Intervista: Ready,Set,Fall

Ready, Set, Fall A ridosso dell'uscita del loro debut album "Memento", ho fatto qualche domanda ai genovesi Ready,Set,Fall. Enjoy!

 

Benvenuti su Metalwave.it! Parlateci un pò di come è nata la vostra band e il vostro progetto musicale.

Ciao a tutti! Ci siamo incontrati a inizio 2010 e ognuno di noi, tranne Chris, proveniva da diverse esperienze musicali. Quello che inizialmente doveva essere un side project si è dopo confermato come il nostro progetto principale, abbiamo da subito intrapreso la nostra collaborazione con Andrea Fusini, il quale ha ottimizzato il tutto, permettendo ad ognuno di noi di crescere come musicista grazie alla sua esperienza.

Come definireste la vostra musica? Quali sono, secondo voi, gli elementi che contraddistinguono il vostro suono?

La nostra musica è un melodeath interpretato in chiave modern metal, con forti influenze scandinave e crossover nu-metal, preferiamo avere sempre un campo d'azione molto ampio nella fascia compositiva, puntare molto sulla potenza del riffing di chitarre e sicuramente i ritornelli in voce pulita di Chris!

"Memento" è il vostro debut album, che uscirà a fine febbraio in Europa e a marzo in USA. Quali sono le idee che ne hanno ispirato la composizione e quali sono gli obiettivi che vi siete prefissati componendo queste canzoni?

Era nostro desiderio raccontare una storia ed utilizzare essa come filo conduttore per dettare un po’ di ordine in mezzo a brani con tematiche diverse l’una dall'altra. Abbiamo deciso di prendere il concetto della fine del mondo come spunto e, per una volta, non curarci delle conseguenze, bensì delle cause, del "boia" (Il "The Fallen") e delle singole vite di ogni persona che ha salvato o condannato la terra. L'obbiettivo principale era soddisfare sia noi che l'ascoltatore, ogni singolo brano doveva presentare una diversa tematica, soggetti ben distinti e background, per tenere l'ascoltatore incollato al brano e, al tempo stesso, essere un pezzo divertente da comporre, suonare e proporre live per noi!

Come nascono i brani dei Ready, Set, Fall?

Nasce tutto nella stanza dello spirito e del tempo del nostro chitarrista Frank, si parte da un riff e poi si procede, ogni canzone passa dal nostro produttore Andrea Fusini, il quale cura l'arrangiamento e, infine, si va tutti al Fusix Studio per registrare il brano intero! Può sembrare poco ma è un processo lento e meticoloso, lavoriamo due canzoni alla volta per concentrare tutto l'arrangiamento e il lavoro di voci. Per presentare un album abbiamo impiegato dai due ai tre anni di lavoro in studio!

Un tratto tipico della vostra musica è un suono potente e anche molto flessibile, che riesce a produrre un costante dialogo tra le parti più tirate e gli stacchi melodici. Quali esigenze vi spingono ad unire queste due tendenze? Qual'è il vostro metodo per far sì che questa commistione risulti poi omogenea?

Viene tutto naturale una volta che iniziamo il lavoro di arrangiamento e stesura della linea vocale, brano dopo brano abbiamo sempre un filo conduttore che accomuna ogni canzone alla precedente e che farà da guida alla successiva. La necessità è dettata dal nostro lato più "catchy", Chris ha un timbro che si presta dal growl al canto pulito restando comunque particolare ed unico, perciò abbiamo sin da subito voluto incorporare i due all'interno di ogni brano, ci sono anche brani nell'album dove Chris fa solo utilizzo di growl e scream… non esiste un vero e proprio metodo per far si che tutto succeda, ma è per noi quasi una sfida cercare di rendere omogenee le due "facce" dei nostri pezzi!

Ho letto che, per il vostro nome, vi siete ispirati alla teoria del "pessimismo cosmico" di Leopardi. Questi concetti influenzano anche i temi delle lyrics?

Assolutamente si! Ogni canzone ha come background l'imminente fine di ogni vita/evento/sentimento dunque i personaggi (ognuno diverso per ogni canzone) parlano delle proprie sensazioni, consci della catastrofe che sta per colpirli, spinti dal terrore ogni sentimento di odio tende a svanire e la natura umana si rincontra quasi come per non restare soli. La vita, che aspettavano magnifica, si è rivelata migliore solo nelle aspettative… i personaggi urlano questo nelle nostre lyrics!

Che rapporto avete con la tradizione metal italiana? Sentite un legame con essa? In generale, come giudicate la scena metal italiana?

Siamo consapevoli che l'Italia negli anni ha sfornato molte band importanti in ambito metal, come Rhapsody of Fire, Lacuna Coil, Fleshgod Apocalypse ad esempio! Ma c'è ancora tanto underground da scoprire e band da non sottovalutare che purtroppo vengono svantaggiate dalla poca cultura di fondo nel nostro paese. Abbiamo ascolti molto vari quindi amiamo tutte le band sopra citate, nonostante il loro suono sia molto diverso dal nostro e speriamo di poter portare qualcosa di nuovo in questo genere, che spesso viene inquadrato ancora purtroppo in canoni troppo rigidi.

In Italia, la scena postmetal in generale è ancora un po’ ridotta, anche se ultimamente stanno emergendo diverse band che, oltre che all'estero, iniziano ad avere un seguito anche qui. Perché, secondo voi, questo genere da noi non ha attecchito come all'estero?

In Italia le varie correnti/generi musicali si diffondo con un leggero ritardo rispetto a quello che accade negli States o nel nord Europa quindi non è per niente facile essere al passo, ma tutto questo ci dà uno stimolo maggiore a fare sempre più del nostro meglio. In ogni modo il postmetal/hardcore portato avanti da band come Converge, Everytime I Die, Underoath per esempio, è sempre stato molto di nicchia perché magari visto come un genere troppo di rottura rispetto alla tradizione metal che è radicata nella mente dei più che seguono questo genere, pensiamo che invece il metal più tradizionale abbia un ottimo seguito in Italia!

Siete parte del roster di una label tedesca (Lifeforce Records), dal punto di vista della promozione, dell’organizzazione dei concerti e anche dal punto di vista discografico, che differenze trovate nell'approccio "italiano" alla musica rispetto a quello "estero"?

Abbiamo iniziato da poco a lavorare con loro e siamo partiti direttamente da labels straniere, in Italia non abbiamo mai avuto contatti di quel tipo anche perché purtroppo nel giro italiano la distribuzione è abbastanza circoscritta al territorio nostrano e questo dà poche possibilità a bands che vogliono fare un tipo di musica che è più seguita all'estero. Lifeforce è una label che ha lanciato molti grandi nomi nel panorama metalcore europeo e internazionale quindi per noi è una "sicurezza" e contemporaneamente siamo felici di avere un rapporto diretto con loro!!

Con l'avvento dei social media, dello sharing di qualsiasi cosa, attrarre l'attenzione anche per una band emergente sembra apparentemente più semplice, però al tempo stesso, essendoci una "concorrenza" spietata, è difficile riuscire poi ad emergere. Siete d'accordo? Come vivete questa situazione?

Si siamo d'accordo, emergere dal web e' tuttavia un impresa faticosa, a volte snervante e lunga, ma non e' paragonabile alle ore che si passano in sala prove, in studio, a comporre e arrangiare, a viaggiare per andare a suonare live. La presenza sul web non e' nient’altro che un metodo per invogliare le persone ad ascoltarci e venirci a sentire live, non e' fine a se stessa, purtroppo e soprattutto in Italia questo concetto non ha molto valore e si finisce ad assistere a vere e proprie battaglie di views, likes, ecc. Credo, infine, che chi trasmette un messaggio concreto nella propria promozione riuscirà ad uscire più di altri.

Ultimamente è diventato importante promuovere la propria musica attraverso la pubblicazione di diversi video di canzoni estratte dagli album. Cosa pensate del video come mezzo di promozione? Come è stata l’esperienza di girare dei video?

Siamo sempre in fase creativa, ognuno raccoglie le proprie idee e le fondiamo per creare un unico prodotto, adoriamo l'idea del "video”, di poter imprimere le nostre idee e creare una vera e propria storia, che intrighi, rapisca e interessi l'ascoltatore creando un ponte con il brano utilizzato per fare da collante a tutta la storia. Ogni esperienza di ogni nostro video è stata unica ed indimenticabile, dal nostro primo video “Skyscrapers” all'ultimo “Deceiving Lights”, troviamo che sia il migliore metodo di promozione per un musicista che vuole farsi sentire là fuori nel caotico mondo del web.

Quanto è importante per voi suonare dal vivo? Che tipo di dimensione assume la vostra musica nei live show?

Suonare live e' tutto, è il momento in cui puoi esprimere te stesso, condividere le emozioni che hanno portato a creare la nostra musica con il pubblico. Conoscere nuove persone è fantastico, nuovi fan, nuove band, ti fa sentire parte di questo magico mondo che è la musica.

Concludo l’intervista facendovi un grande in bocca al lupo! Prima di salutarci dateci delle informazioni sui vostri prossimi concerti e progetti

Ti ringraziamo di cuore! Ricordiamo a tutti l'appuntamento il 20 febbraio al circolo Magnolia con Napalm Death e Hatebreed, l'1 marzo al Cycle club di Calenzano e tenete d'occhio la nostra pagina di facebook per ogni buona nuova!! Keep it Metal! mm/.

Intervista di Jezebel Articolo letto 1604 volte.

 


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