Praying Mantis «Metalmorphosis» (2011)

Praying Mantis «Metalmorphosis» | MetalWave.it Recensioni Autore:
HeavyGabry »

 

Recensione Pubblicata il:
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Visualizzazioni:
1672

 

Band:
Praying Mantis
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Titolo:
Metalmorphosis

 

Nazione:
Inghilterra

 

Formazione:
Chris Troy - bass & vocals
Tino Troy - guitars & vocals
Andy Burgess - guitars
Benjy Reid - drums
Mike Freeland - vocals

 

Genere:

 

Durata:
27' 34"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2011

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Cosa nasconde un artwork tanto essenziale, scritte grigie su fondo nero e nemmeno un'immagine? Semplicemente una favolosa band degli anni d'oro del metal classico, i compianti e venerati anni '80. Ebbene sì, perché la NWOBHM non si esauriva agli Iron Maiden e ai Raven, ma constava anche di realtà minori e rispettabilissime, come i qui presenti Praying Mantis.
Il gruppo in questione non è mai stato composto da puristi, anzi possiamo dire che si tratta di un esempio (e che esempio!) di ensemble ai confini tra il rock e il metal. Nella loro discografia, magari non nutritissima ma di tutto rispetto, spicca il celeberrimo "Time Tells No Lies", opera del 1981 di cui si vuole celebrare il trentennale dell'arrivo sul mercato: i cinque brani presenti nell'Ep "Metalmorphosis" sono infatti tratti da quell'album (tre) e dalle prima registrazioni della loro carriera (i restanti due), eseguiti ovviamente dalla line-up attuale. Sempre a proposito di line-up, ricordiamo che il destino dei PM si è incrociato in un certo senso con quello degli Iron Maiden, visto che nella band hanno militato il chitarrista Dennis Stratton (che ha partecipato alla stesura di più di un album) e il batterista Clive Burr, pur non diventandone mai un membro a tutti gli effetti.
Ma veniamo a "Metalmorphosis" adesso: tra le canzoni proposte passa uno spartiacque di tre decenni circa ben visibile, innanzitutto a livello di esecuzione (molto più precisa) e registrazione (resa maggiormente pulita) ma notiamo anche una volontà di fondo di discostarsi dall'idea originale dei brani, non più "veloci a tutti i costi" ma che vogliono essere simbolo di una band maturata, con un background rock più visibile rispetto a quello che appare nelle registrazioni originali. Accade così che il cambio d'abito sia una scelta rispettabile e godibile, che dona un tocco nuovo ai pezzi senza perdere l'impatto di allora. La missione si può dire compiuta quasi completamente, escludendo la ballata "Lovers To The Grave", fiacca anche al tempo e salvata in extremis dall'assolo, mentre ad esempio un pezzo come "Captured City" aveva tutto da guadagnare da una "raffinazione" e si è visto.
Ora non resta che attendere il seguito dell'ottimo "Sanctuary", datato 2009, e nel frattempo ritornare (soprattutto per chi ha avuto la fortuna di esserci) al 1981 con la mente, con la certezza che i Praying Mantis sono ancora "alive and kickin'"!

Track by Track
  1. Children Of The Earth 75
  2. Praying Mantis 75
  3. Lovers To The Grave 60
  4. Panic In The Streets 70
  5. Captured City 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 60
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
73

 

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