Eternity «Pestiferous Hymns – Rev. I-i-xxxiii» (2012)

Eternity «Pestiferous Hymns – Rev. I-i-xxxiii» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
890

 

Band:
Eternity
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Titolo:
Pestiferous Hymns – Rev. I-i-xxxiii

 

Nazione:
Germania

 

Formazione:
A. Krieg :: Vocals, Bass Guitar
Diabolus :: Guitar
M.alicious :: Guitar
Basilisk :: Drums

 

Genere:

 

Durata:
45' 46"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2012

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

A 5 anni di distanza dal loro precedente “Funeral mass” ritornano I tedeschi Eternity con questo “Pestferous Hymns”, altro bel colpo della W.T.C. prods che soffia questo gruppo alla storica label italiana Avantgarde music. In questa nuova incarnazione, “Pestiferous hymns”, gli Eternity ci mostrano di essere un gruppo che, a differenza delle band compagne di label recentemente recensite, non hanno né la maestosa melodia degli Entartung e neanche l’impeto assassino dei Thy Darkened Shade: sono meno originali ad un primo approccio, ma in realtà la loro forza determinante nella riuscita del disco sta nel fatto di essere una band molto oscura, le cui canzoni sono un ben riuscito assemblaggio di una sezione ritmica in stile norvegese senza disdegnare passaggi su tempi medi, e riffs mai sopra le righe in quanto a potenza ma ben congegnati, che mescolano bene il feeling oscuro e sinistro dei Watain di “rabid death’s curse” con i Marduk più lenti, per poi proporre altrove attacchi frontali violenti, come in “Waiting in the Abyss”, e zannate brevi come quella di “…of Satan’s blood”, vagamente in odore di black metal old school italiano e che si rifà in parte anche ai nostrani Athanor. Il tutto accompagnato da un eccellente lavoro di A. Krieg come cantato, veramente espressivo e dotato di talento sia per quel che riguarda le metriche vocali, sia come interpretazione della canzone.
Insomma: questo disco è un diesel: non è immediato, non è catchy, non è complicato, ma comunque è un disco che metti per sentire tutte le canzoni, e non solo una o due tracce, ed il suo pregio è quello di mostrare sempre un feeling torbido, fosco e cupo per tutta la durata del cd. Anche per questo motivo, non direi che l’album presenta una canzone che spicca sulle altre, ma fa della sua omogeneità e della sua tensione presente in tutte le canzoni il suo punto di forza. Meritevole di un ascolto per tutti i blacksters fanatici delle atmosfere oscure e non necessariamente violente. Un altro centro sia per questo band che per questa label.

Track by Track
  1. Down to the southern Abyss 80
  2. Temple of Flesh 80
  3. ...like 1000 Suns 80
  4. ...of Satan's Blood 80
  5. Reborn through the Flame (Against the Creation) 75
  6. Waiting in the Abyss 80
  7. Black Clouds on a psychic Horizon 55
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 80
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
75

 

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