Delirio Occulto «Delirio Occulto» (2006)

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EMPEROROFTHESUN »

 

Recensione Pubblicata il:
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Visualizzazioni:
1744

 

Band:
Delirio Occulto
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Titolo:
Delirio Occulto

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Nascinos: Drums
Etna: Guitar
Wyrd: Bass
Obscuritas: Vocal


 

Genere:

 

Durata:
18' 47"

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2006

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Con enorme curiosità metto su l’omonimo demo autoprodotto dei siciliani Delirio Occulto, band al debutto fondata da Nascitos, sulle ceneri degli Opus In Flames, gruppo storico dell’underground siciliano. L’oscurità dell’artwork è confermata dai primi secondi dell’intro, che sembra un’introduzione ad un disco Grind, data la forte componente noise. Invece la seconda traccia, “Gate of hate” si apre con un riff molto vicino a un viking /black metal di stampo scandinavo, che sfocia poi in un’accellerazione improvvisa, con un buon cantato screaming che ci catapulta nel mondo oscuro della band, fatto di pazzia, rabbia e cattiveria. Scorre veloce con notevoli cambi di tempo, si giunge così a “Destination_Death” che con i suoi sei minuti è la traccia più lunga. Introdotta da una chitarra distorta, si mantiene su un andamento non proprio veloce, salvo colpirci con dei blast beat in cui emerge la bravura tecnica del drummer. La song però riserva sorprese, come un’ariosa apertura posta nel mezzo del brano, e che sembra ricondurli nel filone del black atmosferico. Impressione quasi smentita dall’ottimo terzetto finale. “Echoes from the ancient world” parte forte, un riff black la guida violentemente, sfociando in attacchi tiratissimi parzialmente cantati in italiano, con un buon risultato. “Black void of redemption”è introdotta da un riff accompagnato da tastiere, preludio di quattro minuti di sfottuto metallo nero, con un enorme lavoro chitarristico. L’ultima traccia è “Journey to the end” in cui la pazzia e la cattiveria (temi portanti dell’opera) occultati nelle nostre vite giornalmente esplodono nel Delirio Occulto urlato dal singer in lingua italica, cui unico rifugio è la morte, sonno eterno e forza occultatrice. Un ottimo lavoro dunque, un nero viaggio all’interno del delirio umano, ideato da una band in cui ognuno svolge egregiamente il suo lavoro. I diciotto minuti scorrono via veloci, lasciando il desiderio di risentirli presto, grazie anche ad un buon suono curato dalla stessa band. Sicuramente sono più accattivanti nei brani meno lunghi, e sono veramente piacevoli le parti in italiano. Siamo fiduciosi per il loro futuro, e curiosi di vederli su un palco.

Track by Track
  1. Gate of hate 85
  2. Destination_Death 72
  3. Echoes from the ancient world 80
  4. Black void of redemption 83
  5. Journey to the end 78
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 80
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
78

 

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