Holy Martyr «Invincible» (2011)

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Zoro »

 

Recensione Pubblicata il:
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Visualizzazioni:
2093

 

Band:
Holy Martyr
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Titolo:
Invincible

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Alex Mereu - Voice
Ivano Spiga - Guitar
Eros Melis - Guitar
Nicola Pirroni - Bass
Daniele Ferru - Drums

 

Genere:

 

Durata:
54' 0"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2011

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Arrivano al terzo capitolo della loro storia discografica i sardi Holy Martyr. Per chi si fosse perso qualcosa, il gruppo è una sanguigna affermazione che l’heavy metal classico ha ancora frecce appuntite nella sua faretra. Il paragone bellico-medievale è azzeccato, dato che il genere più nello specifico proposto dai nostri, è un heavy metal dall’incedere marziale e dalle liriche guerresche, classicissimo ma con lo sguardo rivolto al power. Come la bella copertina ci anticipa, questa volta i sardi hanno abbandonato i lidi ellenici su cui vertevano i loro primi concept per approdare in Giappone, e raccontarci di samurai, katane, codici d’onore e amenità del genere.
Se dovessi giudicare l’album per la sua originalità, mi vedrei costretto a silurarlo impietosamente, dato il suo appoggiarsi su strutture che definirò, con uno sforzo di gentilezza, molto consolidate. Nulla di nuovo insomma, ma suonato con convinzione e con disarmante mancanza di pretenziosità, che forse non lo faranno piacere a tutti, ma sicuramente non possono che suscitare simpatia. Insomma, se avete voglia di refrain epici, canzoni divise a metà da un bell’assolo, e di una voce ruvida, declamatoria ed epica, l’album fa al caso vostro, è quello che i Manowar dovrebbero fare da anni invece che scrivere musica da colonna sonora. Oltre a quanto detto, mi sento in dovere far notare che alcune delle composizioni (tra cui, ahimè, l’opener) sono prive di quella presa che una musica che fa dell’epicità la sua arma principale dovrebbe possedere. Parlo di quello spirito che ti fa cantare il ritornello come se ti trovassi su un campo di battaglia con l’esercito nemico schierato davanti. Ciò non toglie che la musica proposta è buona, sostenuta da una discreta tecnica, e gli ascolti ripetuti la valorizzano. Ultimo difetto riguarda il concept giapponese, purtroppo sfruttato davvero poco: a parte qualche arpeggio di strumenti tradizionali nipponici, la musica proposta potrebbe benissimo confarsi ad un qualsiasi evento bellico avvenuto in qualsiasi parte del mondo. Gli unici richiami alla cultura giapponese sono alcune parole nel suo idioma ripetute nei ritornelli, che però minano l’omogeneità dei testi inglesi, un po’ come i piselli nella minestra di legumi, quelli che restano sempre indietro e bisogna masticare più del resto.
Un prodotto in sostanza dedicato a quella fetta di pubblico vestita di magliette nere, che non si taglia i capelli dalle superiori e che beve solo birra. Uno di quei gruppi che non farà la storia, ma che grazie a Dio esiste, e ricorda a noi metallari le nostre radici.

Track by Track
  1. Iwo Jima 70
  2. Invincible 70
  3. Lord of War 75
  4. Ghost Dog 75
  5. The Soul of my Katana 65
  6. Shinichin no Samurai 70
  7. Takeda Shinchen 65
  8. Kagemusha 70
  9. Sekigahara 75
  10. Zatoichi 65
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 80
  • Originalità: 55
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
71

 

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