Tankard + Irreverence + Eviscerate + Dystopya
29.09.2006
Band:
Tankard
Irreverence
Eviscerate
Dystopya
Luogo dell'Evento:
Rainbow
Città:
Milano (MI)
Promoter:
On Dead Sound .
Eagle Booking Live Promotion
Autore:
Barbaro»
Visualizzazioni:
2086
Live Report
Oggi è un giorno particolare per arrivare a Milano, è venerdì e il grosso dei lavoratori rientra per il fine settimana. La cosa mi spinge a partire presto e così, evitando il proverbiale traffico della tangenziale, sono arrivato con un anticipo tale da avere il tempo, dopo gli accrediti, di uscire dal Rainbow e andare a mangiare e bere qualcosa.
Mi siedo su una panchina un po’ distante dal locale e, d’un tratto, vedo arrivare Andy, Frank e Olaf rispettivamente chitarrista, bassista e batterista dei Tankard. Mi sembrano di buon umore e così, offrendo loro della birra, mi conquisto le loro simpatie.
Olaf esordisce dicendo che la Moretti non è affatto malvagia come pensano molti italiani ma che se prendi una tedesca non sbagli mai –ancora non ho capito se parlava di donne o di birre-. Lo ringrazio per la dritta dicendogli che mi sarà utile per l'indomani dal momento che sarei andato all'Oktoberfest di Monaco. Con un vivace assenso il batterista mi chiede di poter far parte della comitiva, cosa fattibilissima non fosse che nello stesso momento avrebbe dovuto essere anche a Prato per la seconda tappa del tour italiano. Peccato. Da qui parte una lunga digressione sulla storia della più popolare festa della birra del mondo; il significato del Mass (i boccali) e l'esistenza della non tanto fantomatica Pink Tent dove si ritrovano Gay e Lesbiche. E mentre si discuteva sulla possibilità di poter gustare qualche bavarese noto che gli altri della band stanno combattendo un’impari lotta con l’agguerritissima zanzara tigre della padania.
Rido e gli dico che pochi anni prima a un concerto a Vigevano – il Powermad 2000 - davano salviette di autan insieme al biglietto di ingresso e che pure quella volta erano due bands tedesche ad essere bersaglio degli attacchi: i Grave Digger e i Running Wild. Rimasero stupiti della presenza di Rock' e Rolf come Headliner quando i Grave Digger erano senz'altro più popolari in quel periodo in Italia e si è discusso su come una band così valida (i Running Wild) sia stata così mal promossa nel nostro paese, con introvabili uscite discografiche e rarissime apparizioni live.
Gli chiedo allora come mai loro stessi non entrino mai a far parte delle bill dei festival estivi italiani, e, la quasi ovvia e vergognosa risposta è stata: semplicemente non ci chiama nessuno. Qui verrebbe da fare una lunga digressione sul perché di certe scelte promozionali ma la risposta me la danno loro stessi: il livello organizzativo degli eventi in Italia è nettamente inferiore al resto d'Europa e quasi ridicolo se messo a confronto con la macchina germanica che, anche su questo campo, non ha rivali da temere.
Abbiamo anche parlato della famigerata festa per il loro ventennale ma a malincuore mi hanno detto che per il 25° i festeggiamenti saranno molto privati: verrà affittato un barcone a bordo del quale potranno salire solo pochi intimi e che navigherà nelle acque del Meno.
Dopo l'ultima bevuta i ragazzi si congedano dandomi appuntamento alle 10, giusto in tempo per entrare nel locale ed assistere allo show dei quattro guests.
I primi sono i milanesi Dystopya che suonano un thrash molto originale e che dal vivo hanno carica da vendere nonostante la scarsissima risposta di pubblico; loro infatti, come le tre band successive saranno molto penalizzati da suoni orribili e inudibili e dal fatto di essere andati in scena in orari oggettivamente scomodi. (verrò a sapere poi che alle undici il locale deve smettere di fare musica ed è quindi ovvia la scelta di uno stage plan del genere dal momento che in 4 ore dovranno suonare quattro bands e gli headliners.)
Anche gli Alterhate devono infatti fare i conti con una ristrettezza di tempi che non gli concede grandi cose se non quello che già sappiamo su di loro; thrash tecnico con forti inclinazioni verso quello svedese.
Molto potenti e crudi invece sono stati gli Eviscerate, già conosciuti e apprezzati dai più col moniker Take Death, hanno offerto uno spettacolo ineccepibile. Thrash piacevole curato e melodico che, forse per la somiglianza del cantante con il compianto Chuck, ricorda a volte i cari Death.
Quando salgono sul palco gli Irreverence finalmente i suoni cominciano ad essere calibrati per il locale e la gente inizia a riempire il parterre. Non credo ci sia bisogno di presentazioni per questa ormai affermata band milanese. La scaletta ha pescato da un po' ovunque prendendo il meglio da Totally Negative Toughts, Target: Hate e War Was Won. se ne vanno lasciando un pubblico soddisfatto e caldo al punto giusto per i re della birra: i Tankard.
Si parte con “We Still Drink the Old Way” tanto per chiarire le idee di coloro, pochi, i quali credono che qualcosa sia cambiato in casa Tankard, il pezzo apre le danze ed è subito seguito da classici del calibro di The Morning After e Zombie Attack. La band è in forma e la carica che dimostra di avere sul palco fuga ogni dubbio. Andy e Mark saltano continuamente da una parte all'altra del palco e anche Gerre non è da meno tanto che quelle foto che vedete sono le uniche decenti, vale a dire non mosse, di 150 fatte anche se avevo impostato tempi di apertura dell'otturatore brevissimi.
La track list pesca dal meglio della loro discografia con ovvi riferimenti all'album che stanno promuovendo con questo tour: "The Beauty and the Beer". Bellissimo il siparietto del panciuto cantante, e qui non si offendano i credenti, che ha gridato: voi avrete vinto i mondiali, ma noi abbiamo il papa tedesco, ovvie e fragorose le risate anche sugli insulti all'unica società di calcio che c'ha rimesso da tutto il casino di calciopoli.
L'unico che mi pare un po' sottotono è Olaf ma comunque il batterista riesce brillantemente a seguire il ritmo dettato dagli altri classici come Beermuda.
Grande la risposta del pubblico all'esecuzione degli antemici Die with a Beer in Your Hand e Chemical Invasion.
Dopo i bis la conclusione è ovviamente affidata alla tarantellosa (Empty) Tankard che ha dato l'opportunità a molti di salire sul palco a ballare e cantare con Gerre.
Durante il gran finale uno dei bodysurfers, cadendo al di qua della transenna, ha colpito involontariamente una ragazza che credo fosse della crew degli Irreverence, ho visto che la portavano via e spero che adesso stia bene e se la sia cavata con il solo spavento.
I Tankard hanno offerto l'ennesimo spettacolo di musica e divertimento senza tradire e accontentando tutti. Grazie Ragazzi!
Immagini della Serata
Recensione di Barbaro Articolo letto 2086 volte.
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