Intervista: Warchild

Abbiamo intervistato il chitarrista fondatore dei Warchild Keith Wild in relazione ai successi che la band italiana sta avendo oltremanica e ai progetti futuri.

 

Ciao Keith, Vuoi cominciare parlandoci delle vostre recenti esperienze d’oltremanica dove avete da poco partecipato ad uno dei più importanti eventi metal del Regno Unito quale il Bloodstock Festival?

Con piacere. Quello che stiamo vivendo in Inghilterra è qualcosa di davvero piacevole. I successi di pubblico e di critica ci stanno facendo molto ben sperare per il nostro futuro. Nel Regno Unito c’è molta gente che ci supporta e che crede in noi a cominciare dal nostro management per finire ai promoters, ai giornalisti e soprattutto ad una folta schiera di affezionati fan che pare sia in continua crescita, non puoi immaginare quello che è successo al Bloodstock Festival, ancora prima che salissimo sul palco si udiva un fragoroso coro che urlava “Warchild! Warchild!”, era un sogno! Fin da subito in U.K. abbiamo avuto ottimi ingaggi. Pensa che il nostro primo concerto all’estero lo abbiamo fatto al celeberrimo Ruskin Arms di Londra, lo storico pub in cui debuttarono gli Iron Maiden! Abbiamo suonato anche al famoso Underworld di Camdem Town per finire a Derby a dividere la scena con Hammerfall, Kay Hansen e compagnia bella al festival di Bloodstock!

A cosa è da attribuire, secondo te, la popolarità e l’approvazione che state ricevendo dal pubblico e dalla critica inglese? Addirittura il popolare magazine Kerrang!, in occasione di una recensione del Bloodstock festival, vi ha dedicato alcune righe insieme a quelli che ritenevano i nomi più significativi definendovi come un “Impressive Thrashing”.

In primis il merito è dell’ottimo lavoro che sta facendo il nostro management inglese. Fin da subito hanno fortemente creduto in noi e ancora oggi sono determinati ad andare fino in fondo. Siamo molto contenti di collaborare con loro. Se pensate che in un solo anno ci hanno portato dal Ruskin Arms a supportare gli Hammerfall, potete immaginare quante ottime speranze nutriamo nel loro lavoro.
Inoltre, a mio parere, ha molto contribuito il diverso approccio che hanno i metalheads inglesi verso le nuove proposte, verso la musica metal in generale. Sembra che si incuriosiscano facilmente e che vogliano conoscere sempre più a fondo le nuove bands, poi se queste le colpiscono ci si attaccano in maniera viscerale e le supportano con tutte le loro forze, ne seguono vita morte e miracoli, ne parlano con gli amici e, in definitiva, si crea un passaparola ramificato. Questo sta succedendo anche con noi, siamo presenti in moltissimi forum di discussione e, per fortuna, si dicono un sacco di belle cose su di noi!
Un’altra caratteristica piacevole della scena inglese è l’incredibile solidarietà che c’è tra le varie band
(Scusate la critica, ma su questo noi in Italia abbiamo molto da imparare!). I vari gruppi metal inglesi si supportano a vicenda, si danno una mano, dividono contatti e dritte di ogni genere e, soprattutto NON SPRECANO TEMPO A DENIGRARSI TRA DI LORO! Noi abbiamo avuto la fortuna di entrare in questo giro e di aver conosciuto band come Panic Cell, Biomechanical, FourWayKill, Infobia e tante altre che ci hanno aiutato ad inserirci e con le quali si è instaurato un ottimo rapporto di amicizia, tanto che i Panic Cell, ad esempio, che sono un gruppo molto più avviato di noi in Inghilterra, ci hanno addirittura fatto da opener per alcuni concerti!
In definitiva troviamo la scena inglese molto accogliente e solidale.

Come mai, nonostante tutto questo parlare di voi, nonostante tutte le ottime recensioni ed i concerti che avete fatto, siete ancora “unsigned”? Nessuna novità a proposito di un contratto discografico?

Come ben saprai, ottenere un buon contratto discografico (e sottolineo buono!) di questi tempi non è cosa da poco. Le etichette di una certa rilevanza sono molto diffidenti vista la difficoltà nel vendere dischi dei giorni nostri. Non voglio soffermarmi troppo su chi, secondo me, è responsabile di quanto sta succedendo anche perché il sistema è così complesso che è difficile avere le idee chiare. Entrerebbero in gioco miriadi di etichette indipendenti, una moltitudine di nuove band che si propongono ogni anno e magari non durano sei mesi, i pirati della rete ecc ecc.
Sta di fatto che oggi è tanto facile firmare per la “qualsiasi Records”, fare un disco che venderà si e no mille copie e rimanere staticamente nella condizione di “band Underground”, quanto è difficile trovare una label seriamente intenzionata ad investire su di te, che crede in te e alla quale devi dimostrare di essere un buon partito! Bhe, noi stiamo lavorando con questa seconda prospettiva ed il lavoro è duro e lungo. Ci vorrà tanta pazienza (che a noi non manca), ma, se qualcosa poi succederà, sarà qualcosa di veramente significativo! Sinceramente abbiamo già avuto diverse proposte da piccole etichette provenienti da ogni angolo del pianeta che avevano sentito parlare di noi chissà dove, ma abbiamo preferito aspettare un po’ di più nella speranza di ricevere proposte più idonee alle nostre ambizioni.
Speriamo di non sbagliarci e che ne valga la pena, sta di fatto che, fatti un po’ di calcoli con l’aiuto del nostro manager, accettando certi contratti, la nostra situazione finanziaria non solo non sarebbe migliorata, ma addirittura peggiorata!!! Non avremmo venduto più dischi di quanti già non ne vendiamo autonomamente e avremmo pure dovuto elargire delle percentuali a fantomatiche etichette per chissà quale motivo! Scusate se mi dilungo, ma questo è un argomento che ci sta molto a cuore e vorrei contribuire a mettere in guardia tante giovani valide band dal “bruciarsi” con inutili contrattini!

Quale pensi sia il punto di forza dei Warchild?

Credo che sia l’attitudine. I Warchild sono una band che fa quello che fa perché ne ha bisogno, magari è un bisogno visto da punti di vista differenti a seconda di ogni elemento, ma certamente quello che ci accomuna è il fatto che sappiamo che non potrebbe essere diversamente. Siamo tutti molto legati all’”entità” Warchild, è come la fonte da cui attingiamo e a cui versiamo le nostre energie.
Purtroppo per motivi legati alle vite private di ogni singolo elemento, riusciamo a riunirci per provare o semplicemente per passare un po’ di tempo insieme, solo pochi mesi all’anno, ma ogni volta tra di noi si crea un’alchimia magica e nel giro di pochi minuti, dopo aver tirato giù un paio di brani, è come se ci fossimo visti il giorno prima!
Quando ho scelto i componenti della band mi sono molto preoccupato di questo aspetto della cosa. Volevo suonare insieme a gente con la quale ci fosse intesa spontanea, non solo con bravi musicisti; bhe credo di esserci riuscito. Da meno di un anno abbiamo dovuto cambiare Bassista, Frank Janniko se ne è andato per impossibilità di sostenere i ritmi adeguati, in tutta pace e conservando con noi un ottimo rapporto. Si riproponeva per noi l’ardua impresa di trovare il “bassista perfetto”. Per fortuna in pochissimo tempo abbiamo trovato Domenico che rispondeva perfettamente alle nostre esigenze musicali e, in un certo senso, spirituali. Ora siamo uniti con lui come se ci fosse stato fin dall’inizio.
Credo che questo tipo di rapporto interpersonale sia alla base della vita di una buona band e che abbia pari importanza con la qualità espressiva e tecnica dei singoli musicisti. Se pensate che i componenti di una band con determinate ambizioni sono destinati a vivere lunghi periodi dell’anno insieme quando si è in tour o durante le sessioni di registrazione di un album, potete capire quanto sia importante saper convivere e conoscere profondamente pregi e difetti caratteriali di ogni compagno al fine di una pacifica convivenza e di un’ottima intesa musicale.

Cosa fate nel tempo libero quando siete in tour?

Ce ne andiamo in giro, giriamo i luoghi in cui ci troviamo e ci rilassiamo in qualche pub bevendo birra o mangiando le specialità locali. Quando poi siamo in giro per l’Inghilterra, di solito lo facciamo in compagnia del nostro manager inglese che è una persona di ottima compagnia e con il quale abbiamo un profondo rapporto di amicizia! Ricordo in particolare un day off durante alcune date in UK in cui eravamo ospiti nel backstage dei Testament che proprio quel giorno suonavano a Londra, lui era più emozionato di noi e stava li ad alzare le corna e ad urlare parole di approvazione a Chuck Billy e soci dal fianco del palco con un paio di galloni di birra nello stomaco ed il bicchiere sempre pieno in mano… è bello avere un rapporto professionale con una persona così spontanea e genuina, rende la cosa molto più piacevole… lui è di certo il sesto Warchild!

Lo scorso anno avete dato alla luce il vostro primo E.P. “Preaching To The Converted” entusiasticamente accolto da magazines e pubblico. State lavorando ad un'altra release?

In effetti stiamo approntando dei nuovi brani per un nuovo disco, ma preferiamo aspettare ancora un po’ prima di registrare, vogliamo fare un lavoro sbalorditivo che non deluda i nostri fans e che ce ne procuri di nuovi (he he he)!
I nuovi brani suoneranno decisamente “Warchild”, avranno quel sound che è andato via via maturando nel corso della nostra esistenza e che in “PTTC” comincia a prendere forma… bhe il prossimo album sarà la consacrazione del sound dei Warchild!

Contate di farlo uscire autoprodotto?

Dipende. Come ti dicevo un po’ di risposte fa, firmeremo per una etichetta solo se riterremo valida e conveniente la loro proposta, fino a quando ci converrà fare da soli faremo da soli. Da soli (e con da soli intendo insieme al nostro manager) siamo arrivati a dei discreti traguardi e da soli ci stiamo impostando un promettente prossimo futuro. Non ci spaventa dover affrontare determinati ostacoli come band “unsigned”.
Comunque per ora è presto per parlare di nuovo disco, siamo ancora impegnati nella promozione di “PTTC” e la sua diffusione deve ancora aumentare, quindi tutto può succedere fino alla nuova release.

Come definiresti il sound dei Warchild?

Guarda, ci hanno attribuito le più disparate etichette, ci hanno definito Power Metal, Thrash, Classic Metal… A noi sinceramente non importa più di tanto, personalmente ho sempre sostenuto di suonare semplicemente Heavy Metal, ma, se proprio devo rifarmi a qualche paragone, sono lusingato da quello che si dice su certi siti inglesi dove sostengono che il sound dei Warchild scaturisce dall’incontro di Iron Maiden e Testament! Bhe, forse questo potrebbe rendere l’idea, ad ogni modo “ai posteri l’ardua sentenza!” ha ha ha!

Presto dividerete il palco con una delle più promettenti nuove realtà del metal inglese, I Biomechanical, e questa volta in Italia. Che rapporto avete con loro e con la loro musica?

I Biomechanical sono davvero una delle migliori metal band uscite negli ultimi 10 anni! Sono eccezionali e per noi dividere la scena con loro Proprio a Bari, la nostra città, è un grandissimo onore! Ci sentiamo molto spesso tramite e-mail e siamo lusingati dal fatto che anche loro hanno un’altissima opinione di noi, alcuni di loro erano al Bloodstock festival e hanno molto gradito la nostra performance. Credo proprio che ci sarà da divertirsi quel giorno e che, unendo le forze, regaleremo al pubblico uno show indimenticabile!

Contate di suonare in altre parti dell’Europa o, magari, del mondo oltre che in Italia ed Inghilterra?

Certo! Vogliamo suonare la nostra musica ovunque! Il fatto è che, come per le labels, anche nel caso di tour agency se ne sentono di cotte e di crude! Trovare gente seria con cui lavorare non è per niente semplice e noi vogliamo ben guardarci dal collaborare con sanguisughe o promoters inetti! Contiamo di allargare sempre più la nostra schiera di contatti fino a quando non troveremo delle persone capaci di organizzarci dei tour seri ovunque valga la pena di suonare! La voglia certamente c’è, abbiamo già avuto alcune proposte (addirittura dagli Stati Uniti), ma la spesa non valeva l’impresa come si suol dire e comunque sicuramente sarà molto più probabile dopo l’uscita di un disco ben distribuito e con il supporto di una buona etichetta. Comunque sia noi che il nostro manager siamo molto fiduciosi al riguardo… work in progress!

Un saluto ai lettori di MetalWave!

Si, un saluto di cuore a tutti i lettori, ma anche a voi dello staff e a tutte le persone che supportano la scena metal! Vorrei fare un ultimo appello a tutti: All’estero il metal italiano è molto apprezzato e rispettato… facciamolo anche noi!
Stay metal everyone!

Intervista di Nde Articolo letto 1360 volte.

 


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