Deadlock «Manifesto» (2008)

Deadlock «Manifesto» | MetalWave.it Recensioni Autore:
June »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1415

 

Band:
Deadlock
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Titolo:
Manifesto

 

Nazione:
Germania

 

Formazione:
Johannes Prem :: Vocals
Sebastian Reichl :: Guitars/Keys
Gert Rymen :: Guitars
Thomas Huschka :: Bass
Tobias Graf :: Drums
Sabine Weniger :: Vocals/Keys

 

Genere:

 

Durata:
46' 38"

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2008

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

C'è poco da fare band come i Deadlock danno da riflettere non poco. In primo luogo fanno notare quanto negli ultimi anni la Germania si stia distinguendo dal resto del metal che viene proposto; non si tratta di una vittoria a tutto campo, ma non ci sono molte band in grado di creare questo meltin' pot di generi in maniera così riuscita; il che ci porta al punto successivo: la commistione dei generi. La band tedesca è sicuramente in grado di far drizzare i capelli in testa a più di un metallaro; coloro che prediligono degli ascolti canonici, soprattutto nel death metal, che poi è il genere da cui parte la formula del gruppo, rabbrividiranno alla comparsa delle molteplici sfumature melodiche e agli elementi elettronici. Non possiamo non tenere presente che la voce di accompagnamento femminile non è solo un coro di sottofondo, si prende i suoi spazi nel vitaminico marasma metal, portando la band a violente sterzate verso aperture dal taglio gothic/pop e subito il riferimento più importante è quello delle innumerevoli band che si avvalgono di una cantante femminile, come Nightwish o Within Temptation. Il risultato per chi non ha ancora avuto occasione di ascoltare è piuttosto deviante. Una canzone come “Slaughter Palace”, sfoggia un assalto death dai connotati europei, vantando delle linee di chitarra di pregevole fattura, sempre alla ricerca dell'effetto novità, mentre lascia filtrare la delicata voce di Sabine Weniger, ma non basta, proseguendo, un apertura atmosferica dai connotati pop sacrifica l'irruenza metallica in favore di intrecci acustici e tastiere. Certo non è semplice da ammirare. Dal mio punto di vista abbandonare la cromata carrozzeria metal produce l'effetto di sembrare alla ricerca di consensi facili. Ed è un peccato; un discorso simile lo feci a proposito dei Miseration: a mio avviso l'ottima capacità di creare riff potenti ed innovativi, e assoli melodici invidiabili per carattere, dovrebbe essere sufficiente, anche alla luce di una sezione ritmica tagliente e fragorosa. L'inserimento di vocalizzi di questo tipo portano la band sotto la luce del fenomeno da baraccone, la bizzarria, l'elemento nuovo e fuori posto a tutti i costi (come se la band stessa non ne mettesse già di suo ovunque, impreziosendo la composizione). C'è ovviamente la possibilità che i brani nascano così, senza che nessuno si ponga la domanda e me lo auguro, ma c'è davvero troppo “zucchero” in questo lavoro. Se i Cradle Of Filth ad inizio carriera furono tacciati di essere traditori della fede nera, cosa si potrà dire dei Deadlock, che hanno persino avuto il coraggio di completare una traccia inserendo un break hip-hop (rappato di brutto) di alcuni minuti e privo di ogni soluzione “heavy” (Deathrace)?
La mia opinione rimane quella che certe scelte coraggiose servono più che altro a rendere potabile ciò che usualmente non lo è, che venga proposto oppure no con purezza di cuore non cambia: si ottengono ottimi consensi di vendita e questo può bastare per non figurarsi neanche il problema.
L'unico rischio nel parlare in maniera così aspra di questo album è di essere tacciati di “oscurantismo musicale”, di avere paraocchi alla novità, ma anche prendendo questo disco come se non fosse heavy metal, come se fosse musica e basta (quanti mai saranno coloro che non si fanno fregare dalle etichette?) arriverei ad un risultato ancora peggiore, dato che le uniche parti di interesse sono quelle legate appunto al metal estremo, mentre i vari intrecci vocali e le soluzioni avanguardiste sembrano cose da MTV dell'ultima ora. Come al solito a voi la scelta, ma questa volta sono davvero dispiaciuto che quanto di buono venga sprecato in nome dell'apparenza o dell'appariscenza.

Track by Track
  1. The Moribund Choir VS. The Trumpets Of Armageddon 55
  2. Martyr To Science 65
  3. Slaughter's Palace 55
  4. The Brave / Agony Applause 65
  5. Deathrace 50
  6. Fire At Will 55
  7. Seal Slayer 55
  8. Manifesto 50
  9. Dying Breed 55
  10. Altruism 45
  11. Temple Of Love 50
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 50
  • Originalità: 85
  • Tecnica: 85
Giudizio Finale
60

 

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