Intervista: Nargaroth

Nessuna Descrizione A dire la verità, chi vi scrive non è mai stato un fan sfegatato dei Nargaroth (ho sempre pensato che questa band abbia fatto alcune cose carine, e altre molto brutte), ma appena ho avuto l'opportunità di intervistarli, non ho esitato a dire di sì. Per un motivo molto semplice: il personaggio di Rene "Ash"/"Kanwulf" Wagner andava delineato meglio. Molte sono le voci che si dicono su di lui e c'è chi lo ama, chi lo odia, chi non lo conosce, chi lo considera figo perché di moda, e molto altro. Ma la mentalità e l'approccio musicale di Ash sono sempre stati abbastanza poco noti secondo me. E allora, prima di vederlo all'opera nel nostro paese al prossimo Black Winter Festival, eccovi l'intervista, dove abbiamo provato a mettere il buon Ash il più possibile alla prova. Ne è emersa una persona che ama alla follia estrema la sua arte e odia tutto ciò che vi si frappone. Ash è stato molto loquace e disponibile nel parlare della sua musica e anche di sé, mentre ho notato che glissa molto sugli altri argomenti, quasi minimizzandoli. A voi le opinioni e le impressioni. Buona lettura!

 

Vorrei cominciare con una domanda riguardante le novità in casa Nargaroth: diteci, che nuovi sviluppi ci sono riguardo ai Nargaroth?

Dopo alcuni noiosi problemi legali, i Nargaroth pubblicheranno nel 2011 un nuovo album “Spectral Visions Of Mental Warfare”. Si possono sentire alcuni pre-samples non mixati sul canale Youtube dei Nargaroth. Faremo anche il tour album “Black Metal Manda Hijos de Puta”, che è un tributo alla scena latino-americana nel Sud e Centro America, dove i Nargaroth sono andati in tour nel 2009 e nel 2010. Devo molto a queste persone, ecco perché quell’album sarà dedicato a loro. Inoltre, la No Colours Records ristamperà le due parti di “Rasluka” in un unico cd. E sul fronte live, i Nargaroth suoneranno a Febbraio in Italia e faranno un tour europeo ad Aprile. Anche qualche singolo concerto è stato pianificato nel 2011. Per ogni novità o aggiornamento, visitate la nostra homepage: http://www.nargaroth.de.

Parliamo del tuo ultimo album, “Jahreszeiten”. Un album fuori dagli schemi, che tuttavia è riuscito a colpire l’attenzione sia dei fans dei Nargaroth, sia dei detrattori. Mi sono sempre chiesto cosa ti ha ispirato componendo quell’album, come è stato svolto il lavoro di composizione e se c’è qualche riferimento alla musica classica e a Joseph Haydn (che ha fatto un’opera omonima). Descrivi questo album a parole tue.

Questo non è un album black metal e, di conseguenza, non può essere trattato in base agli stessi criteri. È un tentativo di riflettere, tramite musica e testi, le caratteristiche delle quattro stagioni e le sensazioni dell’amore (“malattia mentale”) in un'accezione classica dello stesso e nei suoi cambi. Più precisamente, nel libretto del cd ho esplicitato questo scrivendo che le sfumature emozionali e le rispettive rappresentazioni mentali sono riflesse nella progressione melodico-musicale delle singole canzoni. La parte melodica iniziale di ogni singola canzone deve quindi rappresentare le caratteristiche della stagione che rappresenta, ma anche il momentaneo stato emozionale dell’amore, che è stato espresso da alcune linee melodiche non nlack metal, al fine di rendere giustizia al tentativo di catturare il feeling emozionale della canzone. Per la descrizione di queste complesse dinamiche, i miei testi contengono elementi classici, che dovrebbero essere noti a chiunque abbia a che fare con la letteratura, per questo io rifiuto ogni accusa di plagio. Quindi, nell’album parlo di cambi di stagione come esemplificato dalla presenza delle stagioni dell’anno, e parlo delle sfumature emozionali e delle rappresentazioni mentali riflesse nella progressione melodico-musicale delle canzoni individuali. E i testi parlano delle dinamiche della relazione tra due persone, che influenzano essenzialmente – se non addirittura causano – fati, tragedie ma anche i destini degli imperi del mondo intero. Direi quasi che sarei sorpreso se qualcuno ascoltando l’album dovesse non trovarsi in una delle situazioni di quest’album. E mi rincresce per quelle persone che non capiscono – o cercano di ripudiare!
Primavera – è la stagione del ritorno alla vita. Chiunque è cresciuto in zone rurali può capire questo molto bene. Io sono cresciuto in una vecchia fattoria nella povera Germania dell’Est. Niente acqua calda, riscaldamento solo in due stanze, pareti fatte di sassi e la tipica nevicata, gelidi inverni negli anni '70. Il canto delle allodole che annunciava l’arrivo della primavera era profondamente accolto dal profondo del cuore! Sembrava che anche gli animali della fattoria potessero sentire il ritorno della vita e la rimessa, che d’inverno era così silenziosa e oscura ritorna rumorosa e occupata. Riguardo l’amore, la canzone della primavera rappresenta i primi mesi dopo l’innamorarsi. Non esiste il tempo in relazioni come queste così piene di strani pensieri e convinzioni. Ogni giorno sembra chiaro e ogni problema sembra sopportabile. Anni fa era una giornaliera corsa verso la cassetta delle lettere per vedere se una lettera era arrivata. Oggi è un costante sguardo al cellulare per vedere se è arrivato qualche sms. Vengono create strane connessioni, quasi magiche, con le persone amate, tanto che per una persona estranea a questo, possono suonare strane. Ma è il momento più leggero di un amore appena sbocciato.
Estate – è il picco più elevato della natura. Quando si cammina in una foresta, è un gran concerto di tutti i suoni di piante e animali. Gli animali giovani fanno i loro primi movimenti nel loro nuovo mondo e l’amarezza dell’inverno è dimenticata. Emozionalmente è l’apice della relazione. Legati all’amore, entrambi gli amanti vivono nel loro mondo che appartiene ad entrambi. Le buone coppie sanno come restare insieme, anche quando le ipotetiche immagini di un partner perfetto si identificano in una più realistica, ma comunque ben amabile, persona. Le coppie più deboli possono rompersi in questo stadio facilmente, cioè quando cercano ancora l’ideale di un partner o di una relazione al posto di accettare la realtà e la bellezza di questa realtà. È questo anche il tempo del calore e del sentirsi a casa dopo una lunga odissea.
Autunno – La natura si ferma. La malinconia dorme nelle foreste e i primi rombi di tuono spezzano il silenzio. I ragni creano capolavori tra i vecchi alberi e i terreni ci danno i frutti per cui abbiamo lavorato. È il tempo del raccolto. E ci si prende ciò che si è seminato. Anche nel discorso dell’amore otteniamo ciò che seminiamo. Le ferite di vecchie bugie sono troppo profonde da guarire. I baci rubati sono troppo amari per essere dimenticati. E i nuovi baci non riescono a cancellare l’amarezza del cuore. Alcune coppie riescono ancora a gestire la situazione, in cerca di salvare la relazione. Altre fanno un figlio per cementare ciò che è stato stabilizzato, e per non vedere che i loro sogni muoiono nel vento. L’80% di queste relazioni vivono in questo stato – secondo me.
Inverno – è la Calma rabbiosa, se esiste. Copre la terra che ora ha bisogno di dormire, dopo avere elargito vita per così tanti anni. È difficile vivere ora, per la fattoria, l’uomo e per gli animali nella foresta. La fame ora girovaga per le colline. Venti freddi mordono la pelle fino a romperla e congelano la vita. E in fumosi rifugi la gente racconta storie dell’estate passata. Riguardo all’amore e alla relazione, è ora il tempo di odio, rabbia, rinfacciamenti e accuse. Spesso dopo una rottura, gli ex partner non sanno vedere se stessi nella fine della relazione. Piuttosto l’altra persona viene accusata. È tempo delle brutte parole e dei brutti pensieri riguardo la persona un tempo amata. Ed è il tempo del giustificarsi dei propri cattivi stati d’animo. Ma poi d’un tratto e senza preavviso, nelle ore silenziose della notte, quando la rabbia dorme in un angolo e sotto un pesante tappeto, ogni tanto sentiamo (Attenzione: in precedenza Ash parla in maniera generica e impersonale, mentre ora improvvisamente usa la prima persona plurale…interessante! ndMW) ciò che potremmo chiamare sofferenza. Sofferenza per ciò che si è perso, che avevamo, per ciò che si è detto e fatto e anche per ciò che non si è detto e non si è fatto. Questo momento è ravvisabile nella parte più lenta finale della canzone “Winter”: "…for at times and every now and then the memory of it is aching…" (Traduzione: "...perché a volte ogni tanto il ricordo di questo, fa male...", ndMW).
Essere un uomo significa ingaggiare una guerra giornaliera con le proprie convinzioni contro le esigenze della vita reale in sottofondo. Per questo io dedico quest’album a due persone che mi hanno aiutato in questo difficile cammino di Morte e Resurrezione (Ash dice Dying and Becoming, ovvero Morire e Diventare, ndMW), e delle quali in questo io sono stato discepolo. Costruire una propria strada da soli lo considero, per ciò che le mie esperienze mi suggeriscono, insufficiente e impossibile. Essendo un uomo, la mia strada consiste costantemente di esperienza, continuo porsi delle domande e analizzarcisi, il continuo litigare con me stesso e lo sconforto riguardante la mia passata esperienza di vita. Ma consiste anche del coraggio di rialzarmi da questi errori, per ridefinire la strada che devo affrontare ogni giorno, proprio come Goethe in Seelige Sehnsucht (Blessed Aspiration). Un uomo che non conosce questo patema interiore, o peggio ancora, che non ne è interessato, per me non è né importante né degno di attenzione.

Sono rimasto colpito dalle parole usate nel prologo. In che modo questo monologo è collegato al resto dell’album? Si riferisce a te o a un uomo in generale?

Riguarda la doppia personalità dell’uomo. I nostri tentativi e i successivi fallimenti. Essere una cosa, ma allo stesso tempo molte altre…o il totale contrario. È la mia lotta interiore coi miei antagonismi interiori. Tutti conosciamo bene questa situazione. E così è con l’amore. Quando ci cimentiamo in qualcosa, stavolta con la promessa di migliorare rispetto all’ultima, e ci scopriamo solo in un altro pantano di bugie, fallimenti, peccati. Il monologo iniziale è riferito solo a me stesso, ma so che molti nel black metal possono ritrovarcisi. Nella versione vinile, ogni singola canzone (sottolineato, ndMW) ha il suo monologo! Lo si può leggere nella mia homepage. Nella sezione "Releases" potete cercare la release "Jahreszeiten" ed entrarvi. Là trovate un PDF scaricabile che contiene l’intero (ancora sottolineato, ndMW) testo del libretto, incluso il prologo e anche gli altri monologhi che figurano solo nella versione vinile.

Hai cambiato il tuo nome da Kanwulf ad Ash, che se non vado errato dovrebbe essere un tuo soprannome. Immagino che ci sia una motivazione artistica in tutto ciò. Puoi spiegarci perché hai fatto questa scelta, e perché hai scelto proprio questo nome invece di altri?

Ash è il mio nome. Chiunque negli ultimi 20 anni mi chiama così. Riflette più questo la mia personalità che qualsiasi altra cosa. Ma sono comunque ancora Kanwulf. “Lui” è ancora da qualche parte in me. Lui è ed era la mia rabbia, le mie contrarietà, ignoranza, bugie, odio, vanità. Lui era la mia verità dal 1996 al 2001 ed essere lui mi ha tenuto vivo in quegli strani, malati anni. Ma ogni cosa lascia il suo tempo. Ho fatto molte cose nella mia vita che ricollego a questo nome che ho scelto di mettere a tacere. L’ho fatto nell’album “Semper Fidelis” nella canzone “I Got My Dead Man Sleep”. Ora sono io, Ash, che prende il sopravvento.

Ho saputo che "Jahreszeiten" è uno schiaffo morale a chiunque non avesse vissuto il primo spirit del black metal. Più precisamente, come può quest’album essere usato come un pugno in faccia a questa gente? E perché ti scagli così tanto contro costoro?

Come previsto, soprattutto la melodia iniziale di “Spring” ha creato la maggiore controversia, perché è un cazzotto in faccia a tutti questi Neo-BM-Kids, che non hanno mai fatto esperienza del primordiale spirito del black metal e lo violentano (Ash dice proprio “violate him”, come fosse una persona e non una cosa astratta, ndMW) con le loro poco durevoli ideologie adolescenziali! I miei bisnonni paterni erano tedeschi e contadini in Bessarabia (Regione della Romania del nord-est confinante con l’Ucraina, ndMW), dove emigrarono tra il XVIII e il XIX secolo. Se riuscite a immaginare il gelido inverno dei Carpazi meridionali o se, come me, siete cresciuti in campagna, potete certamente capire quanto fosse accolta la primavera, che come un convoglio di nuova vita dopo necessarie e gelate, tempestose settimane e mesi, era unanimemente accolta all’equinozio di primavera con danze e balli. Per onorare i miei antenati e le mie radici Bessarabiane, ho usato una melodia folk bessarabiana per l’introduzione di “Spring”.
Riprendendo i suddetti soggetti delle canzoni, chiunque sia stato da poco innamorato dovrebbe sapere quanto “strani”, come la lingua inglese giustamente ha, o in senso lato quasi patologicamente ha, ci si potrebbe comportare in questo primo stadio dell’amore. O quanto potrebbe essere liberatorio riinamorarsi ancora dopo lunghi biografici periodi di desolazione e abbattimento (Inverno), e immediatamente sentire che tutto è possibile, come se la vita ti fosse ritornata. Questo è ciò che quella melodia riflette! Capisco che una melodia folk della Bessarabia è vista come inconsueta nel black metal ma io, rispetto a ciò di cui quest’album parla, non ne capisco la non comprensione riguardo ad essa. Però, se qualcuno ci si diverte, si ricorda di questa musica da sagra o simili suoni dell’infanzia, fa rivelare l’effetto energetico di questa melodia perché si avvicina ad un feeling gioioso. Come menzionato nel libretto, mi dispiace veramente molto per tutte quelle persone che non hanno mai vissuto questa emozione. A chi, nonostante questa spiegazione, non capisce il senso della melodia di “Spring”, dirò che la canzone non dura più di 3:22 e che, almeno da allora in poi, è meglio di ciò che la “scena tedesca” ha da “offrire” negli ultimi anni. Le controverse discussioni su Internet hanno comunque fatto sì che questa canzone sia nota a un grande pubblico in poco tempo, così l’album ha raggiunto una bella pubblicità per via dell’effetto promozionale di codesti “critici”. Grazie! Non mi sono mai limitato nei soggetti dei testi dei Nargaroth e mai lo farò in futuro! Sin dall’inizio era ovvio e risaputo che i Nargaroth parlano degli errori dell’umanità. Se non l’avevate capito sin da “Rasluka Pt. II”, i testi non vanno presi seriamente con ciò che affermano! Anche se la mia ultima release non è black metal, so benissimo chi sono e cosa voglio coi Nargaroth e cosa significano essi per me! Col black metal, abbiamo una forma d’arte unica e di espressione, che ci fa esprimere sia tutti gli aspetti emozionali dell’(in)umanità, sia degli sviluppi dell’uomo. Sono ancora di quest’opinione. E chi non ha capito questo, per me dovrebbe star lontano dal black metal!

Alcuni dei tuoi testi sembrano satanici (“Prosatanica Shooting Angels”, “Der Satan Ist's”, “Satan Industries”) e so anche che la tua famiglia ha avuto problemi con alcuni fanatici politici. Qual è il tuo punto di vista riguardo alla religione e alla politica?

Se anche lo sono, sono “satanici” in una maniera molto insolita. Se si leggono i testi, si vede chiaramente che ho una visione completamente differente riguardo alle tematiche “sataniche”. I problemi di famiglia non verranno commentati. E riguardo alla tua domanda su che tipo di ideologia ho: credo fermamente che un uomo deve sviluppare un proprio pensiero. Ho fatto cinque anni di psicoanalisi per cercare di uscire dal mio caos interiore. L’uomo deve sapere accettare i suoi peccati e dimenticarli, non nascondersi dietro falsi “onore e gloria”. Per questo motivo, nella mia visione del mondo la politica non trova spazio e la mia valutazione: quoto un commento che feci su di una intervista fatta nel 2001 per un magazine americano: la politica è fatta dall’uomo, e pertanto inefficace e fondamentalmente sbagliata.

Anni fa dicevi “Fuck Nowadays Black Metal” in una tua release. Obiezione: non pensi che questo pensiero potrebbe essere diventato un cliché detto da tutti, o solo retorica? E cosa pensi della scena attuale, con alcuni nomi per sempre sciolti, altri caduti nel mainstream, altri in caduta libera, altri che scalano la vetta, e altri che propongono nuove contaminazioni black metal?

Non ho una buona opinione nella moderna scena black metal e neanche voglio ripetermi in continuazione. La mia attitudine negativa verso la moderna scena è nota sin dal 2000. E soprattutto, un gran vaffanculo al black metal moderno e commerciale della Norvegia! Non apprezzo quella cultura da fast-food della gente nella scena che semplicemente scarica album dopo album. I ragazzini entrano nella scena giudicando tutto e tutti coi loro pensieri adolescenziali, e dopo un po’ di anni, dopo essere cresciuti e aver messo la testa a posto, lasciano la scena. Lasciando solo gossip e polverone. Ma uomini più grandi come me, che stanno a fare metal sin dalla metà degli anni '80, rimangono e con quel polverone devono conviverci. Ciò mi fa schifo e internet è il loro forum che permette a ogni testa di cazzo di distruggere la musica di chi si fa il culo, rimanendo ben seduti nella loro cameretta!

Ti consideri estremo? Chi è estremo per te? Dammi una tua definizione di “artista”, una parola che ho spesso visto nelle tue interviste.

Un artista muore per le sue creazioni. Non si pone limiti, ma rispetta le regole dell’arte che crea. È responsabile dei suoi ascoltatori ed è connesso alla realtà tramite i suoi fans. Per questo lui deve ammettere i suoi passi falsi e fallimenti, perché solo in questo modo i veri fans del black metal possono seguire e ritrovarsi nelle proprie mancanze, perché anche loro sono una parte di essi.

So che hai supportato band come Darkestrah e Moredhel. Cosa ti ha impressionato di quelle bands? E cosa è necessario per suonare black metal secondo te? Cosa invece non tolleri affatto nel black metal?

Rispetto alcune vecchie bands che conosco sin dai primi giorni, ma non mi faccio influenzare da niente e nessuno tranne che da me stesso. Non simpatizzo con nessuna band. Né ideologicamente né musicalmente.

Hai supportato Akhenaten dei Judas Iscariot e lui ha fatto altrettanto. Da cosa è scaturita questa collaborazione?

Dall’amicizia.

I Nargaroth sono da molto tempo sempre stati al centro di alcune controversie riguardo a molte cose. È mai venuto qualcuno ai tuoi concerti rinfacciandoti qualcosa? Come reagiresti in queste situazioni?

Ogni uomo geniale viene categorizzato e etichettato! Il numero di gossippari e parla-parla prova che ho i miei meriti! In tutta la mia vita musica non è mai venuto nessuno a rinfacciarmi qualcosa. Se qualcuno lo fa, lo lascio fare. Non m’importa. Se m’importasse, io non sarei io.

Sembra tu dia molta importanza alla veste grafica e ai formati della tua musica (vinili, digipacks formato A5). Quanto è importante tutto questo nella tua musica?

Deve riflettere la musica che l’album contiene. Ne faccio quello che voglio. Le mie idee riguardanti i layouts dei cd qualche volta sono considerate profane. Forse perché ho dei gusti semplici, ma odio le copertine e le foto dei membri fatte o ultra ritoccate al photoshop. Quello non fa parte di me. Preferisco le cose semplici ma efficaci.

Parlaci dei tuoi live: quali sono i tuoi prossimi concerti in vista e come mai consideri importante fare concerti? Cosa pensi invece di quelle bands che concerti non ne fanno?

Abbiamo in cantiere un concerto in Italia e un tour europeo. Mi piace viaggiare e ricordare lo spirito primitivo. Questa è la mia motivazione interiore. Le bands che non vogliono fare concerti hanno i loro motivi, e onestamente non mi curo delle altre bands.

La nostra intervista è terminata. Concludi come vuoi!

Il black metal per me è l’arte più preziosa, perché cattura e esprime le emozioni della nostra (in)umanità. Tutti coloro che osservi e rispetti si avvicinano a ciò che si definisce “true”, più di tutti quei ragazzetti wannabe del black metal che vogliono essere evil 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 e ascoltano i loro “eroi” norvegesi commerciali. Non importa che tipo di opinione avete verso I Nargaroth, perché facciamo lo stesso genere musicale e siamo sulla stessa barca. Questo ci rende come fratelli. Uniti nel sangue o nell’odio! Entrambe le cose a me vanno bene!

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Intervista di Snarl Articolo letto 3489 volte.

 


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