Intervista: Sutuana
Vi do il benvenuto su Metalwave ragazzi! Cominciamo a entrare nel vivo della questione attraverso qualche cenno autobiografico: chi sono i Sutuana? E che significato nasconde questo nome?
Ciao a tutti! Dunque i Sutuana sono una band mantovana composta da quattro "loschi individui": Marco Nicoli al basso e cori, Lorenzo Zagni alla chitarra e cori, Gianluca Montanari alla batteria e Diego Boschini alla voce. Calchiamo i palchi della nostra provincia e di quelle vicine dal 2006 e, nati come cover band hard rock (per necessità...), siamo oggi qui riuniti per presentare il nostro lavoro inedito "PerdutaMente...". Le nostre differenti età, dai 35 anni di Lorenzo ai 24 di Marco, non hanno fatto altro che arricchire il nostro bagaglio compositivo, mescolando generi e gusti musicali, ottenendo così la ricetta Sutuana. Per quanto riguarda il nome, prima una premessa: i Sutuana sono una band seria, che prende veramente sul serio il proprio operato, le proprie scelte e porta avanti le proprie idee con inarrestabile fermezza. Ciò non toglie però che un alone di giocosità segua questa band come "la nuvoletta di Fantozzi". In sintesi, amiamo scherzare, ironizzare, giocare anche con il nostro lavoro ma sempre con la consapevolezza e desiderio di strappare solo qualche sorriso ai nostri fan e ascoltatori. Spiegato questo, ora possiamo svelare il significato del nostro nome, Sutuana. Ebbene, no, scopritelo così: provate a scrivere Sutuana componendo un sms col cellulare utilizzando il T9. Fatto? Ecco il significato! Perchè questa scelta? Semplice, volevamo una parola sola per il nome, facile da ricordare, non in inglese (per non perdersi fra i milioni di nomi) che colpisse l'attenzione e soprattutto che si distinguesse! Il giochetto col T9 nacque anni fa tra noi, per caso, ed utilizzammo subito le parole "distorte" dal T9, come una sorta di linguaggio per sms in "codice". Poi il resto è ormai leggenda. Una curiosità, alcune persone ci hanno chiesto se fosse una parola giapponese...
"PerdutaMente..." è il vostro primo full-length, album che vede la luce dopo il demo "Porco Giochi" del 2007. Tuttavia il pubblico vi ha conosciuti come cover band hard rock. come è stato passare da un repertorio di cover all'espressione più genuina della vostra vena compositiva?
Non abbiamo incontrato particolari difficoltà nel passare alla musica originale: sin da quando ci siamo uniti, l'obbiettivo era comporre brani inediti, lasciare libero sfogo alla nostra creatività. La scelta iniziale di proporre brani cover è stata "strategica", in quanto ci siamo voluti affacciare alla situazione live della zona per farci conoscere, ed ovviamente la via meno difficile per ottenere visibilità è quella della riproposizione di vecchi successi, che comunque abbiamo sempre suonato con grandissimo piacere.
Rimaniamo sul vostro lavoro "PerdutaMente...". Noto con piacere che non sono stata l'unica ad aver trovato l'album interessante, la critica ha avuto parole d'elogio non indifferenti. Quali sono le tendenze che hanno ispirato un'opera ricca non solo di sonorità sperimentali, ma anche di significati reconditi, come anticipa la dicotomia del titolo? E come si sviluppa a livello tecnico?
La musica per noi è un'arte ed è in ogni sua forma stimolante e degna d'attenzione, troviamo restrittivo il doverci ricondurre a determinati sottogeneri di sottogeneri di sottogeneri! Ovvio, suoniamo una commistione di rock e metal, ma in fase compositiva qualsiasi cosa ci piaccia non viene di certo repressa, prestando comunque sempre attenzione a creare un qualcosa di nuovo, che non dia l'impressione di "già sentito". Anche per quanto riguarda i testi, l'importanza che viene attribuita alle parole è fondamentale: come hai ben detto, lo si può intuire sin dal titolo. E' un disco denso di significati, sta all'attenzione dell'ascoltatore coglierli.
Non ho potuto fare a meno di sussultare sulle note di "Hush", cover dal repertorio degli straordinari Deep Purple da "Shades of the Deep Purple". Cosa rappresenta per voi il gruppo britannico? Cosa vi hanno lasciato i grandi maestri a cui vi ispirate?
La scelta della cover "Hush" è di certo riconducibile a quella vena blues intrinseca anche dei nostri brani. Delle band che hanno fatto la storia, come i Deep Purple, rimaniamo sempre affascinati da come siano sempre state per la maggior parte legate ad un approccio, di fondo e ben radicato, blueseggiante. Dai Deep Purple al, per esempio, solismo di Zakk Wylde, tutto torna a quel genere che, potremmo dire, "non sbaglia mai", che gioca e stupisce semplicemente in base a come lo si affronta e lo si evolve. E comunque, tornando ad "Hush", nessuno può resistere e non cantare: " Naa NaNa Naa NaNa...", no?!?
"Faith (No More)" è il pezzo che ospita la voce di Mario Rossi dei Truculentus. Siete soddisfatti della collaborazione?
Certo soddisfattissimi! La scelta è stata azzardata certo, ne siamo consapevoli, ma volevamo dimostrare che siamo in grado di lavorare con generi anche più pesanti di quello scelto. Il pezzo ci piaceva molto, ma non potevamo rovinare la stupenda voce di Diego, così grazie ad un'amicizia antica con Mario, abbiamo potuto produrre anche un pezzo thrash, collaborando così con altri esterni come, ad esempio, per il solo di chitarra, in cui abbiamo coinvolto un nostro carissimo amico: Massimo Piacenti (presidente di una nota scuola di musica). Poi la firma del contratto con SG Records ci ha visto costretti per esigenze di mercato ad eliminare il pezzo dalla scaletta dell'album. Eventualità che avevamo comunque già immaginato, trovandoci perfettamente d'accordo con SG Records. Il brano in questione è lo stesso ascoltabile sull'album da noi auto-prodotto: 500 persone possono ritenersi fortunate ad averne una copia...
La lingua che avete scelto per quanto riguarda il songwriting è principalmente l'italiano, una scelta atipica e difficile in un contesto globalizzato, tuttavia immensamente apprezzata. Che ne pensate? E' un limite o un asso che s'aggiunge al poker d'originalità di cui siete alfieri?
Di certo non è stata una scelta facile, ma abbiamo voluto dare la possibilità di poter comprendere a fondo i nostri testi in primis a chi ci può seguire anche in situazione live. Nel caso ce ne fosse la richiesta e la possibilità, prospettando un futuro "roseo" a livello di audience, non ci tireremo indietro nel ri-registrare le vocals in inglese, o anche in altre lingue come, per esempio, lo spagnolo.
Il disco è stato autoprodotto in 500 copie, andate letteralmente a ruba e collezionando un bel sold out in meno di 10 mesi. Come vi sentite ad essere fautori di questo primo record? E cosa vi aspettate dalla firma con SG Records che si occuperà della nuova pubblicazione dell'album?
Siamo contentissimi del sold-out della prima stampa, non ce lo saremmo mai aspettati, è stata realmente una gratificazione intensa per la band! Gratificazione culminata con l'interesse e il contratto di SG Records. Permettimi un saluto ed un rinnovato ringraziamento al loro staff, a Lorenzo e Marco, che hanno creduto in noi: GRAZIE! Con questa ristampa ci aspettiamo di raggiungere a livello di vendite veramente ogni angolo d'Italia, di riuscire a proporci in sede live non solo nel Nord-Italia ma anche al Centro-Sud, insomma di diffondere la nostra musica ovunque.
Ciò che più auspicavano i fans e gran parte della critica si è realizzato nel contratto con SG Records. Il fermento del successo vi ha spronato nel lavorare su nuove idee? Quali progetti si prospettano all'orizzonte?
Noi non ci fermiamo mai! Fortunatamente le idee per nuove song non mancano e stiamo già lavorando al successore di "PerdutaMente...", la stesura delle tracce è pressoché ultimata, con l'inizio del 2010 cominceremo le registrazioni del nuovo album.
La scelta del vostro artwork mi ha positivamente colpita, grafica ben studiata e come soggetto la mirabile opera di Andrea Galvanin dal titolo "L'ingeniere". Come si lega al vostro lavoro e come mai una scelta tanto d'impatto, quanto pregevolmente innovativa?
Andrea è un amico amante della musica e cogliamo l'occasione per ringraziarlo ancora per averci permesso di utilizzare una sua opera d'infanzia per la nostra copertina. Appena vista per caso appesa al muro della stanza durante una visita nella sua casa di Milano, abbiamo avuto un sussulto, con stupore abbiamo ammirato l'opera e guardandoci ci siamo detti "è perfetta, sarà la copertina del nostro album!". Si legava perfettamente al nostro lavoro, ai nostri testi ed alla nostra musica e pure al titolo "PerdutaMente..." che avevamo già deciso giorni prima. Una casualità che si incastrava come un mattoncino di Lego, non poteva essere altrimenti: quella sarebbe stato il riassunto d'impatto ed immediato di tutte le nostre fatiche. I nostri testi parlano di disagio, cattivi pensieri, odio, pazzia e frustrazioni ed il titolo scelto, "PerdutaMente...", sta a riassumere proprio il significato di un malessere della mente che va perdendosi alla deriva, disorientata e malata, e l'opera di Andrea rappresenta proprio una mente che esplode saturata da tali cupi e irrisolvibili pensieri. Che dire? Bingo!
Il tempo scorre tiranno, tuttavia vorrei sentirvi lanciare un messaggio a tutti i vostri fan e ai nostri lettori. Dove sarà possibile incontrarvi on stage nei prossimi mesi? A voi la parola!
Innanzitutto, grazie mille per l'attenzione e l'opportunità concessaci. Nei primi mesi del 2010 calcheremo principalmente i palchi di noti locali bresciani, ma non esitate a controllare eventuali nuove date su http://www.sutuana.it e http://www.myspace.com/sutuana (i nostri siti ufficiali). Un grandissimo saluto e supportate la Musica Originale e quella dal Vivo!
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Intervista di Rocket Queen Articolo letto 2488 volte.
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