The Oath «4» (2008)

The Oath «4» | MetalWave.it Recensioni Autore:
June »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
2183

 

Band:
The Oath
[Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di The Oath [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di The Oath [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina MySpace di The Oath

 

Titolo:
4

 

Nazione:
Francia

 

Formazione:
D444 :: vocals, guitar
Carcharoth :: bass
Peter Pal :: keyboards
Tyrael :: drums

 

Genere:

 

Durata:
44' 59"

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2008

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Davvero sorprendenti questi ragazzi, un vero piacere l'ascolto di questo disco. The Oath, gruppo che si destreggia con maestria in quel tipo di black metal sorretto da cupe melodie di tastiere e fraseggi death metal, che spesso si sentono oggi nei gruppi europei e che fa capolino ai maestri Emperor, passando per i più moderni Dimmu Borgir e Behemoth. Nel nostro caso però la band punta di più sul fattore aggressività, accentuando le accelerate e dando alle tastiere il giusto spazio, inserendole dove necessita, per ottenere una caratterizzazione della traccia maggiore o per renderla più evocativa. Ottima dunque la complessiva esecuzione dei brani, che vede una sezione ritmica, fragorosa e variegata in grado di eseguire coinvolgenti mid-tempo e reggere tempi velocissimi, da tachicardia. Un lavoro di composizione arioso ma particolarmente incisivo, che utilizza tecniche anche leziose, ma mai fini a se stesse, in grado di arginare la furia brutale della componente death metal. Le impennate di “A Question Of Faith” non sono troppo distanti dai Dimmu Borgir a conti fatti, ma brillano di luce propria e si può azzardare il confronto solo perché ci troviamo pur sempre all'interno dello stesso genere. “The Unborn”, spezza la tensione adagiandosi su tappeti morbidi di tastiere e arpeggi, ma poi parte devastante accompagnata da raffinate fughe di piano. Molto coinvolgente “Dead Inside” che riallaccia i rapporti con un certo tipo di death metal scandinavo della fine degli anni '90. Così anche la finale “Godless Existence”, forse la più brutale tra tutte, che richiama i fasti degli Emperor d'annata.
Tre quarti d'ora di grande impatto sonoro ed armonico che nulla ha da invidiare a band come Drautran oppure Farsot che, ad oggi, sono davvero ottime direzioni per il black metal più ricercato e che ci mostra la Francia come terra fertile per produzioni estreme. La registrazione, per altro molto efficace, è però stata effettuata in Germania, dal produttore dei Crematory, che ha svolto un buon lavoro, riuscendo a rendere rilevante la poetica vena tastieristica del gruppo senza sacrificare l'impeto violento e oscuro. Sicuramente un lavoro competitivo che sarà in grado di interessare un buon numero di ascoltatori anche di diversa estrazione.

Track by Track
  1. 4 (Intro) 70
  2. This Day 75
  3. Orgasm 75
  4. A Question of Faith 80
  5. Unholy Blood 75
  6. The Unborn 80
  7. Lifeless Desire 70
  8. Dead Inside 80
  9. War 80
  10. Godless Existence 85
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
76

 

Recensione di June » pubblicata il --. Articolo letto 2183 volte.

 

Articoli Correlati

News
Live Reports
Concerti