fosse cambiato. Nonostante mi abbiano confermato che c’è stato un lieve calo anche lì.
È impressionante la passione e
l’attaccamento che i fan hanno verso il musicista e la band, è una cosa che ti appaga totalmente.
Riempiono i locali, ti urlano il loro supporto... ti vengono a cercare all’hotel per l’autografo o la foto, pensa che in Messico è ancora possibile fare soldout in un palazzetto! C’è stata una processione di fan per un giorno e mezzo davanti all’hotel.
Fallo in Italia! AHAH!
È un amore che ti rintrona perché si parte da qui, dove l’hostess a Pisa ti dice <ooh coglione, leva la valigia!> arrivi lì e sei un’altra persona; è una cosa che ti sconvolge. E' stata un’esperienza fantastica.

C’è stato soltanto un brutto episodio purtroppo, che penso ormai tutti conoscano... mi riferisco alla sparatoria avvenuta in Guatemala dopo poco l'inizio del concerto, che ha visto vittima un ragazzo colpito alla testa a pochi metri dal palco, e che so essere stato in coma diverso tempo. Adesso si sta riprendendo però la cosa oltre che pericolosissima per tutti è stata veramente scioccante.

Suonare in due gruppi molto diversi come gli Exence e i Vision Divine soddisfa abbastanza il tuo “io” chitarrista o c’è qualche altro sottogenere, se si può definire sottogenere, in cui vorresti cimentarti?

No, per me solo metal e due gruppi diversi tra loro mi appagano. Al momento non sento la necessità di intraprendere nuovi percorsi.
Di certo non si può mai sapere...non voglio dire no a priori ad altre esperienze però al momento queste 2 situazioni mi tengono molto impegnato e sarebbe molto difficile parlare di un terzo progetto. Debbo dire che qualcosa in cantiere c’è, perché avevo cominciato a scrivere del materiale con Morby e Stefano dei Domine per una cosa un po’ diversa -un rock sempre abbastanza pesante- però è un progetto che è stato messo un po’ in standby a causa di problemi personali, ma spero di riprenderlo in mano quando le cose andranno un po’ meglio.
Al momento questi due progetti mi portano via davvero tante energie e tempo e posso definirmi a posto così: non mi manca niente a livello di desiderio artistico.

Come vedi la scena metal italiana, toscana ? Come ci si muove?

La scena metal toscana è valida e prolifica: ci sono delle band che spaccano veramente il culo. Non voglio fare dei nomi per non lasciarne fuori qualcuno ma c’è veramente tanta roba interessante, sia nell’ambito estremo che non. Ho molta stima per alcune bands vicine a noi!

Prossimi progetti con i Vision Divine e con gli Exence?

Beh, ci sono varie cose in cantiere: dal punto di vista live con gli Exence proseguirà il tour di promozione che ci ha portato a giro per l'Italia in questi mesi e toccheremo altre regioni, cercando di andare anche fuori confine.

Per quanto riguarda i Vision Divine inizieremo un tour europeo a fine settembre che dovrebbe toccare Belgio, Olanda, Svizzera, Francia, nord Italia, Rep. Ceca ed altri paesi. Per entrambe le band già stiamo parlando di disco nuovo perché, sai bene che tra parlarne e realizzarlo passa molto tempo quindi è bene non rimandare troppo il discorso.

Il seguito di Tabula Rasa è già in stesura... Si tratta ovviamente di bozze, idee messe li per fermare il tempo e penso che ne prossimi mesi si comincerà a lavorare concretamente.

Ti lascio chiudere come vuoi e ti ringrazio ancora..

Ringrazio MetalWave per l’opportunità e faccio il mio dovere invitando chi legge queste righe ad ascoltare qualcosa dei progetti sui siti dove ci sono anche mp3 gratuiti in streaming ( http://www.exence.net ---- http://www.visiondivine.com ).
Come consiglio, lo so che può suonare veramente banale e scontato, sono quelle frasi di chiusura però ci credo veramente. Chiedo a chi si ritiene veramente un supporter dell’heavy metal di supportare le band comprando i dischi originali e non scaricando perché se non ci diamo una mano tra di noi veramente muore tutto.
Scaricare un disco degli Iron Maiden non uccide nessuno -sinceramente...- però se avete un gruppo di amici che suona e ritenete valga la pena supportarlo fatelo, andate ai concerti e cerchiamo di darci una mano soprattutto tra musicisti, senza rivalità e conflitti, con più coesione e supporto reciproco per onorare lo spirito di fratellanza del metal...
Grazie per l'attenzione, ci vediamo per concerti!

Altre Immagini

 

Intervista di Elbereth Articolo letto 3539 volte.

 


Articoli Correlati

Interviste
  • Spiacenti! Non sono disponibili Interviste correlate.
Live Reports
  • Spiacenti! Non sono disponibili Live Reports correlati.
Concerti
  • Spiacenti! Non sono disponibili concerti correlati.