ADE «Carthago Delenda Est» (2016)

Ade «Carthago Delenda Est» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
16.09.2016

 

Visualizzazioni:
3010

 

Band:
ADE
[MetalWave] Invia una email a ADE [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di ADE [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di ADE [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Twitter di ADE [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il canale YouTube di ADE [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina ReverbNation di ADE [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina BandCamp di ADE

 

Titolo:
Carthago Delenda Est

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
- Traianvs :: vocals;
- Fabivs :: guitars;
- Caligvla :: bass;
- Nero :: guitars;
- Commodvs :: drums;

 

Genere:
Death Metal / Ancient Roman Music

 

Durata:
48' 2"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
15.07.2016

 

Etichetta:
Xtreem Music
[MetalWave] Invia una email a Xtreem Music [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Xtreem Music

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Il quintetto romano degli ADE dà alla luce il suo terzo lavoro intitolato “Cartago Delenda Est”, un lavoro decisamente imponente sin dai primissimi istanti di ascolto. Strutturato su base death metal, la band non omette di deliziare l’ascoltatore su alcuni passaggi tecnici oltre che altrettante sfuriate pregne di orchestrazioni che con estrema facilità tendono parificare a tratti l’operato ai Flashgod Apocapypse pur differenziando nettamente nei contenuti testuali i brani. La band in questo suo terzo capitolo riporta sostanzialmente l’esperienza della II Guerra Punica combattuta tra Roma e Cartagine tra il 218 e il 202 a.c. Il lavoro appare, come detto, curato sotto numerosi profili a cominciare da quello della produzione oltre che dalle ritmiche generate tra riff veloci quasi ai limiti delle possibilità; la parte cantata, in un ottimale growl, offre quella giusta spettacolarità immedesimandosi nel contesto e nelle ambientazioni della battaglie fatte di sangue e morte; singolare il lavoro dietro le pelli e i lead solo virtuosi oltre che accattivanti nei contenuti; ottimi sono anche i contesti acustici moderati che tendono a creare una sorta di clima medio orientaleggiante per meglio rendere partecipe l’ascoltatore nella dimensione della battaglia. I brani scorrono decisamente bene, impossibile similare per contenuto od andature l’uno con l’altro grazie alla singolare diversità che li contraddistingue. L’apertura del platter è affidata a “Cartago Delenda Est”, un brano che apre con una marcia gloriosa ed orchestrale che cresce sempre più sino a sfociare in un death metal compatto uniforme e spettacolare. Segue un altro incredibile brano “Across the Wolf’s Blood” capace di generare una particolare un’andatura che, nelle sue diverse sfaccettature, appare rimanere radicata sulla parte introduttiva; segue “Annibalem”, un brano di pura eccellenza, dove una intensa apertura offerta da una ritmica non troppo irruenta viene quasi accarezzata da una voce al femminile che di lì a poco lascia spazio ad una muraglia di potenza inaudita decisamente difficile da abbattere; si prosegue con “With Tooth and Nail” la cui apertura è affidata al barrire degli elefanti di Annibale che introducono ancora una volta una ritmica decisa ed intensa ma forse leggermente più ritmata e particolarizzata nel riff disposto in modalità refrain nel corso del brano; “Dark Days of Rome” rappresenta un brano incredibilmente dinamico dove un prolungato urlo growl mette in riga l’ascoltatore sul successivo sviluppo strumentale dello stesso; prosegue “Scipio Indomitus Victur”, altro brano decisamente ben eseguito all’interno del quale si ravvisa una sorta di calo di tensione rispetto ai precedenti brani d’apertura; ciò però non osta all’incredibile precisazione chirurgica con cui vengono scandite le ritmiche; i flutti del mare e un cantato quasi lamentato al femminile caratterizza l’apertura di “Mare Nostrum” di seguito brutalmente divelta da una ritmica quasi inaspettata all’interno della quale, nel corso dell’ascolto, non mancano orchestrazioni e melodie varie. Apertura quasi spettacolare per “Zama Where Tusks Are Buried”, un brano che successivamente però da quell’impressione di rimanere forse un po’ troppo monotono rispetto ai sui predecessori. Travolgente non poco è invece “Excidium” altro brano che si caratterizza per la sua incredibile corposità e dinamica che a poco a poco si riduce sempre di più per condurci al conclusivo “Sowing Salt” che pare ricondurre l’ascoltatore all’atmosfera di apertura di questo full lenght ricca di personalità e altrettanta incisività. Un disco decisamente personale e dinamico, ottimo nei contenuti da ascoltare, apprezzare ed elogiare a 360° se volete.

Track by Track
  1. Cartago Delenda Est 90
  2. Across the Wolf’s Blood 90
  3. Annibalem 80
  4. With Tooth and Nail 80
  5. Dark Days of Rome 85
  6. Scipio Indomitus Victur 80
  7. Mare Nostrum 85
  8. Zama Where Tusks Are Buried 75
  9. Excidium 85
  10. Sowing Salt 85
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 85
  • Qualità Artwork: 85
  • Originalità: 85
  • Tecnica: 90
Giudizio Finale
84

 

Recensione di Wolverine » pubblicata il 16.09.2016. Articolo letto 3010 volte.

 

Articoli Correlati

News
Interviste
  • Spiacenti! Non sono disponibili Interviste correlate.