The Kordz «Beauty & The East» (2011)

The Kordz «Beauty & The East» | MetalWave.it Recensioni Autore:
MORO MOU »

 

Recensione Pubblicata il:
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Visualizzazioni:
1698

 

Band:
The Kordz
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Titolo:
Beauty & The East

 

Nazione:
Libano

 

Formazione:
Moe Hamzeh - vocals
Mazen Siblini - keyboards
Abou Sous - drums
Alan Azar - guitar
Elie Akl - guitar
Tony Bou Ghosn - bass
Nadim Sioufi - guitar

 

Genere:

 

Durata:
1h 3' 34"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2011

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Originari del Libano, fiduciosi che il vento caldo che soffia dal Medio Oriente possa presto far rivolgere sempre più attenzione alla scena musicale di quelle assolate terre, i Kords giungono in questo 2011 sulle scene con “Beauty & The East”. Il pubblico ha cominciato da poco ad gustare i sapori esotici, con pochi esiti effettivamente riusciti; come sono stati recentemente gruppi come gli Orphaned Land, giunti in ambito mainstreaming grazie a una sapiente ricetta fatta di folklore e spiritualità orientale, insieme ad una molteplicità di esperienze e culture musicali.
Fedeli alle sonorità in stile arabeggiante, con fraseggi e arrangiamenti che ricordano arabeschi e danze da mille e una notte, la band libanese propone un metal/rock energico che mischia occidente e oriente senza tradire né l’uno né l’altro. Sedici tracce – mica poche – della durata media di 4 minuti che scivolano via veloci, melodiche, come lo sguardo segue velocemente il sole del deserto all’orizzonte, fermandosi a riposare su poche tracce. “Beauty And The East”, la title track appunto, è un’oasi meravigliosamente orientale, dalle melodie, agli strumenti, alla voce: un canto che ricorda la nota sacralità dei popoli arabo-africani. Nella meditazione irrompe d’improvviso la chitarra distorta e il sound rock, fondendosi senza sbavature di sorta. L’orecchiabilità è garantita, la poesia pure. Si distinguono anche “Save Us” o “The End”, tanto per citarne un paio, per il coinvolgimento emotivo che genera l’interpretazione del brano o l’amalgama col sound folcloristico. Le tracce rischiano talvolta la monotonia, ma si lasciano ascoltare fino alla fine del disco, quando l’atmosfera si fa decisamente meno intensa.
Ora, al di là dei Kords e del gusto personale in fatto di musica, permettetemi di andare un poco oltre...vorrei cogliere l’occasione di questa recensione per ricordare che la cultura non è fatta di divisioni geografiche e gerarchie; e che in una società sempre più globalizzata e frenetica, sommersa da ignoranza e disinformazione, sarebbe bello se la musica, più di ogni altra espressione artistica, potesse suggerire le parole del dialogo fra i popoli. L’Oriente e l’Occidente, così come l’uso che facciamo delle etichette, sono soltanto punti di vista. Personalmente, sono convinta che la matrice originale, la radice prima sia una e una sola, che fonde spirituale e materiale, aspirando con nostalgia all’eternità sacrale, di cui pensiamo di non avere più bisogno.

Track by Track
  1. Coma Nation 75
  2. Deeper In 75
  3. Nothing Of Everything 70
  4. Insomnia Kid 75
  5. Get Behind 70
  6. Beauty And The East 85
  7. Last Call 70
  8. Save Us 75
  9. Don't You Wait 70
  10. Heroes 'n Killers 70
  11. The Garden 75
  12. Purgatory 75
  13. The End 75
  14. Again 70
  15. The One 70
  16. Nic-o-Teen 65
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
73

 

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