Killswitch Engage + As I Lay Dying + Carnera

Data dell'Evento:
11.08.2008

 

Band:
Killswitch Engage
As I Lay Dying
Carnera

 

Luogo dell'Evento:
Velvet

 

Città:
Rimini

 

Promoter:
Live [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Live

 

Autore:
Jerico»

 

Visualizzazioni:
1581

 

Live Report

[MetalWave.it] Immagini Live Report: Nessuna Descrizione Premesso che i Killswitch Engage sono uno dei miei gruppi preferiti dei quali posseggo la discografia completa, e premesso che Lunedi 11 Agosto cadeva proprio nel bel mezzo delle tanto agoniate ferie estive, l’occasione di andarli a vedere a Rimini era troppo ghiotta per farsela sfuggire. Lo so… un concerto con troppa lacca per capelli rispetto ai miei standard ma, ragazzi, non c’è cosa migliore di godersi un live di un gruppo di cui si conoscano i pezzi!!! So che sapete di cosa parlo… E dato che ho voluto evitare per quanto possibile le varie lumache umane ed il Wall of Death, mi sono isolato appena dietro al mixer posto al centro del caldo Velvet (che oltre al migliore ascolto garantiva un minimo di corrente d’aria per la respirazione elementare… utile per garantire il viaggio di ritorno). Lascerò quindi commentare quanto accaduto durante la serata ai due ragazzi conterranei che ho avuto il piacere di accompagnare ad uno dei loro concerti più attesi della stagione. Signore e signori, la parola a GothicAri e NeOz:



Appena abbiamo scoperto che gli As I Lay Dying sarebbero venuti in Italia, l’ 11/08/08 al Velvet di Rimini, insieme ai Killswitch Engage, ci siamo detti che non ci saremmo mai lasciati scappare questa data all’insegna del metalcore.
La partenza per il concerto è fissata per il pomeriggio, con noi c’è anche Jerico, che guiderà pazientemente per più di tre ore alla volta di Rimini.
Durante il viaggio si scherza sul fatto che sia un concerto EMO e che forse saremmo gli unici tre spettatori, convinti che i due gruppi non siano così famosi Italia.
Arrivati notiamo che il pubblico è piuttosto variegato, ma con una prevalenza di frangettoni e frezze di vari colori. La fila per l’entrata è lunga abbastanza da farci rendere conto che sia gli As I Lay Dying che i Killswitch Engage hanno una grande cerchia di fan.
Si aprono i cancelli, il locale va sempre più riempiendosi e l’atmosfera comincia a surriscaldarsi, sia per l’attesa che per le alte temperatura estive.

Alle 21.45, gli italiani Carnera ( special guest della serata), fanno il loro ingresso sul palco. I nostri propongono un alternative rock che miscela il rock ‘n’ roll anni 60/70 con elementi stoner. Traspare subito l’emozione del combo riminese, visti anche i gruppi che seguiranno. C’è da dire che , ad eccezione di alcune pecche nel sound, catturano subito il pubblico passando da pezzi più rockeggianti come “Hate” , (dove si notano chiaramente le influenze di gruppi quali Kyuss e Queens Of The Stoneage), fino alla ballad “Kind”. In sintesi un bello spettacolo, gradito dal pubblico che saluta applaudendo i Carnera e l'ottima prestazione del frontman Filippo Graziani (ndr: figlio del grandioso Ivan).

Ecco il primo cambio di palco, viene montata la batteria, un rapido check, è l’ora degli As I Lay Dying, il locale è pieno e la gente comincia ad avvicinarsi al palco. All’ingresso del fenomenale drummer, Jordan Mancino, si parte con l’intro di “Through Struggle”, accolta dal boato del pubblico e seguita dall’inevitabile pogo. Purtroppo anche in questo caso il suono, soprattutto nelle prime due canzoni, non è il massimo, risulta impastatissimo rendendo indistinguibili le parti solistiche e le clean vocals. A seguire propongono “Within Destruction” e “The Sound Of Truth”, brani estratti dal loro ultimo full-lenght, “An Ocean Between Us”, per poi andare a ripescare classici come “94 Hours”, “Forever”, “Meaning In Tragedy” e chiudendo lo show con “Confined”, dall’ottimo “Shadows Are Security”.
Da sottolineare l’ottima prova, la compatezza ed il fenomenale show dei cinque ragazzi di San Diego che non hanno di certo lesinato energie, muovendosi continuamente e dandosi ad un headbanging sfrenato; peccato il poco tempo a disposizione che non gli ha permesso di eseguire canzoni che sicuramente avrebbero meritato. Concludono con i saluti di rito, lancio di bacchette verso un pubblico estremamente soddisfatto.

Nuovo cambio di palco, alcuni minuti di attesa ed i presenti al “Velvet” cominciano ad invocare gli headliner della serata. Quando finalmente salgono sul palco i metalcorer/emocorer Killswitch Engage, una delle realtà del genere più famose in America, il pubblico è in delirio.
In attesa di un nuovo album, ci riportano al loro ultimo lavoro in studio, di due anni or sono, intitolato “As Daylight Dies”, proponendoci l’omonima “Daylight Dies”. Senza tregua ci “sparano” in faccia “Still Beats Your Name” e “Take This Oath”. Il sound rispetto al gruppo precedente è sicuramente migliore ma anche in questo caso le clean vocals sono risultate inudibili. Lo spettacolo prosegue con una struggente “Arms Of Sorrow”, il cui ritornello strappalacrime viene cantato all’unisono dai fan, fino ad arrivare alla malinconica “My Curse”, singolo tratto da “As Daylight Dies”, per poi tornare su canzoni dal forte impatto come la famosissime “Fixation On The Darkness” e “Life To Lifeless”. A circa metà show, Mr. Howard Jones, incita il pubblico a dividersi in due gruppi, in attesa del brano successivo e non appena parte il riff devastante di Rose Of Sharyn, si scatena un pogo infernale. Lo show è sicuramente di forte impatto ed ha in Adam
Dutkiewicz (chitarra,seconda voce) il mattatore della serata, che , tra un gesto, una battuta ed una faccia buffa diverte ed intrattiene. Tra un brano e l’altro ci si avvia alla conclusione, ma non prima di aver eseguito dei classici, quali la spettacolare e richiestissima “A Bid Farewell” fino ad arrivare alle ultime due canzoni, “The End Of Heartache” e “My Last Serenade”. I nostri abbandonano il palco, ma per esperienza, sappiamo ormai che almeno un’altra canzone ce la concederanno e così dopo qualche minuto tornano per suonare l’ultimo brano, una cover di Ronnie James Dio, “Holy Diver”.
Buona la prova del frontman, Howard Jones, che ha dimostrato di avere una gran voce, molto versatile anche se, inizialmente, non sembrava essere in una delle sue serate migliori (complice anche il sound probabilmente) e peccato per i ritornelli melodici in cui spesso il cantato spariva tra gli strumenti. Ottima la prova di entrambi i chitarristi e della sezione ritmica, veramente potente. I Killswitch Engage ci hanno salutato dandoci appuntamento fra due anni, quando uscirà il loro nuovo album. Beh che dire, ci rivediamo nel 2010.

GothicAri e NeOz

 

Immagini della Serata

 

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