Dino Fiorenza «It's Important» (2010)

Dino Fiorenza «It's Important» | MetalWave.it Recensioni Autore:
carnival creation »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
2274

 

Band:
Dino Fiorenza
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Titolo:
It's Important

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Dino Fiorenza - bass
Mistheria - keyboards
Gaetano Nicolosi - drums

Special Guests:

Fabrizio Leo - guitars (track 01)
Massimiliano Cona - guitars (track 02)
Prashant Aswani - guitars (track 03)
Francesco J. Perticone - guitars (track 04)
Andrea Morucci - guitars (track 05)
Antonio Ferlito - guitars (track 06)
Dave Martone - guitar solo (track 06)
Alessandro Benvenuti - guitar (track 07)
Alex Argento - keyboards solo (track 07)
Marcello Leanza - sax solo (track 07)
Marco Sfogli - guitars (track 08)
Josë Ferilli - keyboards (track 08)
Mark Allen Felton - sax (track 08)
Jennifer Batten - guitars (track 09)
Nino Cardullo - guitars (track 10)
Gianni De Chellis - guitars (track 11)
Neil Zaza - guitar solo (track 11)

 

Genere:

 

Durata:
51' 12"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2010

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Esibendo una stupefacente tecnica al basso, Dino Fiorenza non cessa di stupire nemmeno un attimo. Eccoci ad un altro capitolo della sua non indifferente discografia. Il “bass hero” siculo ha militato un po’ ovunque in molte band dai generi più disparati: è l’interessante e tecnicissimo basso che abbiamo avuto modo di ascoltare su "Overcoming The Pain" dei SuperbiA e su "Unheimlich" del guitar hero Gianluca Ferro (entrambi recensiti sulla nostra webzine), oltre che "Escape From The Dark" di Simona Malandrino (disco meraviglioso!) e nell’etno-band Strummula in "Maqam".
Attorniato da altrettanti talentuosissimi musicisti che lo accompagnano durante tutti i brani puramente strumentali del mastodontico album, "It’s Important" inizia con una chicca proprio da non perdere, "Tap That Bass", in cui naturalmente è il suo strumento a dettare legge. Ma ben presto giungono soli di chitarra e synth che dialogano tra loro in modo veramente incredibile. Segue "Devil Go", ancora più ritmata, stavolta con ritmi meno cavalcanti della prima ma con non meno pathos. Intensa dall’inizio alla fine e dopo lo slap furioso di "Liquid", sopra il quale giocano melodie psichedeliche di chitarra e tastiera, arriviamo ad un’altra buona riuscita che porta il nome di "Say Go", piuttosto classicheggiante su di uno special in cui pianoforte accompagna mentre il basso serpeggia di ottimi legati. Con la conseguente "Little Toy" la furia di poco prima cessa la sua marcia e ci regala quasi sei minuti di intensità con un brano fatto di semplici giri di accordi in cui il basso accompagna arpeggiando le orecchiabili melodie di un’ottima chitarra acustica e del piano. Sembra chiaramente un momento molto intimo del disco, come a voler fare un flashback nel passato, è un dolce ricordo tradotto in musica. Sicuramente tra le tracce migliori del disco. "The Devil And The Holy Water" invece è un simpaticissimo tune in pieno stile country-bluegrass, in cui una selvaggia chitarra compie dei passaggi molto interessanti, sfiorando anche stili jazzistici, mentre il basso si muove come un martello. "Seven" invece è semplicemente il capolavoro del disco a mio parere: un funky-fusion semplicemente divino, in cui ogni strumento dice veramente la sua, dal basso ad un etereo sax soprano verso la fine. Ritmi veramente "catchy", sotto cui il basso torna a slappare, ed uno stupefacente synth muove un assolo che non lascia scampo in quanto a gusto e una buona base di tecnica. Il tutto viene intervallato da accordi sognanti in pieno stile jazz. Una chicca senz’altro assieme ad un’altra, meravigliosa, "Mr. Vester", in cui tutti gli strumenti dialogano tra loro, parlano, scherzano e si prendono la parola sotto un ottimo gunk. Una nota di merito assoluta: l’ottimo hammond! "All Is Lost" appare invece la più “metallara” del disco, avendo come connotati dei riff e un drumming più acceso e incessante delle altre, mentre "Serenity Funky", come dal suo stesso nome, ritorna nella sfera propria del medesimo genere, utilizzando linee di basso che strizzano l’occhio al migliore Jaco Pastorius. "Slap Machine" parla da sola. E’ il brano di chiusura con cui la tecnica dello slap trova la sua forma più ritmica e rustica. Una traccia breve ma intensa.
Concludendo direi proprio che tutti gli amanti di questo nobile strumento che è il basso debbano necessariamente concedere un ascolto a tutto ciò, ma "It’s Important" è dedicato anche a tutti gli amanti della musica che infonde pathos ad ogni nota sprigionando energia da tutti i pori. Un gran bel disco!

Track by Track
  1. Tap That Bass 80
  2. Devil Go 80
  3. Liquid 80
  4. Say Go 75
  5. Little Toy 85
  6. The Devil And The Holy Water 75
  7. Seven 100
  8. Mr. Vester 95
  9. All Is Lost 70
  10. Serenity Funky 80
  11. Slap Machine 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 60
  • Originalità: 80
  • Tecnica: 90
Giudizio Finale
81

 

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