L'Ira Del Baccano «Cosmic Evoked Potentials» (2023)

L'ira Del Baccano «Cosmic Evoked Potentials» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Zolgia108 »

 

Recensione Pubblicata il:
01.03.2023

 

Visualizzazioni:
734

 

Band:
L'Ira Del Baccano
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Titolo:
Cosmic Evoked Potentials

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Alessandro " Drughito" Santori: Chitarra, loops
Roberto Malerba: Leads, Chitarre fx, Synth
Gianluca Giannasso: Batteria
Ivan Contini: Basso

 

Genere:
Doom / Psych instrumental

 

Durata:
39' 30"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
03.03.2023

 

Etichetta:
Subsound Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
NRV Promotion
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Recensione

Consapevole della difficoltà intrinseca nel recensire un prodotto che si ispira a band come Grateful Dead, Hawkwind e Black Sabbath, e che si esprime con il così denominato Doomdelic Instrumental Rock, ho deciso di entrare nel vortice con l'intenzione di non uscirne più. La natura psico-jam della Band si esterna subito con The Strange Dream of my Mind, dalla quale non mi aspettavo novità dal punto di vista prettamente compositivo ma piuttosto una novità espressiva che deriva dall'unione di suoni di per sè considerati molto lontani. Grande pulizia sonora e incredibili capacità ornamentali, che si fanno notare anche nei momenti di tensione e negli spunti sludge. Il non aver sovraccaricato di synth e l'aver saputo calibrare bene gli effetti (oltre che aver saputo scegliere le frequenze giuste) mi dimostra una forte consapevolezza degli autori, che fortunatamente non si perdono in vani virtuosismi e lasciano tutto compatto in un misto tra post rock, cloudkicker, Math e Hawkwind. I Grateful Dead si faranno invece sentire dopo, con Genziana (Improvisation 42), nel quale spunta improvvisamente un basso, precedentemente fin troppo incollato, che con estrema eleganza e grazie alla natura più eterea dello sfondo musicale si prende i suoi spazi e dissolve la ritmica separando corpo e mente, in una jam quasi liquida, un mare che puoi vedere ma mai afferrare del tutto. Per giudicare un lavoro del genere non bisogna ragionare con mente critica, sono necessari ascolti meno attenti e meno volti alla destrutturazione, più aperti e incoscienti. In The Electric Resolution la band incomincia ad appropriarsi, credo troppo, del suono marchio di fabbrica Hawkwind, e l'assenza di una voce, finora mai servita, incomincia a farsi sentire. I riff apersonali e non sufficientemente gonfi e martellanti non aiutano a ritirare su quello che ritengo il brano più debole dell'album, seppure esso sia in realtà la prima parte del successivo, che invece è molto più convincente. Mi sento libero di affermare che nel caso in questione la "Universal Mind" abbia inglobato senza rilasciare energie, mentre con l'evoluzione (Cosmic Evoked Potentials) viene rilasciato tutto, chitarre poco invasive che danno di nuovo il permesso al basso di staccarsi e, non so perchè, quando il basso si stacca il senso di dispersione (in questo caso fondamentale) si impossessa di me. Mi sembra quasi di risentire Carry degli Isis e mi posso prima immergere e poi emergere dell'immaginario collettivo, la solitudine degli strumenti unisce ed amalgama. Outro proporzionato e propedeutico al rientro nella realtà. L'album richiede molti ascolti, non è certo semplice e l'approccio deve essere il più malleabile possibile, ma lo ritengo un ottimo lavoro che è riuscito nel suo intento di unire in qualche modo la psichedelia più spinta di fine anni 60 ai più "attuali" sludge, post rock e doom.

Track by Track
  1. The Strange Dream of my Old Sun 85
  2. Genziana (improvisation 42) 85
  3. The Electric Resolution 60
  4. Cosmic Evoked Potentials 85
  5. Eclipse Omega 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 90
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 90
Giudizio Finale
81

 

Recensione di Zolgia108 » pubblicata il 01.03.2023. Articolo letto 734 volte.

 

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